25 Recensioni su

Whiplash

/ 20147.7620 voti

Il sadico e l’ambizioso / 24 Marzo 2022 in Whiplash

Che dinamica si può stabilire tra un sadico e un ambizioso? La domanda può suscitare una reazione perplessa: non sono caratteri troppo eterogenei per dare vita a un rapporto significativo? Ma la risposta di Whiplash è un’altra. Il film rende perfettamente complementari i due protagonisti, aggiunge loro qualche sfumatura per renderli più umani (il colloquio di Fletcher con la bambina, la telefonata di Neiman alla ragazza), e li conduce poi allo splendido finale, che è allo stesso tempo imprevedibile e del tutto logico. J.K. Simmons e Miles Teller sono gli interpreti perfetti di questo film perfetto.

Leggi tutto

Bel film! / 24 Ottobre 2020 in Whiplash

Un bel film dove non conta la storia o la recitazione (che quella dei prptagonisti è davvero notevole…) ma conta il messaggio che lascia: non mollare mai davanti al tuo obiettivo e dai il meglio di te.
Ho aspettato anni prima che mi venisse la voglia di vederlo e peccato che ho aspettato troppo, poi solo gli ultimi 10 minuti valgono tutto il film.
Uno scambio di sguardi pieni di significato.
7.

Leggi tutto

incalzante / 21 Agosto 2018 in Whiplash

Le due peggiori parole del dizionario inglese che puoi dire ad una persona e potenzialmente causare più danno sono “good job”.

Con queste parole Fletcher il personaggio/docente interpretato da Simmons in “whiplash” riassume grosso modo il suo pensiero e la filosofia con cui insegna musica nella prestigiosissima scuola dove ha deciso di studiare il giovane Andrew, interpretato da Miles Teller.

Fletcher più che un lavoro ha una missione, cercare e trovare/forgiare il nuovo talento nascosto della musica. Talento che secondo lui si rivela solo attraverso il vero sacrificio , la determinazione la dedizione totale.

In questa sua ricerca quasi ossessiva non guarda in faccia niente e nessuno ed è disposto a utilizzare tutti i mezzi a sua disposizione per farlo etici o meno, moralmente accettabili…o meno.

Riprende, sgrida, urla, stressa, umilia, spinge i suoi allievi più meritevoli a conoscere i propri limiti, raggiungerli e superarli mettendoli di fronte ad una competizione che lui stesso crea, ad una rivalità che lui stesso alimenta tanto che potrebbe quasi sembrare che lo faccia per il suo stesso divertimento fine a se stesso, ma non è così.

Andrew dal canto suo è un giovane musicista, suona la batteria, ed è determinato a raggiungere il successo, a diventare qualcuno a dimostrare al mondo di essere diverso, migliore degli altri; probabilmente è ansioso quando Fletcher di conoscere il proprio limite e capire se è capace di superarlo. L’interpretazione di Teller mi è piaciuta particolarmente: avrebbe potuto essere il classico ragazzo molto sicuro di sè che dopo le prime difficoltà raggiunge il successo o quello eternamente insicuro che subisce una porta in faccia dietro l’altra; invece quello che vediamo è un ragazzo pieno di insicurezze ma anche consapevole del suo talento e della portata della sua determinazione a cui attinge nei momenti di difficoltà e scoramento. Vediamo quindi un personaggio che cammina in equilibrio tra questi due stati d’animo senza mai eccedere né da una parte né dall’altra e restituendone un’autenticità che coinvolge e commuove.

Fletcher dal canto suo spicca per il docente severo, ossessionato, appassionato quale è. Simmons è bravissimo a non cadere negli standard e stereotipi del docente cattivo o peggio a diventarne una caricatura; mai sopra le righe con la sua interpretazione che il regista asseconda al punto da ingannarci in un paio di momenti.

La regia del film segue il ritmo di un assolo di batteria, a volte travolgente e a volte più calmo ma sempre ritmato e coinvolgente.

Tutta la scena finale del concerto è meravigliosa; avrebbe potuto essere il classico concerto “fine-film-tutto-è-bene-quel-che-finisce-bene” ed in un certo senso lo è ma è presentata in un modo sorprendente: in quel concerto le due personalità, le due anime Andrew/Fletcher si incontrano, si scontrano, si sbranano, si conciliano, si fondono. Ognuno dei due vede dentro l’animo dell’altro e capiscono chi sono.

