boom / 5 Maggio 2016 in I trasgressori

Questo qui, signore e signori, è uno dei film che preferisco di Walter Hill.
Parlando di The Warriors, scrissi che non eravamo più abituati al cinema alla Walter Hill e questo è un male. Walter Hill è uno che in vita sua ha sbagliato (forse) due o tre film. Prendete la scena iniziale di Trespass e confrontatela con la scena iniziale de The Warriors. Il montaggio è uguale, l’intro è identico, cattura la tua attenzione perché Walter Hill lo sa: tu Trespass lo divorerai, lo amerai. Questo dobbiamo riconoscerglielo tutti, Walter Hill è uno capace di parlare alle masse e soprattutto capace di intrattenere come nessun altro e in Trespass queste due abilità del regista sono aiutate senza dubbio dalla sceneggiatura scritta da Bob Gale e Robert Zemeckis.

Scritto da Robert Zemeckis e Bob Gale, con la colonna sonora firmata Ry Cooder, Trespass – I trasgressori è un film in cui i personaggi si muovono in un unico grande ambiente. Sappiamo che il film è ambientato in un palazzo in East St. Louis, in una zona buia, umida, lercia, ma di esterne ne abbiamo pochissime. A Walter Hill infatti non interessano le scene corali alla The Warriors o le esterne alla The Driver, al regista interessa l’atmosfera cupa del complesso industriale abbandonato in una zona degradata della città. Ed è in questo palazzo dimenticato dagli uomini e da Dio, questo fortino da difendere (come il miglior cinema western vuole) data la presenza di un tesoro greco rubato a una chiesa 70 anni prima, che i nostri personaggi si combatteranno a vicenda.
Ma chi sono i personaggi protagonisti? Da un lato Vince e Don, dall’altro lato la banda di King James, nel mezzo un barbone.
Vince (Bill Paxton) e Don (William Sadler) sono due pompieri che incontrano un vecchio in un incendio. Durante l’incendio il vecchio, nelle mani ha una mappa, inizia ad invocare il perdono di Dio e si getta subito dopo nelle fiamme dandosi quella che per lui è la giusta condanna. Dalla mappa e da alcuni ritagli di un giornale ingiallito dagli anni si scopre che il vecchio a suo tempo derubò una Chiesa privandola di un tesoro greco dall’inestimabile valore. Vice e Don, a cui la vita ha dato soltanto bastonate, si armano di metal detector e vanno a cercare il dannato tesoro.
Arrivati al palazzo scopriranno che una Gang, capeggiata da King James (Ice T, Surviving the Game nonché voce di Madd Dogg in GTA: San Andreas), si è sbarazzata di un suo nemico giurato. I due pompieri sono testimoni di ciò che accade e vengono scoperti, ma, come è risaputo, il pompiere paura non ne ha, di conseguenza inizia una sparatoria che Tarantino levati che mi fai ombra. Da notare come nella gang di King James spicchi anche Ice Cube (Fantasmi da Marte) e Video, un ragazzo che riprende le attività dei criminali con la sua videocamera. La presenza di video aggiunge un film al film che stiamo vedendo e questo trucchetto l’ho trovato carino anche perché, a una certa, i cattivi si fingono poliziotti pur di eliminare i “buoni”. Nel mezzo, come dicevo, Art Evans nella parte del barbone. La parte di Art Evans è quella più divertente, quando scopre che nel palazzo c’è un tesoro, diventa goffissimo. Pretende l’oro perché lui vive lì, quella è casa sua, è il suo territorio e tutto quello che è nella sua proprietà è di sua proprietà.
I pompieri gli rispondono dicendo che il palazzo è abbandonato e l’oro è loro perché loro hanno la mappa. La gang, quando scopre il motivo per cui i nostri “eroi” sono là, esige il tesoro siccome è stato nascosto nella loro zona. Se non lo avete notato in Trespass emergono tutti temi tipicamente americani: la territorialità e il senso di proprietà (ma la ciliegina sulla torta è il “nel caso non lo sapessi, qui siamo in un Paese libero”). Ma Trespass non è solo un film d’azione, possiamo dargli una chiave di lettura più profonda, religiosa se vogliamo.
In Trespass c’è un tesoro che viene rubato da una Chiesa, l’oro è benedetto. Il tizio che ruba l’oro brucia nelle fiamme di un incendio e i due pompieri che lo trovano vengono accerchiati da una gang disposta a tutto pur di farli fuori. Oltretutto viene data l’occasione di riscatto a una persona umilissima, un barbone che viene deriso dai protagonisti del film, ma l’egoismo, la testardaggine e l’avarizia dei due gruppi porterà la morte di una serie di individui. Alla fine ne rimarrà solo uno.

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