Punto zero

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Punto zero

Un ex marine, ex poliziotto, ex pilota di nome Kowalski deve consegnare un auto a San Francisco, partendo da Denver. Dopo aver assunto della benzedrina, scommette di arrivare in California in un tempo record. Si mette in marcia a folle velocità e ben presto verrà notato dalla polizia, che comincerà a inseguirlo senza tuttavia riuscire a fermarlo. La caccia all'uomo si estenderà per ben quattro Stati del south-west: Colorado, Utah, Nevada e California...
hartman ha scritto questa trama

Titolo Originale: Vanishing Point
Attori principali: Barry Newman, Cleavon Little, Dean Jagger, Victoria Medlin, Gilda Texter, Lee Weaver, Timothy Scott, Robert Donner, Paul Koslo, Cherie Foster, Charlotte Rampling, Tom Reese, Valerie Kairys, Severn Darden, Karl Swenson, Anthony James, Arthur Malet, John Amos, Owen Bush, Meg Wyllie, Elizabeth Harrower, Mostra tutti

Regia: Richard C. Sarafian
Sceneggiatura/Autore: Guillermo Cabrera Infante, Barry Hall
Fotografia: John A. Alonzo
Produttore: Michael Pearson, Norman Spencer
Produzione: Usa
Genere: Azione, Drammatico, Thriller
Durata: 99 minuti

Dove vedere in streaming Punto zero

Easy Rider a quattro ruote / 18 Marzo 2016 in Punto zero

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Sull’onda del successo di Easy Rider, di cui costituisce la versione a quattro ruote (struttura simile, omaggi, citazioni), questo film di Sarafian ha una trama semplicissima, risolvendosi in un enorme inseguimento stradale della durata di circa 90 minuti.
Eppure, nonostante questa apparente banalità, è un film che dopo essersi ispirato, per l’appunto, al road movie per eccellenza (il film di Hopper), sarà richiamato molto spesso nella cinematografia americana successiva: pellicole come Duel e American Graffiti hanno vari appigli visivi con Vanishing Point, che verrà rifatto nel 1997 e esplicitamente omaggiato da Tarantino in Grindhouse – A prova di morte.
Dopo un lungo giro per le splendide, panoramiche strade del south-west e vari tuffi nella cultura hippy, il film termina in un modo tutto sommato prevedibile fin dal principio, a causa del maxi flashback.

Kowalski (protagonista insieme alla mitica Dodge Challenger bianca del ’70) rappresenta il giovane senza futuro, disincantato e disilluso, che si ribella alle autorità pur essendo tutt’altro che un disonesto (il regista lo sottolinea in vari punti, a volte anche in modo surreale). Diventa così un emblema di libertà e anarchia, forse l’ultimo per una generazione che non sa più a quali santi votarsi.
Figura centrale del film è anche il dj cieco di colore Super Anima, che incita Kowalski durante la sua fuga per mezzo della trasmissione radio che conduce. Anch’egli è un emblema della volontà di ribellione giovanile, emblematicamente castrata dalla violenza fascista di coloro che si intrufolano negli studi di registrazione per picchiarlo selvaggiamente.
Quello della stazione radio è anche un pretesto per proporre una grande colonna sonora rock, esattamente come avverrà nell’American Graffiti di Lucas.
Un film registicamente abbastanza lineare, chiuso però da una scena finale memorabile, in cui un montaggio serrato propone in rassegna vari volti di un’America disincantata, mentre il protagonista si avvia verso il suo tragico e segnato destino.

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Bruciare l’asfalto, correre verso la libertà… / 17 Agosto 2013 in Punto zero

Vanishing Point, Punto Zero è un’opera palesemente figlia degli anni settanta, libertaria, anarchica, pessimista ma allo stesso tempo incredibilmente divertente, con un senso di voglia di vita ben percepibile. Il protagonista è Kovalski, un selvaggio corridore, un uomo libero, o meglio, un uomo che vorrebbe esserlo, libero. Kovalski fa una scommessa con un suo amico, arrivare da Denver a San Francisco in quindici ore, a tutta velocità, a bordo della sua bianchissima Dodge Challenger del 1970. Il viaggio ha così inizio, scandito dall’incalzante e onnipresente musica di Super Soul, un famoso Dj radiofonico, che accompagnerà a ritmo rock le gesta del pilota, attraverso la sua stazione, sostenendolo ed aiutandolo. La corsa è elettrizzante e attraversa buona parte degli stati del sud americani, Kovalski semina poliziotti in ogni modo e subito si trasforma in un fenomeno mediatico, la sua scommessa, com’è nata, si tramuta spontanemente in una metafora di libertà e passione, una corsa folle e sfrenata verso un qualcosa, forse, di irraggiungibile.
Negli occhi del protagonista si percepisce la sofferenza dello stare al mondo, come immerso in una società di cui non riesce ad essere membro, un outsider nato, veterano decorato della sporca guerra nel Vietnam, un uomo a quattro ruote che nessuno pare essere in grado di fermare, se non egli stesso
La sua Dodge Challenger, protagonista del film quanto lui, sembra protetta da una forza invisibile, soprannaturale, potente proprio come quella dei famigerati Blues Brothers, un’ indistruttibile e velocissima scatola di ferro, capace di condurlo in qualunque posto egli voglia, accompagnarlo fino al radicale e romantico finale, il quale restituisce, controvolgia, allo spettatore, l’utopia di quel periodo.
Sostenuto da una regia svelta, dinamica e solo a volte un pò tediosa, Punto Zero scorre a meravilgia, grazie anche, si accennava prima, alla notevole soundtrack, elemento fondamentale ed oggigiorno,purtroppo, molto spesso ignorato. Elettrizzante, emozionante, romantico ed appassionato, non vi è solo “Easy Rider” quale manifesto di quegli anni vivi e ribelli miei cari, esiste anche questa piccola, grande e velocissima corsa di Kovalski, “l’ultimo vero eroe americano” (così ribattezzato da Super Soul).

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