30 Dicembre 2013
Esordio come attore e come sceneggiatore (di un lungometraggio) di Woody Allen, una commediola degli equivoci simpatica e caotica, tra Boccaccio e Hemingway.
Si intravedono quelli che saranno i temi forti della cinematografia alleniana, dalla psicanalisi allo humour nevrotico e cervellotico.
Apprezzabile l’iniziale ambientazione parigina, che sembra richiamare gli anni della Generazione perduta, con alcune scene girate alla mitica Closerie des lilas.
Un grande Peter Sellers, che regala le situazioni comicamente più interessanti della pellicola (soprattutto in coppia con la pachidermica moglie wagneriana). Woody per nulla impacciato nel suo primo ruolo da attore, pur secondario. Peter O’Toole nella parte del piacione suo malgrado (“è strano, quando la luce mi colpisce in un certo modo, sono quasi bello”): forse più adatto ad altri ruoli.
Regia adeguatamente frenetica di Clive Donner. Memorabile il motivetto iniziale cantato da Tom Jones.

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