Un colpo di fortuna

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Un colpo di fortuna

Parigi. Fanny e Alain, ex studenti dello stesso liceo, si ritrovano casualmente in Francia, dopo tanti anni e qualche esperienza all'estero. Lui è uno scrittore alle prese con un nuovo romanzo. Lei, dopo un matrimonio fallito con un artista bohemien, ha sposato il ricco e più maturo Jean e lavora per una prestigiosa casa d'aste. Fanny e Alain iniziano a frequentarsi e, presto, allacciano una pericolosa relazione clandestina.
Stefania ha scritto questa trama

Titolo Originale: Coup de chance
Attori principali: Lou de Laâge, Valérie Lemercier, Melvil Poupaud, Niels Schneider, Elsa Zylberstein, Grégory Gadebois, Guillaume de Tonquédec, Jeanne Bournaud, Anne Loiret, Sâm Mirhosseini, Sara Martins, William Nadylam, Arnaud Viard, Philippe Uchan, Alan Risbac, Éric Frey, Samantha Fuller, Emilie Incerti-Formentini, Christophe Kourotchkine, Naidra Ayadi, Constance Dollé, Juliette Plumecocq-Mech, Benoît Forgeard, Laura Malvarosa, Jamel Elgharbi, Bruno Gouery, Isabelle De Hertogh, Mostra tutti

Regia: Woody Allen
Sceneggiatura/Autore: Woody Allen
Fotografia: Vittorio Storaro
Costumi: Sonia Grande
Produttore: Letty Aronson, Adam B. Stern
Produzione: Francia, Usa
Genere: Drammatico, Thriller, Commedia, Poliziesco, Romantico
Durata: 96 minuti

Dove vedere in streaming Un colpo di fortuna

Perdita di credibilità / 30 Marzo 2024 in Un colpo di fortuna

Coup de chance passa bruscamente da raffinato film sentimentale a thriller drammatico; ma in questo passaggio i personaggi perdono di verosimiglianza, rivelando un carattere – chi di criminale efferato, chi di detective dilettante – di cui prima non si aveva praticamente sentore. In un film che celebra il potere del caso si può poi essere sicuri che il coup de théâtre finale sarà artificioso e incredibile (anche se non si può negare che sia preceduto da una suspense piuttosto efficace). Brillanti le riprese di Allen, bellissima la fotografia di Vittorio Storaro.

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Tutto qua? / 28 Dicembre 2023 in Un colpo di fortuna

50esima pellicola di Woody Allen… Si poteva sforzare un pochino di più.
Il film parla di una coppia apparentemente felice a cui basta una piccola scintilla per far crollare tutto il castello del loro finto amore. La casualità di un incontro per strada farà capire alla protagonista che l’amore non è solo materiale o apparenza ma trasporto, emozioni, sentimenti, coinvolgimento, conforto, sostegno che in un matrimonio dovrebbero essere le basi ed invece nel loro è tutto tranne questo. Ma è il modo con cui il regista racconta questo “fallimento coniugale” che, a mio avviso, risulta un po’ troppo sterile. Tutto viene narrato con facile leggerezza e ogni situazione non viene trattata in maniera più profonda. Alla fine risulta una scontata commedia. Non mi è assolutamente piaciuto il doppiaggio in italiano e mi pento di non averlo visto in lingua originale (anche se poi alla fine il film quello era…).
Poi ci sono a mio avviso diverse situazioni direi impossibili nella realtà che ovviamente non dirò per non spoilerare nulla ma sono veramente ridicole.
L’argomento dei matrimoni finti che si reggono solo sugli oggetti (il regalo del marito ne è la chiara riprova) è una realtà quotidiana.
E’ riuscire a cogliere quella scintilla di passione che fa capire che la vita, come dica Alain, è già una vittoria. Essere nati è più difficile che vincere alla lotteria e sprecarla nel vivere il nulla è un delitto. Poteva affrontare meglio l’argomento.
Peccato.
Ad maiora!

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Gradevole ed elegante film fuori dal tempo / 11 Dicembre 2023 in Un colpo di fortuna

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Cinquantesimo lungometraggio di Woody Allen e primo titolo della filmografia del regista newyorkese girato interamente in lingua francese.

Un colpo di fortuna è una nuova variazione cinematografica sul tema del caso e del destino tanto caro ad Allen che, però, non sa affatto di stantio e che, piuttosto, mostra una vivacità tecnica invidiabile (forse, non solo per un uomo di 88 anni suonati) che ben si esplica nei movimenti della macchina a mano -virtuosistici ma misurati- che si sviluppano negli interni domestici parigini del film.
Temevo che il film precedente, Rifkin’s Festival (2020), avrebbe rappresentato la fine un po’ incolore della carriera di Allen.
Al contrario, sarei contenta (per il regista) se concludesse la propria filmografia con questo titolo che, a dispetto di alcune risoluzioni narrative drammatiche, è una gradevole ed elegante commedia fuori dal tempo.

Se, pure, il soggetto ricorda per alcuni versi quello di Match Point, questo Coup de Chance risulta meno cupo e doloroso del film con Rhys Meyers e Johansson, perché declina il leitmotiv della fortuna in modo apertamente molto più giocoso.
Qui, la sorte è davvero ironica (i ricorrenti brani strumentali jazz -soprattutto di Nat Adderley- incuneati anche nelle scene più drammatiche stemperano ogni paura) e ha il suo alfiere nel personaggio mite, acuto e vagamente impacciato della mamma della protagonista (brava Valérie Lemercier), che altri non è -secondo me- che uno degli alter ego che Allen infila nei film in cui non compare in scena (qui, poi, ha almeno due proiezioni: Camille, appunto, e il biondo Alain, praticamente alieno alla tecnologia del secondo millennio, con indosso una giacca a coste che, banalmente, sembra rubata proprio da casa di Woody).

Dal punto di vista narrativo, ho trovato interessante il fatto che Allen abbia voluto punire senza appello una figura maschile come quella di Jean (Melvil Poupaud), un manipolatore narcisista, possessivo, paternalistico, maschilista, violento e amorale.
Sia Fanny che Camille percepiscono ma non decifrano appieno l’ambiguità dell’uomo e, anzi, definiscono a più riprese Alain come “meraviglioso”, come se fossero vittime di un incantesimo perverso che gli impedisce di vedere il mostro sotto il ritratto (di Dorian Gray).

Parigi e la sua campagna fotografate in autunno da Storaro sono un incantevole sogno da rivista patinata.
Ho adorato il modo in cui la costumista spagnola Sonia Grande ha dimostrato concretamente come sia possibile mixare gli elementi di un paio di outfit, per ottenerne almeno altri tre, tutti ugualmente impeccabili: il suo lavoro è la mise en place di centinaia di articoli di moda, quelli che dicono “ecco i capi che non possono mancare nel tuo armadio per creare il guardaroba perfetto”. Ovviamente, Lou de Laâge (la Fanny del film) ha la presenza e il phisique du role adatti per dimostrare con nonchalance che un paio di décolleté bicolori in pelle possono essere portate praticamente in qualsiasi situazione (anche sulla ghiaia infida dei giardini di Palais Royal).

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