Tutto il resto del film è un messaggio sottolineato da scene volutamente irrealistiche o esagerate che vogliono essere a mio avviso ovvie metafore per stressare un concetto che si può condividere o meno. Viviamo in un mondo, una società che è sempre più preoccupata di forgiare elementi soddisfatti e compiaciuti, che livella le competizioni in modo tale che nessuno sia davvero un vincitore ma soprattutto nessuno sia mai un perdente. Aborriamo la sconfitta e soprattutto non la vogliamo far provare ai nostri figli; tutto deve essere alla portata di tutti e tutti devono avere la loro dose di soddisfazione e complimenti. Dobbiamo essere politicamente corretti, non sgridare nessuno, non dire parolacce, non sfogarsi mai, “eufemizzare” ogni cosa ad ogni costo. Questo film ci dice che per raggiungere l’eccellenza, per essere i migliori, per essere dei vincenti dobbiamo essere pronti a sacrificarci, a sacrificare qualcosa; è una strada dura e difficile e non la possiamo percorrere senza pensare di sudare, lottare, ferirci e ferire, una strada che presenterà mille ostacoli e incidenti di percorso, persone che cercheranno di abbatterci e altre che ci indicheranno la via giusta anche se è quella più difficile. Una strada che vale la pena di percorrere poiché anche se non arriveremo al traguardo il solo avere il coraggio di affrontarla e percorrerla ci renderà dei vincenti. Un messaggio che condivido in pieno.

Leggi tutto

Se non soffri non vale / 24 Aprile 2016 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Macciao, mi diceva lo schermo appena buio di un cinema dove non entravo da un po’. Perché non c’è niente al cinema, e meno male retrospettivavano il mio più clamoroso buco di 2 barra 3 anni fa?
Andrew suda, ehm, studia, batteria in una scuola per jazzisti di un’anonima NY, cinema e pizza. Viene fatto salire di livello da un prof, Fletcher, una lucertola bombata di steroidi e vestita con magliette nere attillate da bodyguard di localacci (no ma elegante eh. Classy), il quale riesce a fare battute sessite prima di aprir bocca 3 volte. Tra l’altro. Perché non ci sono musiciste jazz donne in questo film? Ma è davvero così? Bisogna infilare il pene in un buco nel muro che in realtà è una serratura che apre il portone del meraviglioso mondo del jazz, per essere musicisti jazz? Per entrare in un mondo di band e musicisti dove la pietà è bandita, tutti si vogliono fare le scarpe e vieni sostituito appena ti si incrina un’unghia e se sbagli sparati e se non sbagli sparati lo stesso che è utile. Vabbè, basta, il film è qui, un susseguirsi di sdrummate, Fletchy che insulta tutti e provoca e sobilla e mette contro la gente per farli andare oltre il limite, ripetendo a pappagallo che Charlie Parker non sarebbe diventato Bird se Jo Jones non avesse cercato di decapitarlo tirandogli i piatti in testa. Quindi tutto diventa una prova fisica, non è solo musica ma tempo e sudore e sangue, che Andrew spande e spalma sulla batteria, ripreso da vicinovicino che hai paura ti schizzi. Rinunciando a una che di smollarla sarebbe stata lieta, sfanculando parte della famiglia, perché lui preferisce crepare presto ma esser ricordato. Che picio. E poi di nuovo, ulteriore spasmo finale identico a tutti i twist precedenti, e non dirmi che un ca**o di incidente in macchina quando vai a 100 all’ora in città è un colpo di scena. Un panda rosa che entra nell’inquadratura con una capriola e urlando WHOOOOOOOPI GOLDBERG è un colpo di scena. Anche di scema, mi sa. Comunque l’incidente è quel che ti meriti, asino. Quel che è interessante è il jazz, che portacelo al cinema e alle insipienti masse se riesci (mi includo), e poi la commistione di tanti generi americani, molto anni ‘80 a dire il vero, piuttosto virtuosamente declinati al servizio del genere musicale. I film di Stallone, oltre il limite è Over the top, un palese istruttore Hartman di Full Metal Jacket. I concorsi, i giovani che lottano e vengono sconfitti e risorgono, la guerra fra titani protagonista/antagonista, ma alla fine i giovani vincono, perché loro hanno talento e forza di volontà, ohssì, e qui anche se non esplicitamente a suo modo ce la si fa.
Ce la siamo sudata.

