Una PERLA del grande CINEMA / 21 Gennaio 2018 in Una pura formalità
Capolavoro. Poche storie. Uno dei film più geniali della storia del cinema!
Capolavoro. Poche storie. Uno dei film più geniali della storia del cinema!
Vita e morte.
Due rette parallele che, procedendo all’infinito, si toccano in un punto incalcolabile.
Nient’altro che retta impropria.
Tornatore regala un’opera sottovalutata e (erroneamente!) semisconosciuta, riflessione sulla vita e sulla morte, facce di una stessa medaglia dalle probabilità incalcolabili.
Bipolare e stremato è Onoff, di cui Depardieu ne rispecchia qualsiasi caratteristica psico-somatica.
Puntiglioso ed attento è il commissario “Da Vinci”, di cui Polanski ne fa un personaggio estremamente illuminante.
Una regia innovativa (spettacolare l’inquadratura dall’interno del water pre e dopo “lancio” del pezzo di camicia), in cui la pioggia rappresenta il tormento dello spettatore, orchestra il tutto in un crescendo di emozioni e “pathos” greco.
Questo film di Tornatore è un mix di eccellenze ben calibrato: dalle musiche di Morricone alla fotografia terrigna di Blasco Giurato, passando per Polanski e Depardieu, fino alle eccellenti voci di Leo Gullotta e Corrado Pani (qui, attori e non “semplicemente” doppiatori), tutto concorre a creare una pellicola d’autore estremamente riuscita ed originale, soprattutto se raffrontata alla media delle produzioni italiane, sia del periodo che contemporanee. Si tratta, né più né meno, di un film di genere: di noir così, da queste parti, non se ne vedono molti.
Ritorno sulla presenza nel cast di Polanski e Depardieu, bravissimi.
L’uno, sembra la scelta più naturale, ripensando alla sua passione per gli spazi chiusi come metafora della psiche: ricordando L’inquilino del terzo piano, poi, mi piace ritrovare alcune analogie con questo film (che non citerò, per evitare vicendevoli spoiler).
Depardieu è totale fisicità, anche quando è pressoché immobile: a parlare per lui, c’è un corpo che, limitato dalla prigionia, si esprime sanguinando, sudando, offrendosi anche nudo, polito e rotondo agli occhi del pubblico.
Se pensate che la scena di “the Worst Toilet in Scotland” di Trainspotting fosse sufficientemente repulsiva, benché ironica (ed onirica), aspettate di vedere quella in cui Onoff, in un bagno dalla discutibile igiene per l’appunto, tenta di far sparire un pezzo di stoffa insanguinato.
Nota spoilerosissima: altro che leggere Henry James e il suo Giro di vite. Amenábar ha visto questo film di Tornatore, sì sì.
Tornatore, Depardieu, Polanski insieme per un vero CAPOLAVORO del cinema, possiamo dirlo con orgoglio, italiano!! Con la musica che ancora ricordo dell’immenso Tornatore…ricordare, ricordare… (L’ho visto 20 anni fa ed ancora lo ricordo!!Avevo 10 anni!
Densa e avvincente la trama, insospettato e inaspettato il finale, ottimamente costruito, con una grande recitazione dei due Maestri! Davvero molto bello!!
Vedere al cinema questo film è un vero spettacolo.
Dall’inizio alla fine non hai la più minima idea di quello che accadrà. Veramente bello. E poi vederlo sul grande schermo è perfetto.
Da vedere assolutamente!!!
Eccellente. Poche parole per definire un’opera davvero pregiata. Tornatore che, devo ammettere, non mi ha mai incantato (soprattutto dopo “Malena”, che si guarda solo per la Bellucci), questa volta ha superato ogni aspettativa. E’ un film che non ha nulla a che vedere (per fortuna) col cinema italiano: sembra una piece teatrale, con pochi personaggi in gran forma (Depardieu si conferma e Polanski sorprende) una sceneggiatura perfetta ed una trama ad incastro splendidamente architettata. Onirico e noir, è un film che alla fine mi ha spiazzato, ma che merita assolutamente di essere visto.
Bellissimo e sottovalutato. La storia deve molto al “Terzo poliziotto” di Flann O’Brien, che Tornatore neanche cita nei titoli di coda.
Non ci sono citazioni.
Non ci sono voti.