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Train de vie - Un treno per vivere

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17 Settembre 2013 in Train de vie - Un treno per vivere

Uscito nello stesso anno de “La vita è bella” è stato spesso accostato al film di Benigni. L’unica cosa che i due film hanno in comune è il cercare di sdrammatizzare la persecuzione degli ebrei durante il nazismo.
Il film è molto carino con situazioni simpatiche; l’inizio è ambientato nel villaggio ebreo con la preparazione della “grande fuga”. Come sfuggire ai nazisti che stanno arrivando? Semplice, scappando in treno fingendo di essere un treno di deportati.
La seconda parte è il viaggio in treno; gli ebrei che sono stati scelti per interpretare i nazisti entrano un po’ troppo nel ruolo (questo mi fa ricordare il film tedesco “The experiment”), un ebreo che è stato in Russia cerca di convertire i suoi “compagni” al comunismo e lo scemo del villaggio si rivela essere non tanto stupido.
Bellissime le musiche di Goran Bregovic.

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Un altro capolavoro, purtroppo poco conosciuto o ignorato. / 20 Ottobre 2012 in Train de vie - Un treno per vivere

Questo non è il solito film sulla Shoah; questo è molto ironico, brillante e a tratti inverosimile, ma è questo il bello. L’olocausto trattato come se fosse una commedia. Il film infatti si colloca a metà tra un drammatico e una commedia, per tutto il film si sorride (a volte si ride proprio!), fino agli ultimi fotogrammi, che ci rivelano la natura drammatica dell’opera.
“Train de Vie” risale al 1998, mentre “La Vita è Bella” è uscita l’anno precedente (1997). Trattano entrambi lo stesso, terribile argomento, ed entrambi lo fanno con leggerezza e rispetto, ironia e coraggio. Certo, quello di Benigni è un capolavoro indiscusso del cinema italiano (e mondiale), ma se “Train de Vie” avesse avuto tutta la pubblicità e tutto l’interesse che il pubblico ebbe per “La vita è bella”, in quel caso i capolavori sarebbero due.

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30 Agosto 2012 in Train de vie - Un treno per vivere

Come affrontare il tema della Schoah in modo delicato, divertente (ma non irrispettoso), paradossale e poetico insieme. Un bel film. Comprensibilmente spiazzante il finale.

6 Agosto 2012 in Train de vie - Un treno per vivere

Mihaileanu fa centro per la terza volta! E, anzi, questo è forse il suo film più bello, perchè così splendidamente omogeneo nelle diverse parti, ironico e triste al contempo, accompagnato da una bella colonna sonora (di Goran Bregovic) e ben doppiato in Italiano (dialoghi di Moni Ovadia), così da non perdere il senso più profondo dell’ironia con cui il regista rumeno colpisce tutti, dai naziasti ai comuinisti, dai partigini agli ebrei, agli zingari.
Nel microcosmo del treno si espandono tutti gli stereotipi di un’epoca problematica, all’interno di una comunità di ebrei in viaggio si ripropongono tutti quei movimenti di pensiero che hanno costituito, nel bene e nel male (anzi, è più corretto dire nel male e basta), la base per quelle differenze socio-politiche che, ancora adesso, ci trasciniamo dietro.
Mihaileanu con un’ironia sottile, a tratti cinica, tratteggia da sapiente impressionista tutti questi personaggi e riporta la realtà dell’Europa in guerra all’interno di un treno. Ci riesce splendidamente, senza cali di interesse, senza perdersi in commediole insensate, riuscendo anche a trasmettere quel senso di drammaticità che, in realtà, pervade tutta la storia e che trova il suo apice alla fine.

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Groppo in gola… / 21 Dicembre 2011 in Train de vie - Un treno per vivere

Seconda guerra Mondiale. I nazisti perseguitano ovunque gli ebrei per condurli nei campi di concentramento. Gli abitanti di un villaggio ebreo in Romania, grazie a un’idea geniale dello scemo del villaggio, tentano di fuggire lontano dal nemico cercando di raggiungere i confini tramite un treno camuffato da convoglio nazista. La storia ha dell’incredibile; è romanticamente straordinaria anche se non tutto va come sperato.
In vita mia mai mi era capitato di andare a vedere un film al cinema e, ai titoli di coda, vedere la sala che esplode in un applauso di commozione con gli occhi lucidi.
Perfetto. 
Divertente.
Ironico.
Drammatico.
Unico nel suo genere.
Si ride e ci si commuove.
Offuscato da “La vita è bella” di Benigni (bel film, per carità), avrebbe sicuramente avuto più successo se fosse stato anche pubblicizzato allo stesso modo.
Lionel Abelanski (lo scemo del villaggio) è meraviglioso e struggente nella sua semplicità.
Rufus (il gerarca ricavato) ha una mimica eccezionale per il ruolo che, suo malgrado, gli è stato impartito dagli abitanti del villaggio per il viaggio sul treno. 
Questi sono solo due dei tanti protagonisti che sarebbero da elogiare; un cast eccezionale.
Per rendere questa pellicola indimenticabile c’è poi la colonna sonora di Goran Bregović (un mito).
Uno dei pochi film perfetti!
Uno dei miei preferiti.
Uno di quelli che non puoi assolutamente perdere.
Uno dei pochi film che emoziona.
Uno dei pochi a cui ho dato 10!
VEDETELO!
Ad maiora! 

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