Ultimatum alla Terra

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Ultimatum alla Terra

Tratto da un racconto di Harry Bates, Addio al padrone. Stati Uniti. Dopo essere giunto a Washington a bordo di un disco volante, un alieno, Klaatu, viene ferito da un soldato e finisce all'ospedale. Riesce però a fuggire, e spacciandosi per un essere umano trova alloggio presso una donna rimasta vedova, Helen Benson, che vive con suo figlio, Bobby.
schizoidman ha scritto questa trama

Titolo Originale: The Day the Earth Stood Still
Attori principali: Michael Rennie, Patricia Neal, Billy Gray, Sam Jaffe, Hugh Marlowe, Lock Martin, Freeman Lusk, Edith Evanson, Frank Conroy, Frances Bavier, John Brown, Olan Soule, Marjorie Crossland, Elmer Davis, H.V. Kaltenborn, Drew Pearson, Gabriel Heatter, Harry Lauter, James Doyle, Larry Dobkin, Robert Osterloh, Glenn Hardy, Tyler McVey, House Peters Jr., George Lynn, Dorothy Neumann, Wheaton Chambers, Carleton Young, Harry Harvey, Sammy Ogg, Bess Flowers, James Seay, Grady Galloway, Hassan Khayyam, John Barton, Stuart Whitman, Rama Bai, John Burton, Bill Welsh, Mostra tutti

Regia: Robert Wise
Sceneggiatura/Autore: Edmund H. North
Colonna sonora: Bernard Herrmann
Fotografia: Leo Tover
Costumi: Perkins Bailey, Travilla
Produttore: Julian Blaustein
Produzione: Usa
Genere: Drammatico, Fantascienza
Durata: 92 minuti

Dove vedere in streaming Ultimatum alla Terra

Ancora apprezzabile / 26 Settembre 2019 in Ultimatum alla Terra

In un genere come la fantascienza settanta anni sono un abisso: sensibilità differenti, cognizioni scientifiche differenti, mezzi economici e tecnici differenti. Eppure Ultimatum alla Terra, dopo quasi settant’anni, conserva una sua freschezza che lo rende ancor oggi apprezzabile. Come mai? La ragione principale, credo, sta nell’essenzialità del film: non c’è nessuna ricerca di effettacci, non ci sono mostri spaventosi o avventure improbabili; la trama è lineare, gli effetti speciali ridotti al minimo. L’economia dei mezzi, paradossalmente, rende la vicenda più realistica – tranne per il robot Gort, che inevitabilmente appare un poco posticcio – e così l’avvertimento che dà il nome originale al film, The Day the Earth Stood Still, riesce ancora a strappare un piccolo brivido allo spettatore. Anche l’interno dell’astronave, così minimalistico, è un buon esempio di estetica modernista, mentre per l’esterno fu addirittura consultato Frank Lloyd Wright.

L’altro motivo della vitalità del film è probabilmente l’interpretazione di Michael Rennie (Klaatu), con il suo atteggiamento composto, sereno, ma anche supremamente sicuro di sé, spesso ironico, talvolta minaccioso, talvolta affettuoso. Un amalgama riuscitissimo e originale. Non male neanche la prestazione di Patricia Neal (Helen Benson), che concede qualcosa agli stereotipi femminili dell’epoca, ma che in generale ci restituisce il ritratto di una donna autonoma e determinata.

Il film non manca comunque di qualche problema: le autorità a quanto pare non hanno una foto di Klaatu, e nemmeno di un suo identikit da diffondere tra la popolazione, benché l’abbiano avuto in custodia per un certo tempo; gli ovvi paralleli con la vicenda di Cristo (morte, resurrezione, ascensione al cielo, nonché il nome Carpenter, “carpentiere”) lasciano oggi un po’ freddini, come pure il riferimento molto pio all’Onnipossente (“the Almighty Spirit”), a quanto pare imposto da un comitato di censori.

Non so bene cosa pensare invece di una particolarità del film: la disinvoltura con cui le autorità (a parte un soldato impaurito) trattano all’inizio il visitatore alieno. I militari gli si avvicinano senza troppe esitazioni, pur dopo l’intervento distruttivo del robot, e anche il Segretario di Stato ostenta un atteggiamento molto sicuro. L’aspetto umano di Klaatu agevola la cosa; ma qual è la ragione principale? Un ideale virile all’epoca ancora molto vivo, che impediva di mostrare paura? Il tentativo di sottolineare come, in accordo con la trama, la minaccia interplanetaria sia costituita in primo luogo dai terrestri? Mi piacerebbe saperlo.

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Ottusi e contenti / 17 Marzo 2018 in Ultimatum alla Terra

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Magnifico film di genere fantascienza degli anni ’50, Ultimatum alla Terra denuncia quanto la diffidenza, la limitatezza mentale e la volontà di potere (da parte delle autorità militari e politiche) siano un reale ostacolo alla scienza e al progresso. Un alieno, non un alieno tipico, ha sembianze umane, accompagnato da un robot indistruttibile, scende da una navicella spaziale, il cosiddetto disco astrale nel film, con un messaggio fondamentale per la pace e la salvezza della Terra, che si trova davanti ad un pericolo incombente dovuto all’utilizzo dell’energia nucleare. Ma subito il potere militare, per dimostrare la sua forza e che nulla in quel momento e in quel posto potesse accadere se non per decisione dell’esercito e del governo, spara all’alieno Klaatu rendendo da questo momento in poi difficoltoso per lui rivelare il messaggio.
Si tratta di una vera e propria rivelazione, infatti, quella di Klaatu. L’allegoria cristiana è evidente: Klatuu scende dal cielo e viene tradito e ostacolato dall’ottusità della gente che non gli da nemmeno la possibilità di comunicare le sue parole di salvezza, cosi come si dice e si crede accadde circa 2000 anni fa sulla stessa Terra.
La trama si sviluppa in modo lineare, senza colpi di scena, mettendo in risalto la dicotomia tra potere politico, aiutato dalla stampa che indirizza ed influenza i pensieri delle persone, interessato solo ad esprimere la propria forza anche dinnanzi a un pericolo cosi evidente, e potere scientifico, che rappresenta la vera salvezza apparente per la Terra. Klaatu infatti decide di rivelare quest’ultimatum solo ad una delegazione di scienziati provenienti da ogni Stato, speranzoso di trovare ascolto nelle menti illuminate degli uomini di scienza.

