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Wall Street

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“La storia più vecchia del mondo” / 25 Dicembre 2017 in Wall Street

Il materialismo nella sua concezione più “aristotelica”: il tempo è denaro. Il tempo è vita. Il denaro è vita.
Stone riprende, volutamente, in maniera confusionaria l’azione. Il mondo è una roulette. O la fortuna viene da te o contro di te. Devi solo scegliere da che parte stare. Sì, scegliere.
L’attualità di questo film è dilagante, è eloquente. Raggiungere certi livelli non è questione di fortuna, è questione di decidere fino a che punto spingersi. “Aldilà del guado” vuol dire aver deciso che l’etica non è parte della propria vita, vuol dire aver deciso di sporcarsi le mani.
L’antitesi di Gekko, però, esiste. È l’altro lato della medaglia. È il padre di Bud Fox, Martin Sheen. Operaio, sindacalista, l’America che non t’aspetti, quella che “sorregge” la baracca”, quella che paga le conseguenze quando le cose vanno male.
Perché per ciascuno a cui va bene, c’è sempre qualcuno a cui va male.
È la storia più vecchia del mondo, repubblicani contro democratici, padroni contro operai, destra contro sinistra.

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Gioiello! / 27 Febbraio 2017 in Wall Street

All’epoca avrà avuto molto più fascino di oggi, ma è invecchiato bene mantenendo attuale lo spirito del film. E resta sempre un classico inimitabile. Grande Douglas in uno dei ruoli più famosi e ben interpretati, notevoli anche Charlie e Martin Sheen, padre e figlio sia nella vita che su questo copione.
Finalmente me lo sono rivisto per bene!
7!

13 Marzo 2015 in Wall Street

Oliver Stone denuncia il cinismo (che a tratti sfocia in criminalità vera e propria) degli affaristi di Wall Street, proponendo contemporaneamente un affresco degli yuppie anni ’80, con tanto di partite di squash, cestino delle cartacce con annesso canestro da basket, abiti maschili che passano per stracci se non sono costati almeno un migliaio di dollari.
C’è molto di reale in quanto viene descritto in questa pellicola, che potrebbe essere visionata come appendice cinematografica dei corsi di criminologia, che sempre più studiano quel ramo della scienza delittuosa (troppo spesso impunito o tollerato, almeno in Italia) che va sotto l’etichetta di “crimine dei colletti bianchi”.
Il risultato paradossale che ha avuto questo film, che avrebbe ovviamente dovuto essere di mera denuncia, è stato quello di creare un personaggio, il Gordon Gekko di un ottimo Michael Douglas (che per questo ruolo si aggiudicò l’oscar), che anziché suscitare biasimo e sdegno è stato idolatrato e preso a modello da generazioni di arrivisti e carrieristi che, ancora oggi, attingono a piene mani dal suo cinico e inquietante frasario da economista-sciacallo.
“Il pranzo è per chi non ha niente da fare”, traduzione di un più pungente “Lunch is for wimps”, è una frase che mi è capitato personalmente di sentire dal capetto di turno, uno di quelli che lavora 16 ore al giorno weekend inclusi.
La regia di Stone è a tratti interessante. Due scene rimangono particolarmente impresse: quella dell’arresto di Bud, che sfila in lacrime davanti ai suoi colleghi, e quella, nel finale, in cui Bud e suo padre discutono animatamente in ascensore, con la macchina da presa che si muove vertiginosamente spostandosi tra i due.
Padre e figlio sono interpretati, rispettivamente, da Martin e Charlie Sheen, che hanno lo stesso ruolo anche nella vita reale. Più efficace Martin, meno Charlie, che non convince assolutamente nel ruolo del broker rampante.

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23 Febbraio 2015 in Wall Street

Ritengo che Charlie Sheen sarebbe stato più adatto nel ruolo del fermacarte.

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