5 Novembre 2011
(Ho visto la seconda versione del film, quella ri-montata seguendo le indicazioni postume di Orson Welles)
Credo che il lungo e tecnicamente complicato piano-sequenza iniziale del film ne valga l’intera visione, poiché segna il ritmo e l’estetica di tutta pellicola: la cavalcata dei personaggi che entrano in scena tra le ombre e le luci artificiali del paesino di frontiera è affascinante come ben pochi incipit cinematografici, in un minuto e poco più si dispiega un intero bandolo del racconto.
La fotografia del film è strepitosa, altro valore aggiunto.
E l’ironia nera di Welles è sopraffina (vogliamo parlare del parrucchino di Grandi o del suo arresto?).
Belle interpretazioni, con Marlene Dietrich narrativamente quasi inutile ma grandiosa mora (!!!), Welles splendida caricatura di sé stesso con la barba incolta e gli occhi cisposi, Janet Leigh che farebbe bene a stare alla larga dai motel una volta per tutte.
Charlton Heston entra in parte solo quando gli scompare un po’ di fondotinta dal viso e gli strappano la camicia di dosso: così, mostrando il petto alla Ben Hur, inizia a menare le mani e a mettere un po’ di sano pepe addosso al suo irreprensibile Vargas.
Un super-noir.

Ahah tanto di cappello per quel “Janet Leigh che farebbe bene a stare alla larga dai motel una volta per tutte” 🙂
😀
Bel noirissimo, vero? Lo rivedrei volentieri seduta stante!