La madeleine di Bozzetto. / 21 Febbraio 2012 in Vip, mio fratello superuomo

Quando vidi questo lungometraggio animato per la prima volta, avevo sì e no sette anni e ne rimasi molto colpita: l’animazione e la storia proposte da Bozzetto erano profondamente diverse da quelle dei cartoni Disney e giapponesi a cui ero abituata.
Ricordo chiaramente che ero perplessa: anche se è un cartone animato, è davvero un cartone per bambini della mia età? Quei corpi così strani, quei colori tanto particolari… e tutti quei denti! Nei cartoni a cui ero avvezza, i denti non erano mai disegnati uno per uno, erano una massa bianca uniforme, senza scanalature. Qui, i denti sono parte integrante delle fisionomie: recitano e sanno essere maliziosi, maligni, divertenti, alla pari di una smorfia.
Quella dei denti, fu una rottura decisiva: compresi (e non perché fossi un piccolo genio) che l’orizzonte dell’animazione andava oltre le cose a cui ero abituata.
Rivedere questo film a distanza di tanti anni, mi ha fatto venire in mente tutti i brividi curiosi ed entusiasti di allora, impressionandomi (positivamente) ancora una volta.
Questa pellicola è del 1968, signori miei, ed è un gioiello di stile. Acerbo in alcune soluzioni, se vogliamo, ma irripetibile (ahinoi).

Nei credits contenuti nel dvd, lunghe interviste a Bozzetto fanno luce sul mondo dell’animazione italiana di quegli anni e, alla fine, rimane un po’ di rimpianto, pensando a quanti talenti, in quel settore, non siano stati sfruttati meglio: la scuola di animazione italiana non esiste quasi più, D’Alò è una (a parer mio) pallidissima eccezione e di Pagot non ce n’è più.

Nota personale: che gran doppiaggio! Da Lionello, unico ed irripetibile Minivip, alla grande Lidia Simoneschi, passando per l’inconfondibile Pino “Sean Connery” Locchi, fino a Fiorella Betti e ad un giovanissimo, quasi irriconoscibile, Massimo Giuliani nei panni di Vip.

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