18 Marzo 2012
(In realtà, sei stelline e mezza)
Benché le situazioni in cui sguazza la protagonista rasentino la commedia, c’è ben poco da ridere, guardando questo film.
La sua immaturità, infatti, non è solo l’espressione di un innato egocentrismo: come appare sempre più chiaro via via che la trama si dipana, emerge chiarissimo un disagio personale da cui ella non sa davvero se intende riemergere e che sconfina nell’autolesionismo.
In maniera disturbata e pericolosa, vive e si comporta come la spocchiosa teenager che è stata, reprimendo volutamente la naturale evoluzione della sua capacità critica e del suo approccio alle relazioni interpersonali: probabilmente, è una buona ghost writer di libri per adolescenti anche perché non è mai uscita psicologicamente da quello stadio anagrafico in cui, volenti o nolenti, perfino i genitori continuano a costringerla, rifiutandosi di riconoscerne davvero i problemi personali, considerandoli alla stregua, forse, di capricci da ragazzina.
Charlize Theron offre un’ottima prova attoriale: è bella ed intensa quanto basta per poter incarnare il personaggio irrisolto e molto controverso di Mavis: è facile “odiarla”, ma si prova innegabilmente una certa pena per lei. Come il recente Fassbender di “Shame”, anche qui c’è un personaggio trentenne brillante, pieno di ottime qualità fisiche ed intellettive, che non sa dare una svolta alla propria esistenza, ancorato com’è ai fantasmi del passato.
In definitiva, tra i lavori di Jason Reitman, forse, questo è quello che finora mi ha convinta di meno. Forse, semplicemente per via della sua amarezza, nulla che abbia a che fare con le sue qualità tecniche e narrative.

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