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Villaggio dei dannati

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Carpenter il tradizionalista / 18 Dicembre 2016 in Villaggio dei dannati

Non ricordo bene il film del ’60 con Sanders, visto secoli fa, di cui questo di Carpenter è un remake, perciò non posso fare un confronto tra le due pellicole. Certo è che quello del buon John è un lavoro un po’ sottotono, indubbiamente interessante dal punto di vista tecnico (la limpida fotografia, soprattutto), ma completamente privo di guizzi particolari.
Senza dubbio, il film è costruito in maniera impeccabile per quanto riguarda il puro e semplice intrattenimento: mi ha ricordato molto le “forme semplici” ma efficaci dei b-movies degli anni Cinquanta. In questo senso, Villaggio dei dannati è una macchina perfetta. Essenziale, quasi scarno, nello sviluppo narrativo, non contiene alcuna sbavatura a livello di racconto, mostrando velocemente la materia, attirando con mestiere l’attenzione dello spettatore.
Al contrario, nel film sembra difettare l’intera prova del cast di attori che, pur annoverando nomi noti del periodo (Reeve, alla sua ultima interpretazione prima del noto incidente che lo costrinse alla paresi, Paré, Kirstie Alley -poco credibile in un film di genere-, Mark Hamill), sfiora il dilettantismo: un risultato così mediocre, però, mi fa addirittura supporre che tale effetto potrebbe essere voluto. Se, davvero, nelle intenzioni di Carpenter c’è stata la volontà di citare un preciso immaginario cinematografico, anche le discutibili interpretazioni degli attori potrebbero rientrare in tale logica.
Inoltre, pur trattandosi di un film sci-fi/horror, la pellicola non ricorre a nessun effetto speciale fantasmagorico (esistono solo un paio di eccezioni: alcune esplosioni e gli effetti visivi legati agli occhi dei bambini “particolari”): per il resto, la fattura del film è particolarmente tradizionale, ricorre alla pratica e alla bravura di maestranze avvezze al consueto lavoro sul set (scenografie, costumi, trucchi non si avvalgono a mani basse di postproduzione in computer graphic) e, in questo senso, si inserisce appieno nel solco della produzione cinematografica di Carpenter.

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Solo per gli amanti di Carpenter / 5 Agosto 2016 in Villaggio dei dannati

Una delle pellicole di Carpenter nella quale non si riesce a scorgere del tutto il suo grandissimo talento.
Dal punto di vista registico e’ ovviamente eccellente, tutta la suspense che si respira con i suoi momenti di silenzio e le bellissime inquadrature sono spettacolari, ma alla fine il film arranca sotto molti punti di vista, a partire dalla scelta abbastanza discutibile degli attori, un affascinante Christopher Reeve e la prezzemolina dell’epoca Kirstie Alley che sono completamente imbambolati e fuori parte, una sceneggiatura vagamente ispirata all’originale del 1960 ma rovinata da uno svolgimento lento e paradossale, la presenza di alcuni personaggi inutili e di dialoghi poco approfonditi.
Alla fine un film piuttosto freddo che solo gli amanti di Carpenter riusciranno forse ad apprezzare.
I bambini pero’ sono parecchio inquietanti.

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