18 Recensioni su

...E ora parliamo di Kevin

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…E ora parliamo di Kevin: scomode realtà / 6 Marzo 2015 in ...E ora parliamo di Kevin

Psicologia sottile e dolorosa che suggerisce, spesso, più che mostrare, affrontando temi delicatissimi e difficilmente trattati, in primis la messa in discussione del retaggio diffuso secondo cui una donna, in quanto tale, sia a) disposta incondizionatamente al sacrificio in nome della famiglia, b) desideri ardentemente procreare, provando gioia nell’allevare creature che, in non poche occasioni, sapranno dimostrare smaccata ingratitudine.

Ora, Kevin, specie da bambino, nei suoi inquietanti silenzi e nei suoi sguardi obliqui, sembra l’Anticristo, ma è ovvio trattarsi di “semplificazione” e stereotipo efficace ai fini narrativi, al pari del folle progetto architettato al fine di punire (perché, poi?) la madre, riducendola ad una reietta sola e dimenticata.
Ancora di più, quindi, colpisce e traumatizza vedere rappresentato il desiderio inconscio della donna di proteggerlo, nonostante tutto, nel momento di maggior abbandono del ragazzo, a prescindere dalle aberrazioni compiute.

Eccellente la Swinton, inaspettatamente bravo Ezra Miller (finora, lo avevo visto all’opera solo in Noi siamo infinito e non mi aveva affatto colpita).
Ottima colonna sonora che, con cacofonie nipponiche e brani “leggeri” contrapposti ad atmosfere pesantissime, crea une perfusione quasi tangibile tra il racconto e la sua aura.

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Una grande Tilda Swinton! / 11 Dicembre 2014 in ...E ora parliamo di Kevin

Thriller della regista scozzese Lynne Ramsay, con una grande Tilda Swinton. La regista che viene dal cinema indipendente mostra una relazione madre-figlio per niente scontata e naturale e riesce a rompere il tabù della difficoltà nel sostenere il ruolo di madre e dell’influenza a volte patologica della famiglia. Inquietante e forte, ma secondo me anche necessario!

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27 Aprile 2014 in ...E ora parliamo di Kevin

Mi ci è voluta una seconda visione del film per apprezzarlo appieno. Tilda Swinton assolutamente fantastica e Miller… inquietante.

7 Dicembre 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

Per quel che mi riguarda, se non fosse per tutti gli spunti narrativi presenti ed ignorati e la superficialità con cui viene trattato il rapporto tra Kevin e sua madre, questo sarebbe potuto essere un gran bel film.
L’odio che questo ragazzo prova per la madre sembra avere radici nel profondo disagio che la stessa vive durante la gravidanza e successivamente durante il parto (ragion per cui mi sarebbe piaciuto che la pellicola approfondisse anche il periodo della seconda gravidanza che avrà “esiti” completamente differenti) tuttavia il modo in cui questo risentimento si evolve e le ragioni che spingeranno poi il ragazzo a fare quello che farà durante tutto il suo percorso ci rimarranno quasi o totalmente oscure; il film infatti si limiterà a disseminare indizziucci a caso per il resto della sua durata, utili solo a farci comprendere l’effettiva disfunzionalità della psiche del ragazzo (e forse di entrambi i genitori) ma senza approfondire più di tanto.
Un altra cosa che m’ha irritato non poco è il fatto che figlia 2 e padre siano personaggi quasi inutili, mi spiego: Dal momento che il regista non ha voluto approfondire il rapporto madre/figlio avrebbe quantomeno potuto caratterizzare meglio questi due personaggi ed inserirli adeguatamente nel contesto. Il loro ruolo assolutamente passivo sarebbe stato accettabile nella misura in cui i personaggi principali fossero effettivamente predominanti anziché goffamente onnipresenti.
Ciò che mi ha spinta, comunque, a dare un sette (che è più un sei virgola otto) a questo film è la straordinaria interpretazione della Swinton e di entrambi gli attori che hanno impersonato Kevin (grande e piccino) e l’eccellente rappresentazione del periodo di “disperazione e dolore” della protagonista.
A mio avviso questa pellicola eccelle nella resa delle conclusioni ma pecca in quella delle premesse, il che rende, in ultima analisi, la struttura del film poco più che mediocre.

