11 Recensioni su

Videodrome

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Impressionante e visionario / 29 Settembre 2022 in Videodrome

Non è un tipo di film che, in genere, rientra tra i miei gusti, essendo io molto impressionabile.

Eppure mi è piaciuto, credo ci sia un’esecuzione perfetta della disturbante visionarietà di Cronenberg, non c’è nessuna scena che sembra fuori posto, è tutto credibile nella sua allucinata follia.

Anche sotto l’aspetto puramente narrativo, è pienamente riuscito, a mio parere: il film è lungo il giusto (a mio parere, questo tipo di film perde di “potenza” se viene allungato troppo), è molto essenziale nel scegliere cosa raccontare e mostrare.

Se quindi come rappresentazione estetica e suggestiva (oltre che inquietante, ovviamente) dell’invasione della televisione, a mio parere è di grande impatto, è pero anche poco interessante (a mio parere) sotto l’aspetto puramente di “significato” di fondo, di senso del film (posso sbagliare, ma secondo me è un film che vuole dare una sorta di “messaggio morale”).
Come riflessione critica sulla televisione e sul suo impatto sulla società, secondo me è molto più riuscito “Quinto potere” (“Network”) di Lumet.

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carne tecnologia sesso / 5 Settembre 2018 in Videodrome

“stiamo entrando in una nuova era selvaggia, dobbiamo prepararci ad essere puri e ordinati e anche forti se vogliamo sopravvivere”
“lo schermo televisivo è ormai l’occhio dell’uomo”
un capolavoro di Cronenberg che di capolavori ne ha diretti tanti. un film moderno sulla modernità, cyberpunk, violento sulla violenza, confuso e folle. cronenberg avanti di 30 anni avverte che i nostri cervelli si spegneranno e moriranno guardando la televisione, l’arma più potente di quest’ epoca.

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Di tutto un pò e di più / 28 Agosto 2017 in Videodrome

Sicuramente tra i più rappresentativi della filmografia di Cronenberg

è incredibile come in soli 85 minuti un film riesca a condensare così tanti generi e argomenti diversi:
fantascienza, horror, surrealismo, distopia, cyberpunk.

Pure i temi trattati sono una marea, tra cui spiccano:
la fusione dell’uomo con la tecnologia, il controllo mentale, la soppressione di individui ritenuti “deviati” e indesiderabili dalla società, il plagio mediatico, la realtà virtuale e la possibilità di trapiantare sè stessi in un sistema digitale per sopravvivere alla morte naturale…

Non saprei dire quante menti potessero azzardare così tanto nel 1983 e anticipare temi così cari e discussi ai giorni nostri, ma allora solo raramente menzionati e per lo più abbozzati.

Si parla tanto di Bunel, Lynch e Jodoroskij per il surrealismo, ma se siete fan del genere Videodrome è imperdibile.

Dicasi lo stesso per chi adora il cyberpunk

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“Morte a Videodrome. Gloria e vita alla nuova carne!” / 19 Febbraio 2017 in Videodrome

