Train de vie - Un treno per vivere
/ 19987.9288 voti1941, Europa dell'Est. Un paesino abitato perlopiù da ebrei sta per essere invaso dai nazisti. La popolazione progetta un piano di fuga: procurarsi un treno, camuffarsi da soldati tedeschi e deportati ebrei e superare le linee nemiche, fingendo di dirigersi verso un campo di concentramento.
Stefania ha scritto questa trama
Titolo Originale: Train de vie
Attori principali:
Lionel Abelanski
Rufus
Clément Harari
Agathe de La Fontaine
Michel MullerJohan Leysen, Bruno Abraham-Kremer, Gad Elmaleh, Marie-José Nat, Serge Kribus, Michel Israël, Rodica Sanda Țuțuianu, Sanda Toma, Răzvan Vasilescu, Mihai Călin, Robert Borremans, Luminița Gheorghiu, Georges Siatidis, Mostra tutti
Regia:
Radu Mihăileanu
Sceneggiatura/Autore: Radu Mihăileanu
Colonna sonora: Goran Bregović
Fotografia: Laurent Dailland, Giorgos Arvanitis
Costumi: Viorica Petrovici
Produttore: Radu Mihăileanu, Frédérique Dumas-Zajdela, Ludi Boeken, Marc Baschet, Cédomir Kolar, Eric Dussart
Produzione: Belgio, Germania, Francia, Israele, Olanda, Romania
Genere: Drammatico, Commedia, Storia
Durata: 103 minuti
Dove vedere in streaming Train de vie - Un treno per vivere
Uscito nello stesso anno de “La vita è bella” è stato spesso accostato al film di Benigni. L’unica cosa che i due film hanno in comune è il cercare di sdrammatizzare la persecuzione degli ebrei durante il nazismo.
Il film è molto carino con situazioni simpatiche; l’inizio è ambientato nel villaggio ebreo con la preparazione della “grande fuga”. Come sfuggire ai nazisti che stanno arrivando? Semplice, scappando in treno fingendo di essere un treno di deportati.
La seconda parte è il viaggio in treno; gli ebrei che sono stati scelti per interpretare i nazisti entrano un po’ troppo nel ruolo (questo mi fa ricordare il film tedesco “The experiment”), un ebreo che è stato in Russia cerca di convertire i suoi “compagni” al comunismo e lo scemo del villaggio si rivela essere non tanto stupido.
Bellissime le musiche di Goran Bregovic.
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Questo non è il solito film sulla Shoah; questo è molto ironico, brillante e a tratti inverosimile, ma è questo il bello. L’olocausto trattato come se fosse una commedia. Il film infatti si colloca a metà tra un drammatico e una commedia, per tutto il film si sorride (a volte si ride proprio!), fino agli ultimi fotogrammi, che ci rivelano la natura drammatica dell’opera.
“Train de Vie” risale al 1998, mentre “La Vita è Bella” è uscita l’anno precedente (1997). Trattano entrambi lo stesso, terribile argomento, ed entrambi lo fanno con leggerezza e rispetto, ironia e coraggio. Certo, quello di Benigni è un capolavoro indiscusso del cinema italiano (e mondiale), ma se “Train de Vie” avesse avuto tutta la pubblicità e tutto l’interesse che il pubblico ebbe per “La vita è bella”, in quel caso i capolavori sarebbero due.
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Come affrontare il tema della Schoah in modo delicato, divertente (ma non irrispettoso), paradossale e poetico insieme. Un bel film. Comprensibilmente spiazzante il finale.
Mihaileanu fa centro per la terza volta! E, anzi, questo è forse il suo film più bello, perchè così splendidamente omogeneo nelle diverse parti, ironico e triste al contempo, accompagnato da una bella colonna sonora (di Goran Bregovic) e ben doppiato in Italiano (dialoghi di Moni Ovadia), così da non perdere il senso più profondo dell’ironia con cui il regista rumeno colpisce tutti, dai naziasti ai comuinisti, dai partigini agli ebrei, agli zingari.
Nel microcosmo del treno si espandono tutti gli stereotipi di un’epoca problematica, all’interno di una comunità di ebrei in viaggio si ripropongono tutti quei movimenti di pensiero che hanno costituito, nel bene e nel male (anzi, è più corretto dire nel male e basta), la base per quelle differenze socio-politiche che, ancora adesso, ci trasciniamo dietro.
Mihaileanu con un’ironia sottile, a tratti cinica, tratteggia da sapiente impressionista tutti questi personaggi e riporta la realtà dell’Europa in guerra all’interno di un treno. Ci riesce splendidamente, senza cali di interesse, senza perdersi in commediole insensate, riuscendo anche a trasmettere quel senso di drammaticità che, in realtà, pervade tutta la storia e che trova il suo apice alla fine.
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Mai in vita mia mi era capitato di andare a vedere un film al cinema e appena finisce la sala applaudire… Perfetto. Divertente, ironico e drammatico per il genere di argomento trattato. Offuscato da “La vita è bella” di Benigni (bel film, per carità) ma avrebbe sicuramente avuto più successo se fosse stato anche pubblicizzato allo stesso modo.
Da vedere…
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