Recensione su Ultimatum alla Terra

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Ottusi e contenti / 17 Marzo 2018 in Ultimatum alla Terra

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Magnifico film di genere fantascienza degli anni ’50, Ultimatum alla Terra denuncia quanto la diffidenza, la limitatezza mentale e la volontà di potere (da parte delle autorità militari e politiche) siano un reale ostacolo alla scienza e al progresso. Un alieno, non un alieno tipico, ha sembianze umane, accompagnato da un robot indistruttibile, scende da una navicella spaziale, il cosiddetto disco astrale nel film, con un messaggio fondamentale per la pace e la salvezza della Terra, che si trova davanti ad un pericolo incombente dovuto all’utilizzo dell’energia nucleare. Ma subito il potere militare, per dimostrare la sua forza e che nulla in quel momento e in quel posto potesse accadere se non per decisione dell’esercito e del governo, spara all’alieno Klaatu rendendo da questo momento in poi difficoltoso per lui rivelare il messaggio.
Si tratta di una vera e propria rivelazione, infatti, quella di Klaatu. L’allegoria cristiana è evidente: Klatuu scende dal cielo e viene tradito e ostacolato dall’ottusità della gente che non gli da nemmeno la possibilità di comunicare le sue parole di salvezza, cosi come si dice e si crede accadde circa 2000 anni fa sulla stessa Terra.
La trama si sviluppa in modo lineare, senza colpi di scena, mettendo in risalto la dicotomia tra potere politico, aiutato dalla stampa che indirizza ed influenza i pensieri delle persone, interessato solo ad esprimere la propria forza anche dinnanzi a un pericolo cosi evidente, e potere scientifico, che rappresenta la vera salvezza apparente per la Terra. Klaatu infatti decide di rivelare quest’ultimatum solo ad una delegazione di scienziati provenienti da ogni Stato, speranzoso di trovare ascolto nelle menti illuminate degli uomini di scienza.

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