Leggi tutto

full metal drums… / 8 Febbraio 2016 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Erano diversi mesi che aspettavo di vedere questo film e devo dire che, viste le buone recensioni e anche le diverse candidature che aveva avuto agli oscar, mi ero creato un’po’ di aspettative non fosse altro perché essendo un amante del jazz ( soprattutto i pezzi classici ) come minimo pensavo che avrei passato un paio d’ore immerso in quell’atmosfera anni ’30 alla Glenn Miller che tanto mi affascina.
Mi spalmo sul divano con la mia compagna ( alla quale avevo trasmesso per osmosi tutte le mie presentite good vibrations..) faccio partire my sky pronto a fluttuare per una serata in quello che avevo immaginato ( chissà poi perché..) come un “giovane Holden” a tempo di swing, mal me ne incolse… perché quello che ho visto nelle due ore successive è sembrato più un film su una sorta di addestramento paramilitare a ritmo di musica condito dai più classici cliché del genere quali nell’ordine: il sergente pezzo di m..( un Simmons sempre eccessivo e sopra le righe ai limiti della schizofrenia..) che tratta i suoi sottoposti come pezze da piedi, la recluta presa di mira dal suddetto( ragazzo dal passato “difficile” che non riesce a rapportarsi agli altri ma con una volontà incrollabile), un finale in cui si svela come in realtà ( wooww sorpresona..) il sergente poi tanto stronzo non era ma bensì ci faceva solo per temprare il carattere della recluta e prepararlo al duro mondo che lo attendeva la fuori , riuscendo peraltro perfettamente nel suo intento e donando ai posteri il più talentuoso soldato (batterista) che il mondo mai vedrà ..il tutto condito da una buona dose di sudore e sangue ( una roba da film splatter..), che in un buon film di genere che si rispetti non può mai mancare.
Che dire… dilusione massima…storia banale e già vista, recitazione eccessiva ai limiti del fastidio, musiche niente di che.. è un 5 perchè, conoscendomi, quando da un film mi aspetto grandi cose e rimango deluso questo me lo fa schifare anche oltre i suoi reali demeriti, ma a caldo il voto poteva essere anche + basso..

Leggi tutto

E X H I L A R A T I N G / 26 Ottobre 2015 in Whiplash

Veramente bellissimo,interpretazione magistrale di J.K.Simmons e un bravissimo Teller. Montato da Dio. La passione porta a questo.

PENOSOOOOO!!! / 28 Settembre 2015 in Whiplash

Il film più schifoso che ci sia sulla musica jazz. Finto, anzi fintissimo. E parlo per cognizione di causa. Mio fratello fa il batterista jazz ed è giovane, molto giovane. Ed è al top. è IL TOP che ci sia. Ha vinto tutto, suona con tt i grandi. E detto ciò vi dico: al massimo 2 fiacche sulle mani in tutta la sua vita. E musicisti di quel livello (quelli che fanno parte dell’orchestra) sono talmente penosi che sono inascoltabili!! E impossibile che non sappiamo gestire il ritmo. PENOSOOOOO!!! TUTTO TUTTISSIMO PENOSOOOOO

Leggi tutto

Al limite del noioso / 13 Agosto 2015 in Whiplash

Sarà che mi piace il jazz quanto Salvini, ma l’ho trovato LEGGERMENTE lento.
Il caro, vecchio Schillinger di OZ (non sapete chi è? Continuate a vedere Breaking Bad…) fa la sua parte, ma il resto non mi convince.

Finale a metà / 6 Luglio 2015 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Storia sicuramente già vista altre foto. Magistrale interpretazione da parte di J.K.Simmons. Trama molto scorrevole e ottimo anche il sonoro. Lo sguardo finale dice tutto, peccato che finisca in quel modo, avrei preferito sentire le parole di Fletcher.

