18 Dicembre 2011
Ho scoperto Lynch con questo lavoro (chissà se è stato un bene? 😀 ): avevo dodici anni e la storia morbosa ed onirica di Laura Palmer e delle indagini relative alla sua morte mi prese praticamente per i capelli.
Da parte dello spettatore, richiede molto impegno: la pletora di personaggi è quasi infinita, la trama è ingarbugliatissima e, purtroppo, degenera definitivamente durante la seconda serie.
Disturbante, avvincente, surreale, ironico, autoreferenziale, raffinato, chi più ne ha, più ne metta: questo serial televisivo è un ottimo (e forse esaustivo) compendio dello stile del regista statunitense.
Gran belle facce, stile impeccabile, costumi grandiosi e immagini che si sono insinuate nell’immaginario collettivo (dal Nano nella Red Room al picciolo delle ciliegie arrotolato con la lingua da Sherilyn Fenn).
Peccato per gli sbrodoloni narrativi sul finale: nonostante ciò, ricordo chiaramente che la faccenda della Loggia Nera ed il traviamento definitivo dell’Agente Cooper mi turbarono non poco.

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