13 Recensioni su

Un gelido inverno

/ 20106.8209 voti

Gelido come il marmo / 13 Maggio 2018 in Un gelido inverno

Mai titolo fu più appropriato, questo film è gelido come il marmo, una fotografia plumbea e fredda, un’ambientazione che rappresenta al massimo il degrado sociale che caratterizza la periferia americana.
Una storia cruda e violenta che s’insinua nella mente e nel cuore dello spettatore e ci rimane per un bel po’, una storia terribile e dura che però alla fine lascia aperto uno spiraglio di speranza.
Jennifer Lawrence dimostra di essere la più talentuosa attrice della sua generazione.

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Una gelida delusione / 14 Novembre 2015 in Un gelido inverno

Ottima fotografia, brava Jennifer Lawrence, ma ragazzi. … per dirla in maniera tecnica, mi sono fatto due palle così! Non può non succedere NULLA per 2 ore! Siate gentili. Per due ore si va in cerca del padre e si incontra gente che, finita la scena, non ti ricordi che faccia ha. Sono abbastanza stupito da un voto così alto sinceramente. Io più del 5 non posso dare.

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Girato benissimo ! / 20 Febbraio 2014 in Un gelido inverno

Girato benissimo … poi lei è bravissima !

Fredda bellezza / 9 Gennaio 2014 in Un gelido inverno

Un gioiello di cupa bellezza. L’atmosfera fredda, da lontana desolata boscosa provincia americana è resa molto bene, le interpretazioni sono eccellenti – soprattutto Jennifer Lawrence, ad un livello di gran lunga superiore a quello dei ruoli successivi – ma qui l’essenza di (quasi) capolavoro appartiene alla nitida e feroce visione artistica della Granik, donna di cinema di lungo corso qui promossa alla regia. Trasformazione molto, molto riuscita. A tanto cinema “di periferia” aggiunge un certo disincanto, niente strilli niente risse da saloon; due bellissimi bambini impegnati nei loro giochi a intervallare la durezza del dramma, testimonianza efficace dell’infanzia che sa sempre trovare l’uscita di sicurezza della fantasia; un finale tragico su toni tranquilli, grottesco, senza morali di scorta, molto poco hollywoodiano. Il Sundance c’è ancora.

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15 Luglio 2013 in Un gelido inverno

E’ un dramma familiare che si trasforma in thriller, per poi ritornare ad essere dramma familiare.
E’ uno spaccato di un’America che raramente i registi d’oltreoceano decidono di ritrarre.
E’ una pellicola dura, violenta (di una violenza non solo fisica) ed essenziale nella forma. Non si concede fronzoli e non scivola nel teatrale.
Il dolore portato in scena dalla Lawrence è intimo e fiero; quel genere di fierezza che solo chi ha sempre combattuto per la vita, senza mai arrendersi o imboccare scorciatoie, possiede.
La fotografia, senza concedere attenuanti, è squallida e decadente, la recitazione ottima e lo spettatore ben cosciente che, indipendentemente dall’esito della ricerca, difficilmente potrà aspettarsi un vero happy end.

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13 Febbraio 2013 in Un gelido inverno

Duro, durissimo ma una grandissima prova dio recitazione la lawrence è fantastica, e poi ci mostra un’altro lato dell’america non solo quello delle commedie che sembra sempre perfetto

23 Dicembre 2012 in Un gelido inverno

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ree è una diciassettenne che vive nel, uhm, vive nel, boh, non ricordo, nella solita America di provincia, però già piuttosto verso il nord, verso il Canada, quella dura e fredda e boschi e colline. Vive con una madre catatonica e due fratellini da crescere, mentre il padre è uccel di bosco, ricercato da poliziotti e cattivi, tutti. E le ha pure ipotecato la casa, per cui per tenerla lei deve dimostrare che il padre è morto. Indaga nel vicinato, tra parenti con dei grugni da cinghiali sporchi, cugine con la cordialità di un wombat incazzato e amici che tanto amici non sono. Nessuno sembra volerla aiutare, si scopre che il padre, come quasi chiunque nella comunità, è bello avvoltolato nella produzione di una droga che chiamano crank e che non so cosa sia, ma che lì regge l’economia di tutto. E che è stato ammazzato perché ha sgarrato. Tutti la ostacolano, la riempiono di botte, ma lei, tumefatta e sanguinolenta e ostinata, va avanti. Quasi sembra uno di quei film misogini di Lars Von Trier, in cui la protagonista deve patire l’inferno prima di avere il premio. Scenone finale con lei che viene portata a recuperare la prova della morte del padre, le sue mani. Che lei stessa dovrà tenere, ghiacciate in fondo a un lago, mentre vengono motosegate. Ouch! Il tutto su questo sfondo di personaggi e musiche e paesaggi country e gelato, catapecchie in cui si muore di freddo e di fame e persone di cui fidarsi una o due su cento che ce ne sono. Dai che ja famo ma che fatica.

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22 Novembre 2012 in Un gelido inverno

Non posso dire che mi sia dispiaciuto, ma il senso di ineluttabilità e l’angoscia che sottendono il film mi hanno stremata.

E (benché la ritenga molto brava) sono un po’ stufa di vedere la Lawrence sempre nello stesso ruolo dell’adolescente iper-assennata e determinata, cresciuta in un contesto difficile che non l’ha fortunatamente minata. Pensando ai titoli in cui l’ho vista recitare, mi rendo conto di aver visto sempre diverse versioni dello stesso personaggio.

Ho trovato molto interessante, invece, il contesto in cui è ambientata la storia, in bilico tra Far West, Alto Medio Evo e Neanderthal: la legge, così come la conosciamo, è assente, totalmente assente, e la ragione comune sembra aver lasciato il posto alla follia obnubilata dalle droghe e dall’alcool.