Father mood / 30 Aprile 2015 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Se sei cresciuto senza mamma, perché quella che ti ha messo al mondo ha abbandonato te e tuo padre, per inseguire non si sa bene cosa, crescerai sbilenco, con una specie di scoliosi che ti farà inciampare e cadere in relazioni improbabili. Se tuo padre, per il quale tu sei rimasto il baricentro della sua vita, è stato costretto a sommare entrambe le figure di accudimento e per sua bontà e dolcezza è stato costretto a farti più da madre che da padre, tu sentirai sempre dentro di te una parte mancante. Però la vita, che è sempre incommensurabilmente generosa, prima o poi ti offrirà l’incontro decisivo. Ma non sarà un tenero amore con una dolcissima coetanea, che tu abbandonerai (per non provare di nuovo l’immenso dolore dell’abbandono?!?), bensì con un prof sadico che ha un fine e vede qualcosa in te. Vede in te quello che a lui è mancato per diventare un pezzo di storia del Jazz. Ma la tua debolezza congenita potrebbe impedirti di raggiungere lo stesso traguardo che il prof persegue almeno per uno dei suoi allievi. Da quello scontro fatale chi uscirà vincente? Cosa avrà dato alla fine il prof nevrotico e amorale a quel ragazzo mal cresciuto con un pezzo mancante?

Leggi tutto

Incredibile / 18 Aprile 2015 in Whiplash

Questo film è sconvolgente, in tutti i sensi. Siamo sull’orlo della follia più totale, sia di Andrew che di Fletcher. E questo è grandioso.
Unica pecca: lo sguardo finale tra alunno e maestro (e tutto ciò che ci sta dietro). Per il resto lo consiglio vivamente, c’è un sacco di buona musica e Teller e Simmons sono eccezionali.

12 Marzo 2015 in Whiplash

Come diceva Edison, il genio è per l’1% ispirazione e per il 99% sudore; e di sudore, fatica e sangue ne è impregnato questo Whiplash e il suo protagonista, determinato a diventare un batterista jazz, uno dei grandi. Spinto a superare i propri limiti dal suo professore, dai modi militareschi ed eccessivi che punta allo scoraggiamento come forma assoluta di incoraggiamento e con cui ha un rapporto confronto, scontro. Viene da domandarsi quale sia effettivamente il metodo più ortodosso e funzionale di insegnamento, su quanto sia difficile intraprendere una carriera artistica e quanto costante coraggio ci voglia, sapendo che è un mondo con concorrenza spietata, di difficile accesso e sempre più snobbato. Appassionante, coinvolgente e motivante. Molto bella la fotografia e ottime le interpretazioni.

Leggi tutto

3 Marzo 2015 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Whiplash è un film emozionante, avvincente, reso vivo da personaggi magistralmente caratterizzati ed un fantastico J.K. Simmons. Simmons, la vera colonna portante dell’opera, una specie di Hartman ancora più duro e selvaggio, interpreta un insegnante che sprona i suoi allievi a suon di insulti. Tuttavia Whiplash, articolandosi in una vicenda dura, claustrofobica e elettrizzante, si concede poi il lusso di una specie di happy ending hollywoodiano: una scelta che compromette la credibilità e la forza della storia. Ma veniamo al film: la trama dell’opera diretta da Damien Chazelle ruota attorno al batterista jazz Andrew Neiman.

Andrew è un ragazzo che sogna di farcela, sogna di affermarsi, sogna di sfondare nel mondo del jazz. Vuole la fama, quella fama che probabilmente raggiungerà subito prima di morire per un overdose di eroina o subito dopo un incidente stradale. Non vuole il denaro ma raggiungere il suo obiettivo ed è disposto a farsi sanguinare le mani pur di realizzarlo. Studia batteria jazz a New York in una prestigiosa scuola di musica ed è al suo primo anno. Di strada ancora ne ha da fare ma si fa le sue domande. Non brilla particolarmente in nulla eccetto che nella musica: c’è da lavorare ma il talento non gli manca. Tutto cambia quando nella sua vita fa la comparsa l’Hartman del Jazz ovvero Terence Fletcher, l’insegnante apparentemente arrogante interpretato da Simmons. Severo ma giusto, Fletcher prende sotto la sua ala protettrice il giovane. Da questo momento per il nostro giovane inizierà una strada tutta in salita, una strada fatta di privazioni e di duro allenamento.

