7 Recensioni su

Tirannosauro

/ 20117.370 voti

6 Agosto 2014 in Tirannosauro

Questo film ha vinto il premio per la regia al Sundance Film Festival del 2011 e il Bafta 2011 come miglior film e 2012 come miglior esordio alla regia.
E sono tutti meritati.
La solitudine di Joseph, tra rabbia e violenza, contrapposta con quella di Hannah, pacata ma triste e devastante.
Le loro storie si uniscono.
Emozionante e coinvolgente.
Una vera perla.
Ad maiora!

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Dramma senza peli sulla lingua / 14 Febbraio 2014 in Tirannosauro

Due storie tormentate che si intrecciano, due differenti tipi di solitudine. Quella di Joseph: alcolizzato, disoccupato, dal carattere irascibile, senza moglie e con un bambino che sembra essere l’unica persona che egli possa considerare un amico. Quella di Hannah: cristiana devota e desiderosa di provare l’esperienza della maternità, e che deve fare costantemente i conti con un marito violento. Il film mostra l’evolversi del confronto tra queste due personalità, così diverse all’apparenza ma allo stesso tempo così simili nel loro intimo. Ed il risultato è emotivamente distruttivo.

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16 Maggio 2013 in Tirannosauro

Per fortuna che Tyrannosaur dura solo un’ora e mezza perchè l’impatto emotivo è davvero sconcertante, non solo nei contenuti ma anche nella forma.
Il perno del film è il confronto fra due personalità problematiche, come si era visto in Via da Las Vegas o in L’amore che resta, solo che qui non c’è una storia d’amore che cresce e che vuol trovare una sua definizione, c’è l’incontro tra due persone tormentate, sole e cariche di un passato piuttosto difficile. Sono due anime a cui è stato tolto tutto ed a cui non rimane altro che la violenza e la sopportazione.
La fotografia cupa sottolinea un paesaggio inglese ai margini e la violenza verbale carica ancora di più la drammaticità di quei fatti di cronaca che sentiamo tutti i giorni in tv ma che, visti, in questa luce diventano ostacoli insormontabili per chi li vive e situazioni inconcepibili per chi osserva.
Bravi gli interpreti, ottimo Peter Mullan che sembra nato per questi ruoli.
La sceneggiatura è essenziale e feroce, non infarcisce di luoghi comuni i suoi personaggi e non esalta sino allo stucchevole ciò che racconta.
Tyrannosaur è un film che colpisce duro, più ancora di Amour di Haneke, picchia di cattiveria le nostre coscienze, come il suo protagonista e non si perde in frivolezze da sala.

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il finto pesce morto / 23 Marzo 2013 in Tirannosauro

Allora l’altro giorno cambio l’acqua dell’acquario e con tutta l’insicurezza che la novità dell’attività porta con se mi rendo conto quando ho finito di versare l’acqua nuova che un pesce giace immobile sul fondo… Panico! L’avrò travolto con la cascata d’acqua e giù a battere sul vetro e quel burlone non si muove con la tipica espressione da pesce.
Ormai mi ero rassegnata alla morte del poveraccio ma quel farabutto con un colpo di coda si allontana!
Ecco lo stesso effetto mi ha fatto questo film, ormai rassegnata alla tristezza un colpo di coda mi riporta la speranza del cambiamento.

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9 Marzo 2013 in Tirannosauro

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Questa è la abbastanza incredibile opera prima, per essere una opera prima, di Paddy Considine alla regia. Paddy Considine, oltre ad avere un nome evidentemente parecchio irlandese, era il tizio che recitava in In America di Sheridan, e somewhere else. Qui sta dall’altra parte, e mette come protagonista Peter Mullan, il quale, a sua volta, ha questa faccia così british, e faceva il papà in Warhorse, stava nei film di Ken Loach e, ancora di più, aveva firmato quel ca**otto allo stomaco che era Magdalene (maledetti cattolici pagherete tutto! è_é).
Insomma un giro di valzer mica da ridere. Il filone è quello del cinema tra il reale e il popolare delle classi quasi-povere inglesi. Loach e giù di lì, giustappunto.
Joseph è un vecchio, beh, non così vecchio, però abbastanza, un po’ sfasciato, e incazzato con il mondo, per motivi che non vengono nemmeno del tutto spiegati; Joseph beve ed esplode in violenti attacchi d’ira contro tutto e tutti. C’è da chiedersi perché non sia già dentro. E come abbia fatto a tenere un cane per così tanti anni, visto che lo ammazza a calci al principio del film. In preda a uno di questi attacchi, si rifugia in un negozio, uhm, un coso, di volontari cristiani, a piangere dietro a degli abiti usati. La volontaria prega per lui. Ed è così che si entra a contatto con un’altra sofferenza, quella di Hannah, che annega nel volontariato il terrore domestico di una vita fatta di vessazioni da parte di un marito psico-matto, dietro una facciata di borghesia benestante e perfettina. Marito che fa un meraviglioso ingresso in scena, lei dorme su di un divano, lui arriva in casa e le piscia addosso. E poi la mena, stupra, le fa tutto, all inclusive.
Per cui ognuno dei protagonisti ha una rabbia e un vuoto incolmabile nascosti dentro, e controllarli e incontrarsi non è facile. Joseph is working on it, vede il suo migliore amico crepare di cancro e il bambino vicino di casa, un gaggio che continua a dirgli man, buddy e tutte quelle robe lì, che viene sfregiato dal pitbull del fidanzato cogli**e della ragazza-madre che abita di fronte. Insomma, disagio, esplosioni attese e posticipate e compiute, in una galleria di personaggi un filo estremi ma in cerca di una via d’uscita. Che nel finale viene, ma non del tutto, concessa, e il prezzo per riuscire ad affrontare i propri limiti è da pagare tutto. No lieto fine, ma due vite che molto a fatica ripartono.

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Ne voglio ancora… / 12 Ottobre 2012 in Tirannosauro

… di film così, e ancora, e ancora. Intenso, intelligente, osa un ritratto diverso di quella spinta che abita molti di noi e che si chiama “dissenso” e che quando non viene riconosciuta come tale e fa in tempo a mescolarsi a sentimenti personali irrisolti, fuoriesce poi in forme deviate di violenza e autodistruzione. Tuttavia ciò che ancora una volta sembra vincere è il desiderio di riscatto, è l’irresistibile attrazione per la tenerezza, per la vicinanza, per l’accoglienza, anche se può costare molto capirlo, e sopratutto seguirla, assecondarla, portarla in superficie, a guidare finalmente i nostri gesti.

Ma quanto mi piacciono questi “eroi di nulla”, nemmeno di se stessi, che tuttavia non mollano mai, anche quando in apparenza hanno ceduto al proprio lato peggiore e alla propria ombra.

Regia lodevole, in alcuni passaggi, curiosa, interessante, coraggiosa; e prove d’attore ottime (Peter Mullan: che espressività!)

Un’altra bella sorpresa di un cinema che viene scartato dalla distribuzione sull’onda di criteri così superficiali da lasciare ammutoliti [malgrado le numerose prove e controprove, sigh 🙁 ]

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Addizioni / 18 Aprile 2012 in Tirannosauro

Una solitudine + una solitudine = mezza solitudine

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