Nota: nel cast, c’è anche Sheryl Lee! La Laura Palmer di Lynch! Da dove l’hanno ripescata?

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5 Novembre 2012 in Un gelido inverno

Un regolamento di conti nel mondo dello spaccio e la disperata lotta per la sopravvivenza di un’adolescente ritrovatasi a dover forzatamente accudire la propria madre mentalmente incapace ed i suoi fratellini in un film durissimo , spietato , violento , ambientato in una fredda e sperduta località del nord America .
Uno spaccato sul degrado e la miseria morale di una piccola comunità montana dove i rapporti famigliari sembrano basati solo sull’interesse e sull’odio , splendidamente diretto da Debra Branik e magnificamente interpretato dalla giovanissima Jennifer Lawrence ad entrambe le quali non è difficile prevedere un brillante futuro .

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un pugno nello stomaco / 28 Maggio 2011 in Un gelido inverno

Questo è un film di rara intensità e con una grande potenza evocativa. Diretto e spietato, fatto di sguardi duri e poche parole, ripropone uno squarcio di un’America primitiva, rozza, povera e desolata, dove una ragazza è costretta a diventare grande prima del tempo e ad affrontare l’omertà, l’ipocrisia e la stupidità della gente per difendere la sua famiglia.
Jennifer Lawrence è magnifica nel ruolo di Ree, una ragazza caparbia e audace, che non si lascia andare e affronta una serie di individui che incarnano il male di vivere. Esistenze da recidere, inutili ed ignoranti.
Vedendo questo film (ed una scena in particolare) non so perchè ma ho pensato a Sara Scazzi, la ragazzina morta ad Avetrana, ed alla famiglia degli orrori che l’ha annientata. Ebbene, in questo film i parenti stretti della protagonista ed i suoi vicini appaiono così, come orchi usciti da un quadro di Goya. Tanto stupidi e bestiali da far ribrezzo.
E la disperazione ed i buoni sentimenti di Ree, il suo legame con i fratelli e con un padre che sembra colpevole e debole, in un quadro tanto tetro, sono luce pura.

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Non è un paese per giovani / 14 Maggio 2011 in Un gelido inverno

Non conosco il romanzo di Woodrell da cui è tratto, ma il punto di forza di questo film è indubbiamente l’ambientazione nelle Ozark Mountains, regione suddivisa soprattutto fra Missouri ed Arkansas dove sono stati girati gli esterni delle riprese.
La desolazione dei paesaggi (che pure nella realtà attirano turismo con le loro foreste e parchi nazionali) è qui accentuata dalla rappresentazione dei suoi abitanti, un’umanità misera, malata, arroccata in cadenti fattorie di legno o in squallide roulottes circondate da accessori arrugginiti, e dedita all’alcoolismo, allo spaccio e al consumo di droghe, dove i rapporti umani sono improntati alla prepotenza e vissuti all’interno di famiglie o clan utili solo ai fini della sopravvivenza nell’ambito di una comunità dai costumi quasi tribali.

E’ su questo sfondo che si svolge la storia della ragazzina protagonista, una dura storia di formazione che invero ne ricalca altre, già viste soprattutto attraverso lo sguardo del cinema USA indipendente, cui appartiene a pieno titolo questo “Un gelido inverno”, tanto da essere stato inevitabilmente premiato al Sundance Festival.
E questo non solo per la vicenda rigorosamente extraurbana, quanto per il montaggio e le tecniche di ripresa con lunghe sequenze in tempo reale, volti scavati, pance piene di birra, abiti sdruciti, sguardi quasi animaleschi e a volte crudeli, espressione della terra che li ha generati, silenzi spezzati da brevi dialoghi essenziali di personaggi solitari ma uniti nella rassegnazione per l’assoluta assenza di alternative.

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7 Marzo 2011 in Un gelido inverno

Un film che cresce via via, man mano che acquista una tinta di giallo. Non eccezionale, ma solido. Interessante soprattutto per la capacità della Granik di rappresentare una comunità di persone che vive semplicemente al di fuori della legge, e che pare avere una non ammessa ufficialmente impronta matriarcale. Forse anche nel nostro paese ci sono situazioni simili, anche se più urbane che rurali… (Però mi sta già venendo in mente “Io non ho paura” a farmi cambiare idea). Buoni anche gli interpreti: la Lawrence porta fieramente in giro la sua faccia pulita e determinata, ancor migliore il Teardrop di John Hawkes, attore che vorrei vedere più spesso. Direi 6,5-7.

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Un Gioiellino / 3 Marzo 2011 in Un gelido inverno

Ho appena finito di vederlo, probabilmente dovrei scriverla a caldo la recensione… ma sono così entusiasta che non posso attendere.
E’ un’alchimia davvero ben riuscita di trama, situazioni, personaggi, colori, suoni. Tutto sommato un thriller in cui l’atmosfera predominante è quella della tempesta che si sta preparando, una “gathering storm”, che sembra non esplodere mai fino alla fine del film, anche se la piccola catarsi finale viene scossa da un’altra tempesta di cui viene dato solo un accenno.
La cosa fantastica è che sembra che non succeda nulla per tutto il tempo invece succede di tutto, ma DENTRO i personaggi, e con una coerenza pazzesca lungo tutta la narrazione.
A tratti mi ricorda i western di Leone, per la fotografia e la scelta dei volti dei personaggi. Mi ha preso per tutto il tempo e lasciato scosso al termine.
Abbasso la distribuzione italiana che come al solito propina cagate e lascia indietro i film davvero validi!!!

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