Onirico / 27 Febbraio 2020 in Sorella dell'incubo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Wakey Wakey, anche conosciuto con il nome di “Sorella dell’incubo” è un sogno proiettato su pellicola cinematografica, perché è in quest’ottica che va visto per poter meglio apprezzare questo piccolo progetto indie a basso budget di Adrian Goodman, primo e fino ad ora unico lavoro del regista australiano.
Wakye Wakye parla di due ragazze, Josie e Sam, due sorellastre che vivono in una grande casa dall’aspetto minimale e moderno, nella totale assenza dei genitori, fuori per lavoro.
Josie soffre di narcolesia e per questo motivo gira sempre con un casco da rollerblade in testa, per evitare di farsi male cadendo in un sonno più o meno profondo nei momenti meno opportuni e inaspettati.
Sua sorella Sam sembra approfittare di questi momenti per fare degli scherzi e immortalare la sorella in pose artistiche, talvolta estreme e rischiose, con la sua macchina fotografica. Josie che sembra provare un’attrazione sessuale incestuosa nei suoi confronti la lascia fare, benché Sam sembri alterni momenti contraddittori nei suoi confronti tra premurosità e noncuranza. In solo 62 minuti di pellicola Goodman mischia la realtà con il sogno tanto da non essere più capaci di distinguerli sia per lo spettatore che per la protagonista Josie. Niente di ciò che accade sembra avere un senso e uno scopo per una trama. Come in un sogno ciò che vediamo è un collage di immagini talvolta e a volte disturbanti Ciò che le accade, come il cane che mai esistito e la sorella che la bacia, sono realtà o frutto dei suoi sogni da narcolettica? Non sembra ci sia concesso saperlo perché il film è già di per sé la rappresentazione onirica di un sogno. È un tipo di esperienza particolare e non convenzionale alla quale bisogna approcciarsi con il giusto stato d’animo.
Sarà il bianco e nero ma in certi momenti mi ha ricordato Eraserhead, e una qualche impronta lynchiana.
Ottima la regia a dirigere una bellissima fotografia, contornata da una ipnotica colonna sonora death metal che fa da sfondo a una sensuale atmosfera dal fascino gotico.

Sono il primo a votare questo film, il che mi rende stranamente onorato. Forse non dovrei, è uno di quei film che scopri che esistono così, per puro caso.

Voto: 6½

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