7 Recensioni su

Cuore selvaggio

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10 Ottobre 2022 in Cuore selvaggio

Linch si riconosce, si capisce che i film li sa fare, e come al solito si capisce poco, ma ha inserito bei riferimenti. Forse inferiore ad altri suoi visti.

Un altro grande Lynch, 7 / 29 Settembre 2016 in Cuore selvaggio

A rivederlo oggi, può sembrare noioso ma è intriso di amore, di musica e l’ottima regia di Lynch si vede: maestrale e visionaria, con un montaggio e una fotografia notevoli.
Un grande Nicholas Cage come non se ne vede uno da un bel pò. Bravissima Laura Dern (che ricorderò sempre per averla conosciuta in Jurassic Park ahahah!). Da notare quanti attori legati a Lynch ci sono, a parte William DaFoe troviamo molti personaggi visti in “Twin Peaks” (tra cui Sheryl Lee, Grace Zabriskie e Sherilyn Fenn!)
Un bel 7, nonostante non sia tra i miei preferiti di Lynch.

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Perversioni alla Jerry Lewis / 11 Maggio 2015 in Cuore selvaggio

Ho sempre avuto abbondanti riserve su Lynch, ma qui rispetto all’irritante Velluto blu non c’è proprio paragone; la differenza la fa il calibro degli attori protagonisti, con un duetto ben superiore agli imbarazzanti Kyle McLachlan e Isabella Rossellini. Qui abbiamo Nicholas Cage scapestrato romanticone (ruolo che fa il paio con quello in Arizona Junior dei Coen) e una deliziosamente goosy Laura Dern, attrice straordinaria di eccezionale espressività, troppo sottovalutata. Ruolino bomba per il villanissimo Willem Defoe. C’è qualcosa di truffaldino nella perversione e nella violenza lynchiana; scrisse così il mio critico cinematografico di riferimento, Roger Ebert: “Lynch incarta la sua violenza nell’umorismo, non come stile ma come una strategia. Luis Bunuel fece film più gioiosamente perversi e decadenti di qualsiasi incubo di Lynch, ma aveva il coraggio di dichiararlo apertamente. Lynch sembra voler adattare una sceneggiatura di Bunuel riscrivendola alla Jerry Lewis“.

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Grande Lynch / 30 Aprile 2013 in Cuore selvaggio

Un film che mi ha colpito, grande presa di c**o ai vari clichè Hollywoodiani e al tempo stesso un gran film con una bella storia semplice e affascinante tecnicamente perfetto e con delle sequenze indimenticabili (L’incidente, il cugino Dell, la madre della Dern che si riempie il volto di rossetto). Un gran film, da rivalutare

18 Febbraio 2013 in Cuore selvaggio

Lynch autocompiaciuto, più decifrabile del solito e sfacciatamente provocatorio, guida lo spettatore in quest’esilarante e parossistico “on the road sentimentale”, prendendosi gioco del conformismo, attraverso lo sguardo monoespressivo di Cage, sino all’irriverente e forzatamente melenso epilogo.

Un David Lynch visionario e debordante: un film che è follia pura / 9 Giugno 2011 in Cuore selvaggio

“Cuore selvaggio” (1990) è follia pura. E’ un film decisamente “malato”, segnato dalla presenza del fuoco: c’è infatti il fuoco che arde le case e il fuoco degli accendini sempre pronto a far bruciare le sigarette fumate alla velocità della luce, ma soprattutto c’è un fuoco che quando esplode lo fa in un modo molto più violento di tutti gli altri messi assieme; è un fuoco talmente incontrollabile che quando divampa non c’è più niente che si possa fare per domarlo, perché quando esplode è meglio lasciare che bruci il più in alto possibile per far sì che consumi e strazi chiunque ne venga colpito. Questo fuoco incontenibile, violento e selvaggio è quello dell’amore, che qui scoppia con una forza inaudita tra i due protagonisti della storia, Sailor Ripley (Nicholas Cage) e Lula Pace Fortune (Laura Dern).
Il primo è un ragazzaccio appena uscito di galera per aver ucciso un uomo fracassandogli il cranio con le proprie mani; la seconda, invece, è la classica brava ragazza che però è pericolosamente e irresistibilmente attratta dal lato selvaggio della vita. E chi meglio di Sailor potrebbe garantirle un’esistenza sregolata? Nessun altro, ovviamente. Sailor e Lula sono perdutamente innamorati l’uno dell’altra, e pur di coronare il loro sogno d’amore sono disposti a tutto, anche a scappare da tutti quelli che provano a fermarli per impedire loro di sposarsi.
Quella di Sailor e Lula diventa così una fuga infinita: una specie di viaggio – forse all’inferno o forse in paradiso, chi lo sa – di sola andata, senza ritorno quindi, e senza una meta precisa; perché, come diceva Jack Kerouac in “On the Road”: “Dobbiamo andare e non fermarci finché non siamo arrivati. Dove andiamo? Non lo so, ma dobbiamo andare”. E Sailor e Lula sembrano aver preso alla lettera quell’insegnamento, tanto da seguirlo, se necessario, fino alle estreme conseguenze. Un David Lynch visionario, volutamente debordante: tutto infatti in questo road movie grottesco (ricavato dall’omonimo romanzo di Barry Gifford) è spinto all’eccesso.
Il regista statunitense si diverte come un pazzo a giocare d’accumulo: Lynch (anche sceneggiatore) riempie il film sia di personaggi sopra le righe (come Bobby Peru, interpretato da Willem Dafoe) sia di ogni cosa possibile e immaginabile facente parte dell’immaginario collettivo americano (dalla strega cattiva alla fatina buona del mago di Oz), e il risultato finale non poteva che essere un’opera eccessiva ma dannatamente geniale che nel 1990 si è portata a casa la Palma d’oro al Festival di Cannes. Una storia dove gli opposti – violenza e tenerezza, amore e odio – si incontrano e riescono a convivere magicamente senza squilibri; una cosa, questa, che forse soltanto David Lynch riesce a fare così bene.
Certo, non è un film per tutti i gusti: però gli ammiratori del visionario autore di “Eraserhead” (1977) e “Velluto blu” (1986) troveranno sicuramente di che divertirsi. Nicolas Cage, spesso attore mediocre, fornisce qui una delle sue prove migliori: ad ulteriore dimostrazione che soltanto quando è diretto da grandi registi riesce a dare il meglio di sé. “Cuore selvaggio”, in definitiva, è un film pazzesco. In ogni senso.

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inequivocabilmente Lynch / 26 Maggio 2011 in Cuore selvaggio

In questo film di Lynch ancora esiste una trama di fondo, anzi, la fuga dei due amanti dalle restrizioni penali, dai killer e dalla famelica madre di lei è al centro della narrazione. Quello che distingue questo film, che ha vinto la Palma d’oro a Cannes, dagli altri film di questo genere è lo sguardo onirico di Lynch, che emerge nei personaggi estremi e nelle sequenze da sogno che ne caratterizzeranno i film successivi (Mulholland Drive e Inland Empire su tutti).
Bravi anche Nicolas Cage e Laura Dern (un pò attrice feticcio di Lynch).
Un film da “10” pieno!

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