UN PRIMO DI CARNE FRESCA / 14 Dicembre 2022 in Fiore di carne

“Fiore di Carne” narra la storia dell’incontro tra due giovani bohémien che s’innamorano a prima vista l’uno dell’altra. Eletto come film olandese del secolo (poca concorrenza?), “Fiore di Carne” è un film provocatorio quanto ben riuscito. Passa attraverso la commedia per scivolare con disinvoltura nel dramma umano. In Olanda fu un successo senza precedenti ne susseguenti (si stima che un terzo della popolazione olandese vide il film in sala) e anche a livello internazionale attirò l’attenzione tanto da guadagnarsi una nomination agli oscar.

La prima è assolutamente straritmata. Parte spedita e tambureggiante per poi diventare mano mano più riflessiva e profonda.

Verhoeven è in grado di unire con estrema naturalezza, l’alto e il basso, il volgare e il poetico, la bellezza e lo scatologico. Il suo talento è quello di declinare le ridicole pulsioni della vita in arte contemporanea, e questo talento era già maturo alla sua seconda opera cinematografica. Il suo mestiere gli permette di spuntarla su di un plot esile e pericoloso facilmente riassumibile in “un ragazzo incontra una ragazza”. Ci vuole abilità per tirarne fuori qualcosa di buono e lui c’è riuscito.

Se il regista era al suo secondo film i due attori protagonisti erano all’esordio vero e proprio. L’ottima Monique van de Ven, all’epoca appena diciottenne, presta voce e soprattutto corpo ad una ragazza esuberante piena di vita. La sua Olga dai capelli rossi è così ruspante da darti l’impressione di poterla tenere tra le mani durante la visione. Un vero fiore di carne.
Non da meno è l’esordiente Rutger Hauer. Bello come un girasole, Impetuoso e imprevedibile nell’animo e nei fatti, subisce una vera trasformazione durante il suo arco narrativo che ridimensiona il suo mondo.

Un film crudo e provocatorio, narrativamente interessante e pienamente appagante. Da recuperare anche solo per vedere l’inizio di alcune delle carriere più luminose della storia del cinema mondiale.

Leggi tutto