Recensione su Wonder

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Stupendamente empatico / 19 Aprile 2018 in Wonder

Non c’è dubbio, il film è stato progettato e realizzato per colpire nei sentimenti come una martellata sui denti, ma lo fa sempre con ironia, senza mai scendere nel patetico (o quasi). La storia di Auggie, un irriconoscibile Jacob Tremblay (Room), scorre con naturalezza e non si può fare a meno di essere partecipi dei suoi stati d’animo, delle sue sconfitte e delle sue vittorie.
Il tema di fondo è la diversità come motivo di discriminazione. La diversità, in questo caso, è data dall’aspetto fisico di un bambino di 11 anni, Auggie, e le discriminazioni iniziano quando decide, assieme alla famiglia, che è tempo di uscire dall’isolamento per iniziare a frequentare il mondo esterno ed in particolare la scuola.
Il film mette in evidenza come l’ingenuità dei bambini li rende così sinceri e spontanei da colpire, senza mezzi termini, positivamente o negativamente chi li circonda, ma è anche vero che spesso, proprio perchè ingenui, la loro sincerità è condizionata dal cinismo degli adulti.
La storia viene raccontata anche dal punto di vista di altri personaggi, e probabilmente questo rende lo spettatore più partecipe ed il racconto più completo, forse più complesso in quanto, se è vero che tutto gira attorno al piccolo Auggie, è anche vero che ognuno in fondo ha i propri problemi e i propri sentimenti, che spesso passano in secondo piano rispetto a qualcosa di più grande.
Se decidete di vederlo, e soffrite di empatia, premunitevi di fazzolettini 🙂

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