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8 Ottobre 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

Mi sono imbattuto nel romanzo di Lionel Shriver parecchi anni fa. Duro, crudo, a tratti disturbante. Un’opera letteraria che ha trovato nella pellicola di Lynne Ramsay la perfetta trasposizione cinematografica.
Attori bravissimi (con una Switon profondamente espressiva nel suo dolore), una sceneggiatura (rapportandola al romanzo) assolutamente riuscita e una regia immensa. Quest’ultima supportata da una magnifica fotografia, con il suo particolare utilizzo di luce e colori, e un montaggio davvero interessante nel suo alternare la dolorosa concretezza di un passato che non può essere cancellato a un presente fatto di tacita e struggente accettazione di un’infelicità che si considera meritata. Un presente che spesso scivola quasi nell’onirico e nel surreale (da antologia, per esempio, la sequenza del rientro a casa durante la notte di Halloween).
Al tutto, si aggiunge anche una colonna sonora niente male.

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Tilda Swinton ….eccezionale….. / 30 Settembre 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Un dramma psicologico in cui Tilda Swinton interpreta il ruolo di una madre il cui figlio arriva a compiere un gesto terribile!!! L’atmosfera angosciante e opprimente è evidente fin dalle prime sequenze di immagini con l’uso del contrasto del colore rosso con colori neutri come il bianco e il grigio. Tutto si basa sul rapporto di amore ed odio che c’è tra lei e il figlio Kevin che all’inizio come anche per il resto del film lei non riesce a comprendere. Vediamo questo bambino poi adolescente che sembra compiere solo gesti premeditati e crudeli verso la madre che non sa come reagire o come affrontarlo. Incredibile è l’interpretazione di Ezra Miller il cui ruolo di giovane sociopatico gli riesce benissimo, ma ancora più incredibile è Tilda Swinton le cui semplici espressioni del viso sono evocative e d’effetto!!!!

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Parlerei per ore di Kevin / 13 Settembre 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

Più che un semplice presente indicativo userei un imperativo, come il titolo orginale: DOBBIAMO parlare di Kevin!
Ho inizialmente avuto voglia di vedere questo film per Tilda Swinton, una delle mie attrici preferite, ed infatti sono stata contenta e soddisfatta, ottimo lavoro perchè è in grado di trasmettere uno stato d’animo esaurito e triste a causa dell’odio che prova Kevin, il figlio, nei confronti di una madre apparentemente normale e che fa del suo meglio per piacergli,a volte a costo di perdere la pazienza ed arrivare a gesti non intenzionali.
Come di Kevin si DEVE parlare anche dell’attore che lo interpreta, Ezra Miller: per me è stata una grande rivelazione, da un’interpretazione accurata e, oserei dire, tanto agghiacciante e viscida da crederlo così brutale ed insensibile anche nella vita reale. Non c’è spazio di pensare ad altro, quando lo vedi sullo schermo non distogli un attimo l’attenzione, ti cattura e ti rende succube dei suoi piani disumani.
E’ un film che fa riflettere, con una fine incerta e poco chiara: si deve guardare con il mood giusto e prestare attenzione ai minimi dettagli. Personalmente, per farmi un’idea più chiara, ho voluto riguardarlo, ho voluto cercare di capire il perchè di questa relazione intrisa di “amore” ed odio (in effetti più il primo che il secondo). Complesso di Edipo? Attaccamento insicuro-evitante? Mah…sono ai due poli opposti, eppure Kevin ci dice così poco di sé che si potrebbero prendere in considerazione entrambi.
Consigliata assolutamente la visione! Non è un film per tutti. Bisogna tener testa al crollo psicologico di una madre, sola contro tutti, e alla rovina di una normale famiglia. Chi ci riesce rimarrà colpito.