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il direttore di una emittente televisiva pornografica, Max Renn (Interpretato da James Woods che impreziosisce la pellicola con una prova ottima), capta il segnale di Videodrome, una trasmissione pirata che manda in onda immagini di sesso e violenza estrema, inquietantemente realistiche. Indagando sulla trasmissione si imbatte in Bianca O’Blivion (Sonja Smith), figlia dei predicatore televisivo Brian O’Blivion (Jack Creley) che ha fondato la Chatode Ray Mission, una chiesa che ipnotizza la mente di chi guarda le sue trasmissioni. Bianca gli cede una VHS con un discorso del padre, ormai morto da tempo anche se le sue trasmissioni continuano con materiale registrato. Dalla videocassetta O’Blivion rivela a Max che Videodrome provoca lo sviluppo di una specie di tumore cerebrale, un nuovo organo in grado di indurre allucinazioni. Dopo la visione Max comincia a mostrare strani sintomi e vedere starne cose, la televisione si trasforma in una massa carnosa, il suo stesso ventre si spalanca e ingoia la videocassetta.
A creare Videodrome, si scopre, è stata la Spectacular Optical nella figura del suo capo, Barry Convex (Les Carlson), con lo scopo e tenere sotto controllo le menti delle persone attirate dal sesso e dalla violenza. O’Blivion stesso aveva inizialmente collaborato alla sua realizzazione, ma se ne era dissociato quando aveva capito i veri scopi della società. Convex vuole usare la stazione televisiva del protagonista per espandere il segnale e Max stesso, ormai programmato grazie alle video-allucinazioni, per eliminare i suoi avversari. Max comincia a eseguire gli ordini di Convex, ma non quello di uccidere Bianca, che riesce a de-programmarlo e a indurlo a uccidere lo stesso Convex.
Il finale è un delirio surreale, con Max che si spara e il televisore che trasmetteva quest’immagine esplode spargendo in aria pezzi di intestino…
Difficile cercare di condensare la trama di questo film, uno dei più rappresentativi dell’opera di David Cronenberg riguardante la fusione tra uomo e macchina, non solo mentale ma anche biologica e organica. Opera forse non del tutto comprensibile, con diversi passaggi oscuri, ma di sicuro profeticamente agghiacciante nel descrivere il potere della televisione sulle menti di chi la guarda. Nonostante sia uscito nel 1983, il film tanto fu lungimirante da risultare ancora oggi attuale in maniera sconvolgente. La televisione diventa in pratica un nuovo organo sensoriale (nuova carne) che si sostituisce a quelli consueti. L’uomo potrà così essere programmato televisivamente a piacimento, vivendo in un costante stato allucinatorio. La realtà non è più quella che viviamo, ma quella che ci viene mostrata da uno schermo.
Merita una citazione l’interpretazione di James Woods nei panni del protagonista,.

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Lunga vita alla nuova carne, ma anche no… / 11 Settembre 2014 in Videodrome

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Cronenberg sforna uno dei suoi fim più belli dove analizza perfettamente, e lo fa con estrema lungimiranza, i rapporti (anche sessuali, perché no?) tra uomo e televisione.
Prendendo spunto dalle riflessioni del sociologo Marshall McLuhan, ma senza rinunciare a ciò che ha caratterizzato il suo cinema, Cronenberg mette in scena una storia inquietante e volutamente confusa. Confusa perché anche noi come il protagonista non sappiamo mai se ciò a che stiamo vedendo è catalogabile come realtà o allucinazione, questo perché anche noi come Max Renn siamo ormai vittime del tubo catodico incapaci di riconoscere la realtà. La televisione ha creato un mondo alternativo che ha finito per sostituire il mondo reale (“Ne consegue che la televisione è la realtà e che la realtà è meno della televisione” dirà il prof. O’Blivion), non a caso certi avvenimenti che visti tramite lo schermo ci fanno provare forti emozioni, nella vita reale ci lasciano del tutto indifferenti in quanto percepiti come meno reali.
Immancabili le mutazioni corporee tanto care al regista. La nuova carne altro non è che il simbolo di un cambiamento nel fruitore medio di immagini televisive, sempre più desideroso di programmi al limite della legalità e sempre più incapace di riconoscere il reale dal fittizio (concetto trattato anche in eXistenZ).
Un film che meriterebbe un’ulteriore e più precisa analisi, magari fatta da qualcuno un po’ più competente, ma che di sicuro merita di essere visto.

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3 Dicembre 2013 in Videodrome

Una potente deriva intellettuale, iniziata con un ragionamento riguardo la televisione e spinta ad eccessi volutamente incanalati in una fantascientifica visione, come una premonizione, di un potere dell’oggetto “video” drasticamente malefico, evoluto al punto di arma chimico-psicotropa. Importante e dura, nei contenuti e nelle immagini, la riflessione spinge all’estremo qualsivoglia turba, non fermandosi ad intuizioni temibili, ma stravolgendo completamente i cardini della mera ipotesi, sfociando nell’apocalisse dell’individuo. Stupefacente per gli anni in cui è stato girato (1983). Regia sapiente, di carattere. Fotografia scialba ma efficace. Effetti speciali superbi. Alcune titubanze nella sceneggiatura, nonostante l’alto livello globale.

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17 Novembre 2013 in Videodrome

Qualcuno me lo spiega?

25 Febbraio 2013 in Videodrome

 

9 Gennaio 2013 in Videodrome

Ho l’intenzione di conoscere Cronenberg, dagli inizi ad oggi. Di Videodrome avevo una vaga idea, ed è stato meglio così, perchè il colpo c’è stato. Inquietante e geniale, molto disturbante e profetico, il film scivola via verso un finale ambiguo e d’effetto.
Mii ha favorevolmente colpita.

