Recensione su In trance

/ 20136.0132 voti

23 Settembre 2013

Grossa scivolata di Danny Boyle nel mondo del “visto e sentito un miliardo di volte”. Non mi aspettavo un giochino così banalotto da un regista del suo calibro. DIverso da Trainspotting, The Millionaire e 127 ore, in Trance potrebbe essere accostato in qualche maniera ad un film come piccoli omicidi tra amici, ma mentre quest’ultimo è originale, ben sostenuto e scritto in maniera raffinata, In Trance è il chiaro e stereotipato filmetto in cui si vogliono continuamente cambiare le carte in tavola per spiazzare lo spettatore. Il che sarebbe anche un’operazione intelligente ma deve essere condotta in maniera credibile e non a scapito della storia.
Il problema di In Trance è proprio la sceneggiatura: non è credibile, è assurda e sconclusionata. Si capisce fin da subito che l’intento è solo quello di far confusione nella testa di chi guarda ma Boyle lo fa con troppa faciloneria, mescolando i momenti della trance con la realtà (questo continuo mostrare i cerotti), ribaltando i ruoli dei personaggi fino a farne delle macchiette (i personaggi sono sempre stati il punto di forza dei suoi film) e stravolgendo l’intreccio fino all’inverosimile (ognuno pensa di poter piazzare un Goya sul mercato nero come se fosse un giochino della ninetendo..).
Gran peccato anche perchè la scelta del cast non era malvagia.

Lascia un commento