Recensione su Vincere

/ 20097.1132 voti

1 Ottobre 2013

Bellocchio decide di mettere in scena la storia perduta ma accaduta di Ida Delser, moglie di Benito Mussolini e madre del suo primogenito, dagli anni socialisti del dittatore, passando per la rapida ascesa fascista e fermandosi all’alba della seconda guerra mondiale.
Prima parte concentrata sulla costruzione del rapporto tra i due, peraltro molto carente e eccessivamente preoccupata di mostrare e rimostrare l’amore carnale tra i due, come se l’intensità e l’ostinatezza del loro rapporto fosse traducibile visivamente solo in questo modo; nella seconda metà è lei la vera protagonista, ossia Giovanna Mezzogiorno/Ida, allontanata prima e rinchiusa dopo in manicomio perchè proclama di essere la moglie di quelle che ormai è il Benito Mussolini/ Filippo Timi più noto, il dittatore dall’eloquio folle.
Se lei si dimostra molto brava nelle scene mute, comunicando eccellentemente con gli sguardi e col corpo ma meno efficace nelle scene con dialoghi ( non sempre però, dato che la scena del colloquio con medici e infermiere è molto bella), Timi è bravino ( e quando rifa i discorsi di Mussolini si apprezza lo sforzo), ma anche lui, come la Mezzogiorno soffre di quella cosa che accomuna molti attori italiani: la battuta pronunciata velocemente, mezza sussurrata e come se stessero tutti perdendo il treno. Sarò lenta io, ma mi è risultato quasi difficile afferrare certi dialoghi.
La recitazione però è l’ultimo dei problemi forse, perchè il film pecca in lunghezza e coinvolgimento, virando troppo spesso verso il pretenzioso: Bellocchio ha tante buone idee, si vede, ma la metà di queste sono realizzate male e dunque non si può non pensare che si è voluto strafare, risultando deboli e scadenti. Non aiuta la fotografia del solito Ciprì, che per gusto personale non ho mai apprezzato ( e vengo dalla visione di Malick, quindi Lubezki alla fotografia, cioè una specie di Dio per quanto mi riguarda), terribilmente cupa e scura. Una lampada accesa qua e là avrebbe giovato, e invece no, dobbiamo sempre guardare i profili ombreggiati e gli occhi vitrei dei protagonisti, tranne nei momenti rischiarati dalla bellissima luce naturale del giorno. Infine, colonna sonora interessante ma invadente, soprattutto nella prima metà, quando sovrasta i discorsi dei protagonisti e montaggio mozzato sgradevolemte in certi punti.
Salvato da alcune pensate e da certe scene evocative ( Ida che lancia lettere sotto la neve), non riesce comunque a raggiungere quegli alti standard che traspaiono qua e là.

Lascia un commento