8 Gennaio 2013 in Videodrome

http://www.veoh.com/watch/v11996695dxZrJgXZ

Il protagonista è un giovane (?) proprietario di una tv privata, tale Max Renn. La caratteristica della sua “Civic tv” è di trasmettere programmi ad alto contenuto pornografico, trash e violento. Tv-spazzatura, programmi che attirano l’attenzione del pubblico ma immorali. Attirato, in un certo qual modo, ma anche incuriosito dal lato oscuro dell’uomo cerca materiale sempre più “particolare”, eccitante e rozzo se possibile.
Un giorno, grazie al suo pirata dell’etere, scopre una rete pirata che trasmette dalla Malesia o giù di lì solo immagini di torture e violenze. A prima vista sembrano scene sadomaso, potrebbero piacere ad alcuni clienti della sua Civic tv. Con il proseguire del film si scopre come queste immagini facciano parte di un programma chiamato VIDEODROME nel quale gli attori non recitano. Mi spiego meglio, le torture, le violenze e la morte sono reali. Non è tutto, Videodrome e i suoi segnali causano il tumore al cervello, esso a sua volta produce allucinazioni o peggio, morte.
Voi vi chiederete il motivo, cioè io me lo sono chiesto. Dietro tutto questo v’è un complotto.
Una cospirazione del governo che cerca di eliminare dalla società tutti quelli attirati dal sesso, dalla violenza, dalle torture, gli outsider, gli asociali, i depravati e chi più ne ha più ne metta perché l’America è diventata debole (cit. del film) e la colpa è loro, insomma dare una raddrizzata alla società, in fondo Videodrome non colpirà mai i cittadini onesti… siamo sicuri ?
Ora se non fosse per questo piccolo dettaglio, il film non mi avrebbe lasciato nulla. Film che a mio avviso è carino ma qui si ferma.
Apprezzabilissimi gli effetti speciali, il pezzo in cui cerca di infilare la testa nel televisore e quello dove mette la pistola nello stomaco su tutti.
La colonna sonora anch’essa molto importante però, ecco il però non mi ha convinto come speravo facesse. La trama è ben fatta, il ruolo della televisione nella nostra vita, la ricerca del pornografico o dello scalpore in generale rendono il film ben fatto ma non mi ha coinvolto, colpito né scosso come speravo facesse.
Obiettivamente avevo puntato molto, le aspettative sono diverse dalla realtà
DonMax

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3 Ottobre 2011 in Videodrome

A completamento di un ciclo in cui i temi più cari al regista canadese si mescolano con una forma di intrattenimento che negli anni ’80 ha prodotto notevoli incassi, “Videodrome” è un esempio perfetto dello stile del Cronenberg precedente agli ultimi 3 film (“A history of violence”, “la promessa dell’assassino” e il recente “a dangerous method”).
Qui siamo tra “Scanners”, “la mosca” ed “existenz”, esempi di film ai confini dell’horror, con scene che per qualcuno possono sembrare intollerabilmente splatter, ma che hanno il significato di guidare lo spettatore sulla linea di pensiero del regista ossessionato dalla mutazione fisica che accompagna un presa di coscienza o una rivelazione puramente psichica, intima ed intellettuale, tale da schiacciare il protagonista, rendendolo vittima del suo stesso dono e vettore di un percorso evolutivo, non sempre stabile.
Il protagonista di “Videodrome” è il dirigente di una tv che propone horror, sesso e violenza, alla continua ricerca di nuovi stimolanti programmi per il suo palinsesto. E’ il substrato giusto su cui Cronenberg impianta il seme di una deriva maniacale che ha la forma di un segnale, trasmettibile attraverso videocassetta, che provica assuefazione, allucinazioni e, in ultima analisi, proliferazione tumorale.
E il regista e scrittore del film si spinge a tal punto che il suo protagonista (un giovane James Woods) diviene esso stesso il mezzo attraverso chi ha inventato il segnale videodrome può perpetrare le sue azioni. E lo diviene fisicamente, modificando il suo corpo, fondendosi con ciò che lo guida. La nuova carne è la sintesi della televisione e dell’uomo. Un pò come in “existenz” il protagonista si immerge nelle sue allucinazioni fino a che perde il contatto con la realtà ne diviene schiavo e non può più distinguere tra realtà e finzione.
Più riuscito di “Scanners” e meno cerebrale di “existenz” è un tassello essenziale del “vecchio” Cronenberg.

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