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Una vita al massimo

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un fillm stellare / 3 Settembre 2019 in Una vita al massimo

per gli amanti del grande e piccolo schermo, per i fanatici di Quentin Tarantino o no…. questo è un filmone. Fantastico.

La mano di Tarantino / 5 Ottobre 2015 in Una vita al massimo

La storia di due incoscienti molto molto fortunati. La mano di Tarantino si vede, soprattutto nei ritratti mai banali dei personaggi (primi fra tutti, direi, i fantastici Christopher Walken e Dennis Hopper, riuniti in un confronto indimenticabile) e nell’iperviolenza che riempie il film, anche se alcune scene sono ancora un po’ goffe, come quella leggermente troppo prolungata fra Gandolfini e Arquette; meglio la resa dei conti tra Slater e Oldman. (Viceversa, l’assenza di Tarantino si nota nelle scelte musicali.)
Purtroppo, la parte ambientata a Los Angeles diventa ben presto troppo prevedibile; in particolare, la sparatoria finale si vede arrivare da chilometri di distanza, ed è anche costruita in modo poco originale. Anche i personaggi sono mediamente più insulsi, e l’unica soddisfazione è vederli sparire nella carneficina conclusiva.
In generale non mi è sembrata azzeccatissima la presenza spettrale di Elvis ad accompagnare lo squinternato Clarence. Patricia Arquete è forse troppo carina per il ruolo.

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Un pulp in tono minore / 22 Maggio 2015 in Una vita al massimo

Tratto della sceneggiatura di Tarantino, poi venduta a Tony Scott, è il secondo capitolo della cosiddetta “trilogia pulp” ( iniziata con Le Iene e terminata con Pulp Fiction ) è anche quello che mi piace meno dei tre.
L’ho trovato come un film incompleto su alcuni punti, l’ho visto anni dopo aver visto pulp fiction cioè secondo me il massimo del pulp quindi il mio giudizio è un pò condizionato.
Il ruolo di Patricia Arquette ( Alabama ) a parte alcune scene, l’ho visto marginale rispetto a quello di Christian Slater ( Clarence ) o magari spicca meno il suo personaggio a me ha dato questa impressione… ho trovato buona l’idea di usare il fantasma di Elvis come mentore di Clarence.

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29 Agosto 2012 in Una vita al massimo

(Quasi sette stelle, in realtà)

Il fatto è, signori miei, che -dopo aver visto ciò che è venuto dopo – questo film di Tony Scott mi sa di stantìo.
Tarantino alla sceneggiatura, coi suoi lavori da factotum successivi, ha avuto anche l’ardire (giusto! 😉 ) di riciclare situazioni, oggetti (vogliamo parlare della valigia?) e battute di questo pur valido lavoro, da considerarsi una sorta di prova generale di Pulp Fiction (1994), diciamo.

Cast stellare (da Hopper a Walken, passando per Samuel L. Jackson e Gary Oldman), ma sfido ad individuare -prima dei titoli di coda- Val Kilmer 😉
Gli attori sono usati bene ed i due protagonisti (belli e dannati la Arquette e Slater), fratelli minori di Mickey e Mallory di Natural Born Killers di Stone (altro lavoro di sceneggiatura di Tarantino, poi disconosciuto, da quel che ricordo), sono sufficientemente folli da tenere desta l’attenzione per tutto il film, anche se, a tratti, il desiderio di inserire nella storia quanti più incroci possibili, li fa passare un po’ in secondo piano (progressivamente, Alabama si eclissa, poi si riaccende come un fuoco d’artificio nella scena exploitation con Gandolfini).

Esteticamente, sembra di guardare un lunghissimo videoclip della prima metà degli anni Novanta (avete presente, che so, i vecchi video degli Aerosmith o dei Bon Jovi, per dire?), quindi, da quel punto di vista, il film ha risentito degli anni. Per il resto, considerate le premesse enunciate, è ancora sufficientemente godibile.

Nota personale: mi è venuto in mente che, una decina di anni dopo questo lavoro, Christian Slater ha vestito nuovamente i panni (e gli occhiali da sole) di un emulo di Elvis nel film “La rapina” (2001), insieme a Kevin Costner 😉

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