Recensione su Tutto su mia madre

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Tutto su mia madre / 18 Maggio 2012 in Tutto su mia madre

Diretto e scritto da Almodovar, che vinse il premio come miglior regia al festival di Cannes del 1999, “Tutto su mia madre” è un film con poca azione, ma nel quale emerge il grande spessore umano dei personaggi, tutte donne, raffigurate come esseri saggi, forti, segnate da esperienze dolorose, ma ben consapevoli del senso vero della vita. C’è Manuela, una madre che ha perduto il figlio in un incidente, quel figlio che aveva cresciuto da sola, una donna che lotta contro la tragedia e continua a vivere, ad aiutare gli altri. C’è Huma, un’attrice famosa, ma ormai stanca del successo che ha ottenuto. C’è Rosa, dipinta come un’anima candida, un personaggio toccante e ottimamente interpretato da Penelope Cruz. E c’è Agrado, l’amica di Manuela, il simbolo dell’annientamento del dolore, che vuole rendere “gradevole” la vita delle persone con cui entra in contatto (da qui il suo nome, Agrado). L’unico personaggio maschile, Lola, che però è un travestito, è presentato come un uomo vile, che ama ma non in maniera matura, che si rifiuta di fare i conti con le conseguenze delle sue stesse azioni.
Il clima che si respira in questa pellicola è insolito: c’è tristezza, malinconia, la solitudine di una madre che ha appena perso un figlio e di una ragazza (Rosa) che non ha un buon rapporto con sua madre; ma, al tempo stesso, c’è un’atmosfera rasserenante, persino scherzosa in certe situazioni.
Film davvero ben fatto.

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