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25 Agosto 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

Regia meravigliosa per un film dalla trama difficilmente gestibile.
C’è una cura smodata per i dettagli, aspetto che personalmente adoro e che contribuisce a generare attenzione verso quelle che potrebbero essere chiavi di lettura -per stati d’animo e sensazioni.
L’iniziale rumore tra i pianti e la confusione della città è sostituito dall’introverso silenzio in cui continua a ribollire il caos: la voglia di vendicarsi di un torto mai subito.
La Swinton ha interpretato in maniera incredibile la propria parte, dall’inizio alla fine del film e questo non può che essere un punto a favore.
Ho apprezzato il modo in cui il passato è stato inserito nel presente (due anni dopo l’avvenimento) attraverso flashback incastrati perfettamente in comuni abitudini.
Il finale, poi, non può che lasciare tra il dubbio e la speranza.
Un abbraccio, un lungo corridoio ed infine la luce -non la pace ma la ripresa dai sensi di colpa.

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Rosemary’s Baby 2.0 / 12 Luglio 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

Un film senza dubbio di forte impatto, che fornisce molti elementi su cui riflettere, lontani dal buonismo Mulino Bianco. Sinceramente, però, non apprezzo troppo la lettura “colpevolistica”: la cattiveria di Kevin, seppur rafforzata ed alimentata dagli indiscutibili errori materni, mi pare proprio che sia “innata”. Un seme innaffiato, senza dubbio, ma già presente. Un seme che una madre non troppo convinta, ma pur sempre tale, ha cercato di trovare, comprendere ed estirpare, senza successo; il padre, poi, è presentato come debole e facilmente manipolabile dal figlio adorato. Una famiglia traballante, tolti gli orpelli della casa perfetta e del benessere evidente; ma le continue sfide di Kevin, fin da piccolissimo, vanno ben oltre il normale incontro/scontro infantile con la figura adulta (tra parentesi: il bambino è assolutamente formidabile, spero che faccia strada). Inoltre, nella maggior parte dei casi, quando un bambino non si sente amato o voluto più che altro tenta in tutti i modi di conquistarsi l’affetto, anche da adulto, anche davanti ad una evidente impossibilità.
Sarà il film che ha “banalizzato” un po’ la questione? Leggerò il libro per capirlo.
In ogni caso, un cast perfetto, Tilda superba ed Ezra ha davvero un fascino perverso.

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si può fare di piùù. / 6 Giugno 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

l’argomento trattato è davvero particolare. e piacevole sotto un punto di vista masochistico.
perfette colonne sonore.
angosciante al punto giusto Tilda Swinton, assolutamente adatta al ruolo.
Ezra Miller dal solito fascino incomparabile ed un modo di fare brutale, qui.

eppure.
un film abbastanza sconclusionato, incasinato, mette in confusione.
ed una fine che lascia l’amaro in bocca, come se non fosse abbastanza per quel che ci si aspetta durante tutto il film.

non mi ha lasciato nulla di abbastanza forte da meritarsi la sufficienza.

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27 Gennaio 2013 in ...E ora parliamo di Kevin

Dramma fortemente evocativo e conturbante, il film regge su una grande prova di Tilda Swinton, che è sempre meritevole di ammirazione, anche nei panni di una madre distrutta dal senso di colpa per aver generato e cresciuto un figlio fuori da ogni binario, destinato a compiere una strage.
La confezione del film è davvero perfetta: c’è un continuo richiamo al sangue, fortemente simbolico, e la fotografia vira anch’essa sul rosso più spinto. Inoltre, l’uso del sonoro è dei più intelligenti, assordante e angosciante. E manco a dirlo, la stupenda colonna sonora è di Johnny Greenwood!
Infine un cenno al ragazzo, un affascinantissimo Ezra Miller, da tenere d’occhio e che in questo film è una maschera cattiva da encomiare.

