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Le donne e il desiderio

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Ah i film polacchi… / 9 Marzo 2020 in Le donne e il desiderio

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Se c’è una cosa che apprezzo dei film polacchi sono la regia e la fotografia sempre impeccabili, dove ogni fotogramma catturarato è una piccola opera d’arte su celluloide con toni spesso cupi e freddi. Questo film non fa eccezione e come Cold War, altro film polacco che questo film mi ha fatto ricordare, la fotografia di questo film è un piacere per gli occhi. Purtroppo come con Cold War non si può dire lo stesso della sceneggiatura. Sebbene il soggetto della storia sia interessante la trama si dirama in diverse storie di quattro donne in maniera del tutto confusa e sconclusionata tanto che lo spettatore si trova spaesato nel non capire chi siano quelle persone, perché si trovino lì e di conseguenza cosa stiano accadendo. La storia è ambientata tra il 1989 e il 1990, periodo in cui il muro di Berlino è stato abbattuto e si procede all’unificazione della Germania. Qui quattro donne avranno a che fare con il loro cambiamento interiore nei confronti dell’amore e della sessualità. Il film inizia bene e l’ottima recitazione degli attori stimola l’interesse dello spettatore che va pian piano scemando con il progredire della trama quando i fatti non vengono speiagti per benino e i dialoghi sono molto poveri tanto da non far trapelare nulla. La prima storia tratta di una donna insoddisfatta del proprio matrimonio, non più innamorata del marito a tal punto che prova repulsione ad essere toccata da lui. Il suo interesse è rivolto nei confronti di un”altrettanta storia impossibile, un’attrazione verso il prete della parrocchia, tanto da spingerla ad avere rapporti sessuali col marito solo dopo aver avuto delle fantasie erotiche con il prete.

La seconda storia tratta della direttrice di una scuola innamorata del padre di una sua allunna in maniera ossessiva e morbosa. Questi sembra si siano appena conosciuti ma poi si scopre che la loro è una relazione che va avanti da tipo sei anni. La loro storia è incomprensibile, almeno lo è stata per me è non si capisce la sua conclusione. La terza storia tratta di due donne, una è una signora che superato la mezz’età, invaghita della giovane vicina, o forse in cerca di compagnia, visor che l’unica sembra essere quella dei suoi uccellini. La giovane è la sorella della direttrice, che per lavoro insegna ballo e aerobica, ed in passato è stata reginetta di bellezza. La ragazza sembra soffrire di depressione, probabilmente causata dai suoi sogni di fama e gloria andati in frantumi.

Vincitore dell’orso d’argento alla miglior sceneggiatura, Le donne e il desiderio è forse il premio che meno meritava. Senz’altro avrebbe meritato quello di migliore fotografia, ma non di certo quello di miglior sceneggiatura visto che proprio questa è, a mio avviso, il punto debole del film.

Onestamente non saprei che voto dare a questo film. Per alcune scelte registiche, per la fotografia, la bravura, nonché la bellezza e il fascino delle attrici, darei un 8 pieno. Eppure la sceneggiatura (quanto mi sarebbe piaciuto che pure la sceneggiatura fosse da 8) di questo film è così confusa che sebbene il film duri 100 minuti mi sono sembrati 180. Alla sceneggiatura darei perciò un 4. Di conseguenza dovrei dare 6 come media, e dunque la sufficienza.

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da evitare / 14 Maggio 2017 in Le donne e il desiderio

Sarà stata tutta colpa di un mio problema di recupero del cellulare che temevo di aver perso e che mi ha fatto perdere i primi minuti del film, capita solo a me che quando prima che inizia il film vuoi mettere il silenziatore al cellulare non lo trovi?
Non ci ho capito assolutamente nulla, se non che è un film supponente e presuntuoso, che chiede allo spettatore di stare lì a cercare di capire fino alla fine su cose dove forse non c’è nulla da capire e poi se alla fine del film non capisci nulla cavoli tuoi, che gli frega al regista, tanto vince lo stesso l’orso d’argento e comunque ha uno stuolo di “Michele l’intenditore di film”, loro si che ne capiscono di film, che lo applaudirà aspettandoi i muti titoli di coda fino alla fine.
Soprattutto le connessioni tra le varie scene vanno ricercate col lanternino e alcune scene rimangono comunque orfane di collegamenti, ad esempio la ragazza che sprofonda nel fiume cosa mi vuole rappresentare, che connessione ha col resto del film, sembra una scena buttata lì tanto per mettercela e creare un senso di inadeguatezza nello spettatore consapevole di non poter arrivare a capire davero niente del film.

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