Iniziamo con il dire da subito che in Whiplash il vero antagonista non è Terence ma, paradossalmente, il giovanissimo Andrew. Terence, è innegabile, non ha una simpatia particolare per nessuno ed anzi risulta testardo e presuntuoso ma, badate, non è cattivo. Il suo obiettivo è quello di creare un Max Roach degli anni 2000 e vuole realizzarlo attraverso i suoi modi spartani. Andrew invece è un vero problema, è remissivo a tratti, è il classico tipo che tiene tutto dentro e poi esplode. Nel film non rispetta le gerarchie, da di matto in più occasioni e cade vittima della sua mitomania.

Su di lui si potrebbe pensare: “Andrew si allena, suda, sputa sangue, è disposto ad abbandonare gli amori pur di concentrarsi sulle sue passioni e non si pente”. Siamo sicuri che non si penta? Purtroppo la verità è che Andrew ha puntato tutto sull’Arte, vuole raggiungere un obiettivo e si dedica a questo giorno dopo giorno. La cosa va bene ma ad un certo punto commette un errore: lui se ne frega e continua a vivere per l’Arte. Non contento tira dritto, fa un altro errore ma non ha rimpianti. Lascia una ragazza però dopo qualche tempo la richiama. Scopre che nel frattempo la vita per la sua ex è continuata, scopre di aver perso baracca e burattini, quindi in un certo qual modo si pente per una parte delle decisioni prese. Vive per l’Arte ed è solo, è convinto di poter vivere solo con la musica e fallisce – ma nel film gli si ripresenta un’occasione per rialzarsi.

Fosse la vita reale Andrew sarebbe rimasto a fare il pizzaiolo, uno che ha seguito le proprie passioni, che si impegna ma gli va male. Nel film invece fallisce e rosica, rosica e cerca di fregare Hartman. Hartman è più sottile e gli offre un’opportunità, ma…

Il film doveva finire proprio in quel momento ed invece nel suo distanziarsi dall’happy ending tipicamente hollywoodiano tende ad avvicinarsene pericolosamente. A parte questo Whiplash regge molto bene, ha una regia impeccabile e una trama dura: insomma, un film decisamente consigliabile.

Leggi tutto

Brillante parabola musicale / 26 Febbraio 2015 in Whiplash

Un film molto interessante, coinvolgente, ritmato proprio bello. In alcuni punti la storia è semplicissima e capisco la banalità che viene espressa nei giudizi ma è ben, a parer mio, affiancata ad un cast eccezionale e un argomento avvincente. Hollywood è piena di musica e film sulla musica: non c’èra ancora un film così però
Bravissimo Simmons incredibile, oscar meritatissimo, bravo Miles Teller, ottima scelta di colori, una fotografia raffinata e jazz. Mi ha veramente lasciato un buon sapore in bocca, una storia che ti fa venire voglia di impugnare due bacchette e iniziare a suonare per tutta casa. Molto bene.

Leggi tutto

La trance del batterista / 24 Febbraio 2015 in Whiplash

Sì, la trama decisamente classica cerca un po’ le grazie del pubblico facile, ma questo film punta anche dritto alle corde dei “lavoratori del jazz”, a chi con questa musica ci vive, ci ha sudato e pure un po’ sanguinato. Ovviamente sfoggiando pezzi molto “swinganti” e orecchiabili, per non restringere ulteriormente la platea, ma allo stesso tempo non rinunciando a quegli assoli stremanti che mandano in trance un batterista, alla Buddy Rich; direi che Chazelle ha sfornato dal punto di vista musicale un ottimo compromesso. Ed ha catturato anche la sintesi del “fare musica”, quell’arte faticosa e mai improvvisata; come diceva Duke Ellington, “There is no art without intention”. Non c’è un felice idillio tra maestro e allievo, ma quasi la condivisione di una ammaliante dannazione, dove le rigide gerarchie vengono sovvertite solo dal doloroso parto dell’atto geniale.
Il ruolo pesante nel film è chiaramente quello del premio Oscar J.K. Simmons, efficace già dall’impatto visivo con quel suo cranio nodoso e venato, prototipo hartmaniano di quei modi draconiani che sondano la pericolosissima pedagogia dell’ estrema umiliazione. Sarà vero che è necessario il piatto in testa di Jo Jones per fare grande Charlie Parker? O stiamo parlando di un sistema rischioso che può indurre perfino al suicidio? Vi dirò; sarei propenso per la seconda, ma forse un piccolo dubbio rimane, e infatti il film lascia la domanda ma non azzarda (per fortuna) una risposta. Vi risparmierò pure io il qualunquista “c’è sempre una via di mezzo”.
Nota a margine, mi è piaciuta tantissimo la freschezza e la naturalezza con cui Melissa Benoist ha dato vitalità al suo pur piccolo ruolino standard di fidanzata mollata per cercare il successo.

