Wild

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Wild

Il matrimonio di Cheryl è appena naufragato, sua madre è morta e lei fa largo uso di eroina. La giovane donna decide di dare uno scossone alla propria vita e di partire per una lunga escursione a piedi e di affrontare il Pacific Crest Trail: 1600 km. da macinare a piedi, in completa solitudine.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Wild
Attori principali: Reese Witherspoon, Laura Dern, Keene McRae, Gaby Hoffmann, Michiel Huisman, Kevin Rankin, Cliff DeYoung, Thomas Sadoski, Randy Schulman, W. Earl Brown, Brian Van Holt, Mo McRae, Will Cuddy, Leigh Parker, Nick Eversman, Ray Buckley, Cathryn de Prume, Kurt Conroyd, Ted de Chatelet, Jeffree Newman, Lorraine Bahr, Jerry Carlton, Kevin-Michael Moore, Debra Pralle, Gray Eubank, Anne Sorce, Charles Baker, J.D. Evermore, Beth Hall, Jan Hoag, Carlee McManus, Art Alexakis, Anne Gee Byrd, Jeanine Jackson, Jason Newell, Barry O'Neil, Richard Morris, Bobbi Strayed Lindstrom, Robert Alan Barnett, William Nelson, Tony Doupe, Dan Considine, Andrew Saunderson, Greg James, Orianna Milne, Brian Borcherdt, Eric D. Johnson, Matt Pascua, Edric Carter, Matthew Noyes, John Dickerson, Denise McSweeny, Alina Gatti, Cheryl Strayed, Evan O'Toole, Henry Shotwell, Vincent M. Biscione, Dylan Hall, Ted Rooney, Mostra tutti

Regia: Jean-Marc Vallée
Sceneggiatura/Autore: Nick Hornby
Fotografia: Yves Bélanger
Costumi: Melissa Bruning, Dan Moore
Produttore: Bruna Papandrea, Nathan Ross, Cheryl Strayed, Reese Witherspoon, Bill Pohlad
Produzione: Usa
Genere: Drammatico
Durata: 115 minuti

Dove vedere in streaming Wild

Il voto sarebbe un 6.5 / 26 Dicembre 2021 in Wild

Discreto film ma da cui forse mi aspettavo qualcosa di più (soprattutto a livello di paesaggi).
La giovane Cheryl (Reese Witherspoon) alla ricerca di se stessa intraprende un lungo e solitario viaggio sui monti occidentali (la Pacific Crest Trail per chi la conosce).
Qualche punto di contatto con Into the wild e non così tragico come 127 ore.
Cheryl inizialmente scettica lei stessa sulla validità del viaggio (i motivi che l’hanno spinta a farlo vengono man mano alla luce) ma pian piano inizia a prendere confidenza con la natura e soprattutto con la gente che incontra lungo il cammino.
Diciamo un Cammino di Santiago americano anche se in questi casi meno spirituale ma più un tentativo di ritrovare sè stessi.
Nel ridotto cast troviamo anche Laura Dern.

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Speravo molto meglio / 14 Dicembre 2019 in Wild

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ma invece di fare i flash che sono il 90% delle volte un problema nei film, perchè non fare una specie di riassunto per far capire come mai il personaggio fa questa scelta e poi far vedere il film? che è solo tempo sprecato. Pensavo fosse un film migliore, invece dobbiamo vedere una povera scema ex drogata che fa sesso con cani e porci, e crede di risolvere le cose camminando nel deserto. Invece magari di crescere e di mettere la testa apposto. Poi a paura di tutti, ma andava a letto con persone mai viste prime, il senso? si salva con 5 stelle solo perchè in alcuni punti ci sono spunti di riflessione per tutti, e perché almeno è maturata.

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Fuori dalla selva oscura / 2 Giugno 2017 in Wild

Il punto debole del film è la storia precedente di Cheryl, gli eventi che l’hanno portata a intraprendere la sua avventura e che la donna rivive nei frequenti flashback: la madre piena di vita morta prematuramente di cancro, la vita di eccessi che è conseguita a quella morte. Qui siamo in piena convenzione. C’è la scusante che il film è tratto da una storia vera, e che questo è ciò che è veramente accaduto alla vera Cheryl; ma almeno i mezzi espressivi impiegati avrebbero potuto essere un po’ più originali.

