Recensione su Venere in pelliccia

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22 Novembre 2013

delusa, mi ha anche un filo annoiata. A me Carnage era piaciuto, lo avevo trovato comunque più leggibile, più universale, più pieno di trovate registiche all’interno di un impianto che era teatrale come questo. Qui la prevedibilità di ciò che accade è smaccata, l’inizio e la fine sono speculari a Carnage, ma con meno senso complessivo (lì le voci di NY mi richiamavano Hitch e comunque quello che accadeva fuori dall’appartamento aveva un senso, qui forse è una idea di penetrazione nel subconscio?). I piani della recita, i personaggi che escono ed entrano da altri personaggi comunque, secondo me, non aggiungono profondità a un tema generale che mi sembra essere molto schiacciato sull’imprinting delle esperienze d’infanzia sugli impulsi sessuali del regista.
La lotta dei sessi è anche lotta culturale (lui radical chic e intellettualoide, ma frustrato, lei sguaiata e popolana), ma lo è in maniera troppo ovvia, che ci sia sempre questo gemellaggio fra potenza erotica, liberazione, naturalità e fuga dal reticolo definito “intellettualoide”?
C’è alla fine uno scambio di genere e però anche il trionfo del corpo della donna, imperioso direi. Mi è piaciuta però la scelta, tutta teatrale, di far “identificare” i personaggi in ruoli e situazioni con i soli accessori e vestiti, indossata una giacca ed ecco sei un altro, un paio di occhiali etc etc

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