Leggi tutto

20 Febbraio 2015 in Whiplash

Che dire…..vedetelo solo per la musica.
Che spettacolo!!!!!!!!!!

J. K. Simmons bravissimo.

20 Febbraio 2015 in Whiplash

Bella musica…
Bella la trama…
Odioso l’insegnante…
La storia è da seguire.
Non un grande film ma sicuramente il Jazz la fa da padrona.
Ovviamente per chi è abituato a Tiziano Ferro o la Pausini potrebbe essere un po’ difficile da digerire… 😉 Scherzo… (o forse no…)
Carino.
Ad maiora!

Non conta solo il tempo. / 18 Febbraio 2015 in Whiplash

Non posso scrivere che il film non mi sia piaciuto, però…
Empatia per i personaggi: zero, ma questo non è un difetto. Certo è, che il maestro ha un carattere privo di sfumature, una macchietta. Persino Mr. Diamond di Mila e Shiro, in quale episodio, ha rivelato di avere un animo più gentile e cordiale del suo.
Ma Fletcher no. Proprio non ce la fa.

Da perfetta ignorante in materia di Jazz e batteria (strumento che onestamente non mi ha mai incuriosito), durante la visione, mi sono chiesta se stavo guardando un film o una gara di bacchette. Non si evince l’amore e la passione per la musica. Tutto ruota intoro all’ossessione della velocità, di superare il limite, di raggiungere la perfetta esecuzione al tempo di 400 bpm. L’idea che questo concetto faccia da padrone per buona parte della sceneggiatura mi è parso davvero un po’ riduttivo. Forse si poteva osare di più invece di estremizzare alcuni aspetti per poi spettacolarizzarli. C’era il potenziale di fare qualcosa di interessante ed anche emotivamente più coinvolgente, parlare di un genere musicale di nicchia in maniera più incisiva, ma credo che l’intento sia stato sprecato.

Non so se tra le altre cose, il regista si fosse prefissato l’obiettivo di incuriosire lo spettatore verso questo strumento, se così fosse, almeno con me ha fallito pesantemente.
Concludendo con ironia, d’ora in poi assocerò la batteria all’ansia ed al sangue.

Leggi tutto

Un capolavoro ‘ Chazelle ‘ / 15 Febbraio 2015 in Whiplash

Da dove iniziare per poter descrivere questa fantastica opera ? Whiplash è un film del 2014 per la regia di Damien Chazelle. La trama della pellicola si presenta non troppo complicata. Andrew, sogna di diventare il più grande batterista Jazz, e studierà allo Shaffer, un conservatorio di Manhattan. Il suo obbiettivo è quello di entrare a far parte di una delle orchestre più importanti della città, guidata da un severo e ferocissimo Terence Fletcher interpretato da un mastodontico J.K. Simmons, che è riuscito a calarsi perfettamente nella descrizione del suo personaggio, una performance davvero riuscita.
Miles Teller, invece, veste i panni del protagonista Andrew, una nuova rivelazione nella cinematografia mondiale. In questo film ha superato ogni mia aspettativa. Un personaggio sognatore, determinato a diventare uno dei più grandi musicisti del Jazz, ma non si rende conto di quello che lo circonda, in particolare Nicole, una ragazza di cui si era innamorato. Andy brucerà l’occasione di poter avere una relazione stabile con lei per poter prendere tempo a convincere il professor. Fletcher che si merita il posto di batterista principale nella sua orchestra. Durante il suo percorso, le sue capacità musicali saranno messe a dura prova e soprattutto, sarà davvero doloroso per lui. Miles Teller è riuscito anch’egli a calarsi in maniera credibile nella sua parte mostrando allo spettatore la sua vera disperazione e il suo vero dolore fisico che si è procurato durante i suoi allenamenti.
Un film che durante la visione, mi ha lasciato senza parole e incollato alla sedia per la durata di un ora e quarantaquattro minuti.
La pellicola contiene sì, delle scene lente ma non assolutamente pesanti, tutt’altro, il regista riesce a catturare l’attenzione dello spettatore in maniera assolutamente perfetta.
Ho trovato nel film anche una Fotografia dal filtro giallastro che a mio parere riesce a collegarsi magistralmente con l’atmosfera Jazz e orchestrale.
Nulla da criticare, assolutamente perfetto secondo la mia opinione.