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16 Ottobre 2012 in ...E ora parliamo di Kevin

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Male non è, ma non lo rivedrei con piacere.
Kevin sembra l’incarnazione di un’entità demoniaca, probabilmente frutto di un inconsapevole accoppiamento tra la madre Eva e il Principe delle Tenebre.
Si assiste impotenti ai tormenti di questa donna-madre, Eva, rosa dal rimorso e dal dubbio di essere la colpevole di quanto accaduto, e quindi rassegnata a scontare in eterno una pena forse immeritata ma che la società le ha cinicamente e sommariamente inferto.
Per me immeritata lo è davvero: capisco che la pellicola voglia mostrare come il rapporto tra Kevin e Eva non sia mai stato roseo sin dalla nascita del bambino, ma non si possono giustificare in modo riduttivo e semplicistico le devianze metali e l’astrio di Kevin solo con i presunti “segnali negativi” che le madre gli avrebbe inviato sin dal neonato; i sedici anni di guerra che Kevin muove ad Eva sono chiaramente a senso unico, e la causa reattiva mi sembra troppo debole.
Bravissima Tilda Swinton nell’impersonare un personaggio nient’affatto facile. Una menzione speciale per l’agghiacciante sguardo del bambino che interpreta Kevin da piccolo: raramente ho visto degli occhi così sinceramente carichi d’odio; davvero inquietante.

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Dobbiamo parlare di questo film / 13 Ottobre 2012 in ...E ora parliamo di Kevin

Vogliamo parlare dell’ interpretazione meravigliosa fatta di piccoli gesti, di sguardi, di sfumature quasi impercettibili, di Tilda Swinton?
Il suo viso, una maschera di angoscia e di rassegnazione, ridotta a poco più di un’ombra.
Vogliamo parlare del dolore per questo figlio, un dolore tanto silenzioso quanto assordante, mai esteriorizzato, mai esibito o sbattuto in faccia allo spettatore come spesso accade?
Vogliamo parlare di Erza Miller, bravissimo ed inquietante al punto giusto nel ruolo di Kevin adolescente, subdolo ed intelligentissimo? (Anche se, soprattutto negli anni della prima infanzia, Kevin viene mostrato tanto consapevolmente malvagio da sembrare un anticristo da film horror e risultare, quindi, poco credibile)
Vogliamo parlare dei sensi di colpa di questa madre? E’ in parte colpevole della malvagità del figlio? Lo hai mai amato?
Parliamo di Kevin, allora.

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7,bello pieno però / 30 Settembre 2012 in ...E ora parliamo di Kevin

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Una regia e un montaggio molto accattivante,un soggetto di per sè molto interessante e delle interpretazione magistrali fanno di questo film un piccolo capolavoro. L’8 non lo prende solo perchè ho trovato alcune situazione troppo gonfiate,o in altri casi abbastanza improbabili.
Però è bello vedere come un film rappresenti il disagio che una donna può provare nel crescere un figlio,perchè,per quanto possano avere la faccia angelica,i bambini sono dei diavoli,siam sinceri con noi stessi.

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11 Luglio 2012 in ...E ora parliamo di Kevin

