Capolavoro comico-tragico / 24 Gennaio 2024 in Shakespeare a colazione

Il lessico famigliare – l’insieme di parole e locuzioni proprie e talvolta esclusive di ciascuna famiglia – può avere origini insospettate. Come mai, per esempio, nella mia famiglia diciamo che “c’è della materia” per indicare che un lavandino è colmo di piatti non lavati da troppo tempo? Perché chiamiamo “pomata che fa calore” un linimento dalle esagerate promesse terapeutiche? Perché gridiamo “Io ho bisogno di alcool subito” o “Voglio qualcosa di carne” per certificare una sete o una fame feroci? Perché se abbiamo un’emicrania persistente ci lamentiamo dicendo “Mi sento come se avessi un maiale dentro la testa”? Perché giustifichiamo la scelta infelice di un luogo di villeggiatura con “Siamo venuti qui in vacanza per sbaglio”? Tutte queste espressioni vengono da un film: Withnail and I (assurdamente intitolato Shakespeare a colazione nella versione italiana, che è pure più corta dell’originale di una decina di minuti circa), visto per caso una sera di tantissimi anni fa in televisione. Dopo la visione passata in buona parte a ridere fino alle lacrime, ci ritrovammo con molte delle battute incise perennemente nella memoria e anche nel modo di esprimerci.

Withnail and I non è però solo un film comico. Ha un lato tragico, che vediamo nella miseria dei due protagonisti e degli ambienti in cui vivono; nella figura dello zio Monty, con i suoi desideri insoddisfatti e inesaudibili; nel destino che si indovina infelice del protagonista Withnail (Richard E. Grant). E Withnail è come il film: comico e tragico al tempo stesso. Vanaglorioso, inetto, pusillanime, lagnoso, egoista, soprattutto perennemente isterico; ma anche depresso, alcolizzato, fallito. Al suo primo film Grant dà vita a questo personaggio memorabile e avvia nel migliore dei modi la propria carriera.

Withnail and I è diventato meritatamente un film di culto. Non tutto è perfetto: Paul McGann, che interpreta l’altro (innominato) protagonista, non riesce a mettere a fuoco il proprio personaggio, che alla fine risulta eclissato da Withnail; le battute di Danny (Ralph Brown), lo spacciatore della coppia (alla quale procura la sensazionale “carota di Camberwell”), sono forse un po’ troppo stralunate. Ma il film di Bruce Robinson resta un capolavoro, di cui consigliare con tutto il cuore la visione (soprattutto in compagnia). Guardatelo: potrebbe cambiare persino il vostro modo di parlare.

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