Leggi tutto

Whiplash: un film giallo. / 15 Febbraio 2015 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ovviamente super voluta la scelta dei colori caldi.
Come si diceva “a qualcuno piace caldo” il jazz, e la gamma di colori scelta per questo film ha motivo di esistere. Non vuol dire che mi piaccia, è veramente troppo giallo in alcuni punti, però le scelte stilistiche sono scelte stilistiche, che si può dire? Tra l’altro è pure una scelta giusta, tutto sommato, come ho già detto, quindi è inutile pure stare a parlarne.
Onestamente non mi piace nemmeno il messaggio che passa, o almeno quello che fa passare il ragazzino “diventerò uno dei grandi”, “preferirei morire povero e alcolizzato a quell’età con gente che parla di me a tavola, piuttosto che vivere ricco e sobrio fino ai novanta senza che qualcuno ricordi chi ero”. A questo punto mi chiedo dov’è che finisce l’amore per la musica e cominci la sete di fama. Non dico che non debbano esserci entrambe le cose, ma delle volte mi sembra che spinga verso la fama, protenda troppo verso la voglia di essere qualcuno, piuttosto che il desiderio di fare musica e basta. E non dico sia sbagliato, a venti anni è logico, chi non ci pensa? Chi non vuole fare qualcosa, essere ricordato, essere importante, non occupare spazio insomma. Dico solo che non mi piace, tutto qui.
Non mi piace nemmeno il messaggio che fa passare Fletcher. Spingersi oltre il limite, per me, non è sempre giusto e non è detto che porti a qualcosa di buono – anzi, delle volte può distruggerti e basta.
Sì, è vero, ” Non esistono in nessuna lingua del mondo due parole più pericolose di ‘bel lavoro’ “, ma gli estremi non vanno mai bene, e una delle storie raccontate nel film ne è la prova lampante. Denigrare e far sentire in quel modo un ragazzo non sempre è un metodo giusto per spronarlo, spingere in quel modo sulle debolezze altrui può essere pericoloso. Proprio perché non tutti conoscono bene la psiche umana, né la storia, i limiti e le insicurezze di una persona, certe volte diventa rischioso picchiare su certi punti.
Ovviamente non sto qui a discutere più di tanto su queste cose, perché il gusto è gusto, e a me certi atteggiamenti estremi non vanno giù – sarà che è pure un film, senza dubbio, e che forse il Sergente Hartman non è che ci stia molto bene in mezzo ad un’orchestra. Non si può dire che J.K Simmons non sia stato bravo, assolutamente, non è facile interpretare un personaggio così odioso.
Molto belle le scene in musica ed il ritmo della pellicola, anche se onestamente non mi pare che il montaggio sia questa cosa super innovativa come invece si diceva su alcuni siti e blog. In alcuni punti segue il ritmo ed i tempi della colonna sonora e della musica, tutto qua, succede in molti altri film, non è né la prima né l’ultima volta.
E’ un bel film, ottima regia, certe inquadrature sono davvero belle, ma alcune scelte stilistiche se pur giuste non mi piacciono – colpa mia e gusto mio, eh.

Leggi tutto

Whiplash: godibile ma non epifanico / 15 Febbraio 2015 in Whiplash

(Sei stelline e mezza)

Nuova confezione per una storia vecchia come il tempo: l’affermazione del sé trova in questa pellicola una declinazione che di inedito, più o meno, ha perlopiù lo strumento (in senso musicale).

Bravi, molto, gli attori protagonisti, eccellente il montaggio, bella la fotografia, ma la consueta logica del “vincente perché così è” nel complesso delude un po’. Il film fila liscio, liscissimo, senza veri guizzi, azzardi, veri colpi di teatro, novità nel rapporto allievo-maestro, protagonista-antagonisti.

