Recensione su White Bird in a Blizzard

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White Bird in a Blizzard: sconclusionato / 26 Gennaio 2015 in White Bird in a Blizzard

Benché si lasci guardare fino alla fine con un certo interesse per via della trama noir che lo sottende, questo film di Gregg Araki (presentato al Sundance 2014) è un pasticciaccio di elementi improbabili e personaggi inconsistenti, di una piattezza psicologica quasi imbarazzante.
Brava Eva Green, fastidiosa ed inquietante, a tratti addirittura spaventosa, pieno merito del suo viso così particolare, ma a dirla tutta il suo personaggio è caratterizzato in fase di script in maniera davvero desolante.
Shailene Woodley (che capelli splendidi…) interpreta in maniera abbastanza incolore un’adolescente in-credibile, dall’espressione perennemente posh, che agisce perlopiù senza una particolare logica.

Vista l’assenza di qualsivoglia attenzione estetica propriamente detta rivolta alla ricostruzione d’ambiente, non ho compreso la necessità di ambientare la storia a cavallo tra anni Ottanta e Novanta (lo so che il film è tratto da un romanzo e che ne ha rispettato l’impianto, ma…), se non per poter inserire nella ricca colonna sonora alcuni brani new wave più o meno d’epoca davvero belli (New Order, Depeche Mode, Cure, Cocteau Twins, Siouxsie, Echo & the Bunnymen…).

P.s.: May è… Laura Palmer!

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