1 Febbraio 2013 in Torpédo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Di questo in giro per ora si trova ben poco. UditeUdite, è un film belga! Anche se pure un po’ franco, ma con svariati stilemi tipici della belgità. Dunque, si narra la vicenda di Michel, uno sfigatissimo tizio di mezz’età che vive di espedienti stupidi (l’ultima sua idea è la vendita itinerante di padelle cinesi) che si trova di fronte a un’occasione. Può vincere una cena con Eddy Merckx, che non so come cazzo si scriva, però voi sapete benissimo quanto per un belga sia una specie di divinità il cannibale Eddy M… eccetera. Lo vuole portare a suo padre per il compleanno, per riappacificarsi. MA! Per avere la cena deve presentarsi con la sua famiglia nel negozio di divani che fa la promozione. Solo che non ha una famiglia, per cui fa su il figlioletto degli stupidi vicini, che è un furbetto dall’aria tenera e monella che rubacchia portafogli qua e là, la sua ex, che tanto ora sta con uno che la mena, e parte. Verso Brest, perché nel frattempo la promozione si è spostata. Il viaggio on the road, con le sue tappe più e meno simboliche, segna la trosformazione della finta famiglia in una vera famiglia, dapprima come inganno per raggiungere lo scopo e poi alla fine come espressione di sentimenti. Ci sono un sacco di momenti spassosi, tipo il confronto con la vera famiglia di fiamminghi perfettini e insopportabili all’area picnic, roba che possono capire più i belgi (moi, par exemple U_U), ma nel loro susseguirsi ogni personaggio, pur non rinunciando ai suoi tratti caratteristici, sviluppa una consapevolezza di se stesso che, insieme al resto della “famiglia”, cresce ed è più forte che come singolo. L’abbraccio, vincente e finale, davanti alle armi spianate della pula (perché lo accusavano anche di essere un pedofilo, che aveva rapito il bimbo, come tutti i belgi, del resto!) sancisce la nascita di una nuova vera famiglia, che Eddy Merckx ci sia oppure no.

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