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

E’ un film che si snoda lungo tre fili narrativi (?): prima della nascita di Kevin, durante la sua crescita, dopo l’atto incredibile da lui commesso. Prima abbiamo Eva spensierata, amante dei viaggi, con un’anima bohemienne, una donna che ha bisogno della libertà, che fugge dall’uomo che poi sposerà; si sposa e improvvisamente la sua vita cambia, il marito la vuole incatenare in casa, imprigionandola nella figura di madre e moglie seppur con una casa stupenda ed una carriera avviata, lei quel figlio lo odia perché vede in lui il motivo della perdita della sua libertà ed il bambino lo avverte, lo avverte durante la gravidanza vissuta come un peso, lo avverte quando lo tiene tra le braccia e non gli trasmette amore, lo avverte quando lei gli dice chiaramente in faccia che prima della sua nascita era una donna felice ed ora vorrebbe solo ritrovarsi in Francia; ultimo filone narrativo è quello della donna distrutta, privata della propria famiglia, con il ‘peso’ ancora di questo figlio ed una vita in frantumi.
Nonostante tutto, il gesto del ragazzo rimane terribile e privo di giustificazione, ma è così che a volte la mente umana reagisce a certi atteggiamenti.
Un film stupendo in cui entrambi gli attori principali (Tilda Swinton ed Ezra Miller) riescono a rendere i personaggi in ogni minima sfaccettatura, specialmente lui nel ruolo del sadico e glaciale adolescente, mosso da una lucida follia e capace di una premeditazione ossessiva.

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We Need To Talk About Kevin / 31 Maggio 2012 in ...E ora parliamo di Kevin

E’ un film piuttosto particolare, centrato sulla relazione-conflitto tra una madre remissiva e un suo figlio sadico, l’incarnazione di un assurdismo attivo.

Elephant’s mother / 17 Febbraio 2012 in ...E ora parliamo di Kevin

Mamma mia!

24 Dicembre 2011 in ...E ora parliamo di Kevin

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Ho visto oggi l’angloamericano WE NEED TO TALK ABOUT KEVIN del 2011, un horror più suggerito che esplicito, horror psicologico, senza splatter e frattaglie varie, che tuttavia riesce bene nell’intento di turbare lo spettatore.
Mi ha colpito per il debordante odio puro che il figlio prova per la madre, fin dalla nascita, senza alcuna ragione plausibile. Un odio enorme espresso da sguardi e comportamenti, ma che non esplode mai in atti eclatanti, fino ai sedici anni del ragazzo: una strage premeditata con cura, incomprensibile (se non nel quadro dello “sfizio personale casuale” del ragazzo), ma ampiamente prevedibile per la storia costante di crudeltà psicologica e totale anaffettività di questo individuo, interpretato dai bellissimi occhi gelidi e taglienti di Ezra Miller.
In particolare colpisce l’odio di genere di questo personaggio, che “tortura” madre e sorella con insulti e sgarbi d’ogni tipo, mentre col padre è sempre gentile e cordiale.
Il padre infatti non si accorge di nulla, è completamente inconsapevole della malvagità fredda e astuta che si cela sotto l’involucro attraente di questo adolescente, tanto che agli occhi del padre, Kevin sembra un figlio normale, e non capisce perchè sua moglie abbia i nervi così tesi nei suoi riguardi. Un altro esempio cinematografico di uomoadulto/padre superficiale, disattento e menefreghista, dopo quello rappresentato in Il Giardino delle Vergini Suicide.
La madre invece potrebbe rappresentare il prototipo della donna-martire per la famiglia, che sopporta ogni insulto e ogni calcio in faccia continuando ad amare, e pur senza capire il motivo di tanto odio verso di lei (perchè motivo non c’è), si assume sulle spalle la colpa e la responsabilità (che non sono sue).
Il figlio-ghiacciolo è poi bravissimo a far pagare alla madre chissà quale immensa colpa da lui immaginata, ammazzando tutti e lasciando viva solo lei, affinchè soffra le pene dell’inferno e diventi il bersaglio del disprezzo di tutta la società.
Un film da vedere e da meditare,
dal mio punto di vista non tanto per il contenuto relativo all'”adolescenza problematica”, quanto per il contenuto di violenza di genere, tutto quel carico di crudeltà psicologica e fisica esercitata da uomini contro donne, che ancora oggi gran parte della società sembra tollerare come fosse normale o scontato.

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