Le Facce di Mastandrea. / 10 Marzo 2013 in Viva la libertà
Forse il miglior Servillo “non sorrentiniano”: un po’ Titta di Girolamo, un po’ Jack Nicholson, straordinario nell’imitazione dell’altro se stesso.
Un bel film che esce in un momento storico mai più azzeccato per quanto riguarda i temi e la critica alla sinistra italiana (durante la scena del meeting del partito, chi non ha pensato con un sospiro alla recente riunione della Direzione del PD?).
Servillo non sorrentiniano ma di citazioni di Sorrentino ce ne sono eccome, e io da sentimentalona nostalgica non ho potuto non apprezzarle: dalla passeggiata finale sulla spiaggia (“Io ho perso un fratello, per un polipo”), all’arrivo davanti a Montecitorio con camminata notturna alla Andreotti, passo lento e braccia dietro la schiena (mancava solo “Pavane” in sottofondo per ricreare l’atmosfera del Divo).
Ed è stato bello, lo ammetto, vedere i due Antonio Pisapia seduti, faccia a faccia, allo stesso tavolo (anche se Renzi interpretava l’odioso D’Alema della situazione. Non si può avere tutto.)

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