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Klaatu, Barada, Nikto! / 4 Febbraio 2013 in Ultimatum alla Terra

Pioneristico film fantascientifico, diretto da Robert Wise (tra le altre cose del tale ricorderei la serie culto Star Trek ma non solo)l la pellicola in questione pur essendo del ’51 ha ancora ottime carte da giocare. Negli anni ’50 il genere fantascientifico dava spettacolo e risentiva molto del clima che si respirava allora. Anni di tensione, anni di conflitti periferici, per citare un film di casa nostra: “Anni difficili”. Il conflitto URSS-USA veniva riportato anche nelle grandi sale. Pensiamo a L’invasione degli Ultracorpi per esempio.
Ora, la pellicola in questione “Ultimatum alla Terra” lascia dei piccoli spazi anche a questi temi, con delle battute che a mio avviso sono a dir poco epiche.
La trama è piuttosto lineare, non ci sono colpi di scena, per lo meno non eclatanti.
Un alieno proveniente da un pianeta distante 400 milioni di chilometri o poco più, arriva a bordo della sua navicella spaziale. Ora, il film chiama la navicella in un modo assurdo che non ricordo ma mi ha fatto crepare dalle risate. Dicevo, giunge sulla Terra questo alieno dal nome pittoresco, Klaatu. Avete presente E.T ? Mars Attack ?
Alien e compagnia canatado ?
Dimenticateveli, poiché il nostro alieno è identico all’umano medio.
Anche se Klaatu è pacifico, almeno al momento, gli Americani hanno la bella idea di sparargli. Il film non finisce qui poiché la razza di Kalatu ha una conoscenza a livello medico/teconologico maggiore della società occidentale moderna e soprattutto perché c’erano ancora soldi da spendere e il regista voleva spenderli.
Klaatu è accompagnato da Gort un robot violento ma obbediente che devasta le armi impugnate dai soldati per ferire il suo padrone.
Il film prosegue con la fuga dall’Ospedale militare, Klaatu che diventa Carpenter (non il regista, diventa un Mario Rossi qualsiasi) e inizia ad avere dei rapporti con l’umanità. Ottima la scelta del regista, egli denuncia l’ottusità, la caccia al Rosso (tradotta nella caccia all’alieno) tipica di quegli anni presso il Nuovo Continente. Bella la battuta che fa Klaatu/Carpenter a un giornalista, il quale chiede se non ha paura dell’alieno: “No, non ho paura dell’alieno, ho più paura del pensiero della gente che non comprende..” .
Ma dove è giunto il nostro eroe e perché è giunto ?
E’ giunto a Washington, capitale della Società Occidentale, per trasmettere un messaggio profetico: “Avete una rudimentale tecnologia, faccio riferimento all’atomica. Presto potrete usufruirne, creare razzi come il mio ed andare a vostro piacimento in giro nell’universo. Vi è un solo problema, ogni volta che vi muovete fate danni e scoppia una guerra”.
Queste rielaborate sono le parole di Klaatu che aggiunge: “O cambiate il vostro modus operandi o la Terra verrà distrutta dalla Confederazione Galattica”.
Tra le altre cose, la Confederazione Galattica è un po’ come l’ONU un’associazione garante della pace. Unica differenza ?
Quando si muove, si muove bene mica come nel 1996 a proposito del genocidio del Rwanda… e altra piccola differenza è la presenza dei robot, cazzutissimi robot come Gort che fanno vivere in modo pacifico tutti quanti.
Certo attraverso il rischio della violenza, ma il fine ultimo è il vivere in modo pacifico e in fondo, chi siamo noi per giudicare ?

La pellicola mi è piaciuta molto, la consiglio a tutti gli appassionati del genere e non solo, sorprendente l’ allegoria cristiana, il protagonista scende dal cielo, viene tradito, muore e resuscita. Padre, perdona loro perché non sanno quello che fanno.
Proprio come Cristo non fa ammazzare da Gort/God/Dio l’invincibile i suoi carnefici.
Mi sembra tutto, no mancano le note del Don.

Note del Don
La frase “Klaatu, Barada, Nikto!” verrà ripresa ne “L’armata delle Tenebre” di Sam Raimi.
DonMax

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Klaatu, Barada, Nikto! / 31 Marzo 2011 in Ultimatum alla Terra

Un vero capolavoro della Sci-Fi classica anni ’50
Niente, e dico proprio niente, a che fare con il remake tristissimo del 2008.
La coscienza di non essere soli nell’universo ha sempre fatto molta presa sui creatori della fantascienza per riportare l’umanità alla pace.
In questo caso però è la paura del deterrente “astrale” che impone all’uomo di ridurre la conflittualità, e sopratutto di limitare l’utilizzo di armi atomiche.
Il mondo è uscito ancora da troppo poco tempo dalla seconda guerra mondiale, che molto ha scosso le coscienze.

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