Tra sacrifici di stampo quasi nipponico e stereotipi tutti americani, il film di Chazelle mi ha ricordato molto Il cigno nero di Aronofsky, per fortuna senza sfidare il versante onirico dello stesso.
Sufficientemente godibile, ma (narrativamente) affatto epifanico.

Leggi tutto

Whiplash ha tanto da dire, ma nulla di nuovo da raccontare. / 14 Febbraio 2015 in Whiplash

Certo, è un film musicale che si discosta dai canoni abituali, e che ti proietta in una sorta di concerto jazz, che una volta concluso ti lascia ancora nella mente l’eco di quel drumming frenetico che l’ha accompagnato, ma a mio giudizio risulta fin troppo prevedibile e scontato. Sin dai suoi personaggi, il precettore e il discente, stereotipi costruiti ormai su larga scala per questo tipo di rappresentazioni.
Oltre la scelta di trattare un genere contemporaneo ( che peraltro ha numerosi precedenti nella storia del cinema ) con l’ausilio di un diverso strumento musicale, che nell’immaginario comune (e quindi non tecnico ) non è tipicamente lo strumento più amato, vi è qualcosa di veramente originale?.
L’allievo che nel suo excursus personale tocca apici di arroganza, superbia, misoginia, non incarna che la mediocrità umana, sempre all’opera per ergersi dalla sua condizione. E se per un genio l’essere altezzoso, egoista, superficiale, è quasi un vezzo, per un modesto musicista, che però ha il merito di arrivare alla perfezione del genio grazie ad una smisurata forza di volontà ( che riconosco ), non è un fine che ne giustifica i mezzi.
Il maestro, poi, non è che un déjà vu, un qualcosa di già visto così tante volte che a tratti ha offuscato anche la magistrale interpretazione del suo interprete, relegandolo ad una sorta di macchietta, burlesca immagine in un teatrino di convenzioni e costumanze.
Il finale, però, è stato costruito perfettamente, lasciando alla musica, e solo a quella, il compito di orchestrare le emozioni degli spettatori, facendole vibrare nell’immenso.

Leggi tutto

3 Febbraio 2015 in Whiplash

Bella prova registica di Damien Chazelle, Whiplash è la storia di Andrew, batterista jazz notato dal maestro più temibile e ammirato del conservatorio. Tutto il film ruota attorno al metodo distruttivo del maestro e alla volontà di sacrificio dell’alunno, mostrando la discesa negli inferi del ragazzo. Il maestro infatti, in un bel dialogo con Andrew, ribadisce la sua filosofia di insegnamento, perseguita no matter what e il film non condanna ma espone muscoli, urla e sangue, così come espone direttamente e indirettamente le estreme conseguenze della fame di perfezione che il protagonista sposa al 100%, fino al finale vincente e al tempo stesso desolante. Girato con molta maestria e occhio ai dettagli e impreziosito dalle interpretazioni di Miles Teller e J.K.Simmons, Whiplash è un apprezzabile film, non un capolavoro, pieno di spunti di riflessione.

Leggi tutto

La parabola del batterista ambizioso / 23 Gennaio 2015 in Whiplash

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho odiato durante il film quell’aura di predestinazione che sembrava avvolgere il protagonista e che lui stesso in certi punti sembra assumersi. La pellicola comunque si basa principalmente sullo schema del contrasto maestro-allievo, dove qui il maestro è un ispirato J.K. Simmons, esaltato dalla contrapposizione dei ruoli. Ovvero, il protagonista Neyman vuole migliorare ma il suo maestro Fletcher sembra impedirglielo. Sotto sotto, sa che lo fa per tirargli fuori il meglio. Ed effettivamente è così. Ne risulta che le sfuriate in cui si prodiga Simmons (alternate a momenti di pura calma olimpica) non appaiono mai fastidiose per lo spettatore, anzi quasi strappano il sorriso.
Un film ben realizzato sul tema dell’ambizione musicale.

Leggi tutto

Musica Per Tutti / 22 Gennaio 2015 in Whiplash

Chazelle unisce tutti i crismi del Cinema emozionale per le folle, ritmo ben dosato, qualche sciocchezzuola qua e la e poi c’è lui, il mattatore JK Simons, nonché vero motore dell’intera operazione.

inserisci nuova citazione

Non ci sono citazioni.

Non ci sono voti.