Ultras

Ultras è un film potente e crudo che esplora il mondo degli ultras, gruppi di tifosi appassionati di calcio estremamente devoti e spesso coinvolti in episodi di violenza. Diretto da Francesco Lettieri, il film offre uno sguardo realistico e senza filtri sulla vita di un gruppo di ultras di Napoli.

Ciò che rende Ultras così straordinario è la sua capacità di andare oltre gli stereotipi e di scavare nella psicologia dei personaggi. Il protagonista, Sandro, interpretato in modo toccante da Aniello Arena, è un ex capo ultras che si ritrova coinvolto in un viaggio interiore per trovare la sua identità e il suo posto nel mondo.

Il film esplora temi complessi come l’amicizia, l’appartenenza e il senso di comunità che gli ultras condividono. Mette in discussione le norme sociali e le dinamiche di potere all’interno del gruppo, mostrando le contraddizioni e le difficoltà che gli ultras affrontano nella loro vita quotidiana.

Ultras si distingue anche per la sua regia autentica e cruda, che cattura la realtà delle tifoserie e dei loro legami con il calcio. Le scene degli stadi e i momenti di passione e tensione durante le partite sono resi in modo coinvolgente e realistico, immergendo lo spettatore nell’atmosfera febbrile degli ultras.

Il cast offre interpretazioni straordinarie, con Aniello Arena che si distingue per la sua performance intensa e commovente. La sua presenza sullo schermo trasmette una gamma di emozioni, dalla rabbia alla vulnerabilità, lasciando un’impronta duratura nello spettatore.

In conclusione, Ultras è un film che non ha paura di esplorare i lati oscuri e complessi del mondo degli ultras. Con una narrazione realistica, una regia autentica e interpretazioni straordinarie, offre uno sguardo profondo sulla passione e sulla lotta per l’identità all’interno delle tifoserie. È un film che non lascia indifferenti, facendoci riflettere sui legami umani e sulle dinamiche sociali che si sviluppano all’interno di gruppi estremamente devoti.

Non avevo aspettative nei confronti di questo “Ultras” e forse anche per questo ne sono rimasto piacevolmente colpito.
Ultras è un ottima rappresentazione del ritardo mentale che affligge la maggior parte delle frange estreme del tifo da stadio. Un crogiolo di falliti e neandertaliani che trovano nel menar mazzate l’unica spiegazione della loro esistenza. In questo il film è ottimo nel tratteggiare il disagio giornaliero di questi minus habens.

Gli ultras vengono rappresentati uno po’ come le bande de “i guerrieri della notte” di Walter Hill. La differenza sostanziale è che qui viene posto l’accento su di una guerra politica in seno al gruppo tra vecchi e giovani Apache.

La recitazione è buona. Aniello Arena e il suo personaggio (l’unico con un granello di cervello) mi sono piaciuti molto. Ottimi anche Antonia Truppo e Daniele Vicorito ma in linea di massima bravi tutti.

Belle le location (fastidioso il finale proloco) e buona la fotografia anche se ormai un po’ troppo derivativa.

In linea di massima non critico mai i finali dei film però in questo caso mi sento di dire che la risoluzione sia un filino troppo scritta (per non dire banale) sia per scelta che per rappresentazione.

Voto: 6,5

(Sei stelline e mezza)

Dopo aver diretto vari videoclip di Liberato, Francesco Lettieri firma la sceneggiatura e la regia di un intero film che sembra l’extended version di un videoclip di Liberato. Ma non è un male, eh.
Questa premessa mi serve solo per dire che Ultras, nuovo film originale Netflix co-prodotto con Mediaset, è il racconto cinematograficamente gradevole ma abbastanza semplificato e, a suo modo, estetizzato di una realtà sociale complessa come quella delle consorterie sociali così ben rappresentate dalle tifoserie organizzate basate su impianto squadrista, machismo e bullismo.

Narrativamente, il film non propone niente che non si sia già visto sul grande schermo in mille storie di riscatto umano. Ma si rivela un buon intrattenimento sul divano: buon ritmo, buona fotografia, buona prova degli attori.