La storia del viaggio è più sincera e meglio raccontata. È un’ascesi fatta di piccole cose: le scarpe che stringono troppo, il fornello che non funziona, i terrori degli animali selvatici, gli incontri con esseri umani spesso amichevoli, talvolta pericolosi (e almeno una volta completamente folli: vedi l’episodio esilarante dell’intervistatore di barboni), mai scontati. C’è qualche piccola caduta, quando un vago misticismo si mette di mezzo (le visioni della volpe, i pensieri finali sul ponte), ma nel complesso la storia è originale e tiene, e concede allo spettatore l’attesa catarsi: Cheryl è uscita dalla sua selva oscura, e noi con lei.

La vera Cheryl Strayed è la donna col furgoncino che lascia la protagonista al motel. Reese Witherspoon ha tutto il film sulle spalle, ma lo sostiene meglio del suo zaino troppo voluminoso.

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Fredda poltiglia / 6 Ottobre 2015 in Wild

Già sulle prime sembrava essere una “poltiglia fredda”, proprio come quella che mette sotto i denti la trekker alle prime armi interpretata da Reese Whiterspoon. Poi il film a dire il vero va un po’ scaldandosi, ma solo fino a un certo punto. Vallée gestisce diligentemente la narrazione con pregevoli stacchi spaziotemporali, alternando passato e presente della protagonista facendo però largo uso di una sorniona e lucidissima fotografia da spot, tutta pose e studiati accostamenti cromatici. Sugli esterni, ovviamente, non mancherà l’irrinunciabile riflesso di sfere luminose sovrapposte.
Non si può negare il fascino drammatico di alcune brevi singole sequenze, come il dialogo con l’amica (la dolce e mascolina Gaby Hoffman dagli occhi bovini) in una Minneapolis innevata e crudele, ma nel complesso tutto risulta un tentativo poco coraggioso di sfondare il muro dei cliché. Colpa del soggetto? Peggio ancora: una mappa sbagliata non porta da nessuna parte.
Tutto il salvabile di questo film va a sdrucciolare nel patetico nella seconda parte, fino al florido bimbetto problematico canterino sotto la pioggia nel bosco accompagnato da nonna e alpaca.
Laura Dern (sempre magnifica nel ruolo di donna sfigata e sorridente) e Reese Whiterspoon, madre e figlia nel film, hanno 9 anni di differenza; e non c’è trucco che possa cancellare questo fatto.

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Toccare il proprio limite… / 1 Maggio 2015 in Wild

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

…e rimanere illuminati. Affrontare le paure, l’ignoto, rimanendo però coi piedi per terra, toccando le creste, i punti più elevati del proprio essere, dopo aver conosciuto i propri inferi, ci trasforma. Ci aiuta ad assumere pienamente e finalmente la responsabilità di noi stessi. Portare in superficie le nostre ferite più profonde, proprio quelle inguaribili, che hanno sfigurato la nostra anima, avendole ogni istante che la lotta per sopravvivere alla sfida della natura selvaggia ci lascia, ci muove al viaggio, all’unico autentico, quello interiore. Dunque le persone che ci hanno o abbiamo lasciato, ciò che saremmo potuti essere e ciò che non saremo mai, le sfide a cui abbiamo rinunciato prima d’intraprenderle, illudendoci che non avessimo nessuna scelta, tutto questo ci apre a un nuovo incontro con l’altro. Prima lo intravediamo lontano, ostile, pericoloso, poi, man mano che ci avviciniamo, distinguiamo un po’ meglio i suoi lineamenti: somiglia sempre di più a noi stessi. Infine ci sembra di averlo di fronte, faccia a faccia e infine, in un ultimo radioso, miracoloso sforzo, entra e ci attraversa e lì avviene il riconoscimento che ci trasforma. Ora non è più un estraneo ma è semplicemente l’Altro…

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