Recensione su Unbroken

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Non male per un film biografico. / 3 Ottobre 2015 in Unbroken

Sarà l’autunno incombente e quella malinconia serale che la brezza di ottobre di sabato sera ti reclude in casa con una tazza di metereopatia e un piatto di autocommiserazione, per cui acchiappi il primo film che ti ritrovi lì, ma visto, ma citato, per cui passare la serata fra le lenzuola diventa dolce amaro.
Inizia la pellicola e, probabilmente, non me ne vogliano gli amanti del genere, il primo pensiero sale a tutti : BOOM solita solfa alla pearl harbor o top gun…. Invece no. Leggi distrattamente che si tratta di una storia vera, per cui l’occhio acuto e attento scrutatore si incuriosisce a proseguire assorto nella visione di quello che sarà un film medio ma intensamente emozionante.
Per chi l’ha visto capisco bene che “intensamente” non sarà la parola più adatta, l’andatura scarna e lenta sta un pò lì a riempire vuoti temporali con grandi primi piani e tenui contrasti cromatici fra cielo e terra, cielo e mare, uomini imbrattati di carbone e cielo… La questione visiva è tutta lì.
Brevi dialoghi e lunghi silenzi, urla strozzate, dolore, assorti pensieri tramutati in sguardi non sempre graditi fra i personaggi, quasi addirittura fatali.
Una storia di forza, e di coraggio, quelle storie che in generale, come essere umano, ti fanno sentire piccolo e quasi indegno di questa specie, come se condividere una parte di patrimonio genetico con il protagonista ci renda increduli di quanto in realtà la volontà, la dedizione e il destino possano rendere una vita da semplice a straordinaria.
Do un sette perchè lo consiglierei, non di più perchè non lo rivedrei.

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