Recensione su La fiera della vanità

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La fiera della vanità
Regia:

Reclamo il tempo perduto / 10 Dicembre 2012 in La fiera della vanità

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Veramente, veramente, veramente brutto!!
A parte la storia è un vero è proprio polpettone in costume e, allo stesso tempo l’ennesima minestra riscaldata, insomma per continuare la metafora alimentare una vera e propria ciofeca.
La protagonista non ha nulla di originale: prende un po’ dell’arguzia delle eroine di Jane Austen, un po’ dell’ingenuità di Jane Eyre in un mix malriuscito e superficiale. Durante tutto il film, nonostante le mille sventure, rimane uguale a se stessa, senza il minimo accenno a voler imparare qualcosa. Però tranquilli per lei ci sarà il lieto fine.
I personaggi secondari sono tanto irritanti quanto insipidi. L’ambientazione insignificante.

2 commenti

  1. universe / 10 Dicembre 2012

    Non ho visto il film, ma ho letto il libro. Il “polpettone in costume” può derivare dal fatto che Thackeray, come autore del suo tempo, scrisse un romanzo d’appendice, in un’impostazione molto simile ai romanzi di Dumas che si riprendevano a puntate e tracciavano più vicende per mantenere l’attenzione dei lettori su più punti e accattivarseli meglio.

    Becky Sharp, come Barry Lyndon (sempre dello stesso autore), non sono personaggi destinati ad evolversi, ma a rimanere i mascalzoni che sono, è una provocazione dell’autore nei confronti dei bei personaggi candidi e “corretti” che si vogliono far passare in società e spesso anche nella letteratura. Sono i suoi personaggi “modello”. Non so come Becky Sharp sia stata resa nel film, ma è tutto tranne che ingenua! Anzi, è una stronzetta ipocrita in piena categoria! (a meno che tu ti stia riferendo ad Amelia, allora sorry)

    • will / 10 Dicembre 2012

      Devo dire che il mio è un commento a caldo: ho visto il film ieri sera e mi ha talmente dato sui nervi che ho passato la mattina a mangiarmi le unghie.

      A differenza della trama di questo film non darei mai del “polpettone” a Dumas! Scherziamo? Purtroppo non ho letto il libro di Tackeray quindi non posso fare un confronto libro-film-Dumas…:)

      In ogni caso a me è sembrato che l’adattamento in questione non tenga conto del messaggio profondo, la provocazione immagino ben calibrata dell’autore, ma si focalizzi sul coinvolgimento che dovrebbe provocare l’intreccio.

      Becky Sharp l’istitutrice ha alcuni momenti in cui ricorda l’ingenua J.E.. Lo ammetto sono proprio rari. Grazie per il commento!

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