Tornare a vincere

Classico film di caduta e redenzione, con un protagonista quasi costantemente scostante e sgradevole. La causa la apprenderemo un poco oltre la metà, ed è un motivo tremendo, ma anche, temo, molto convenzionale per un film. The Way Back è del resto tutto così: quasi sempre prevedibile, fin nei dettagli: se riesci ad anticipare chi vince una certa partita cruciale, lo scarto finale del punteggio e il giocatore che fa il punto decisivo, vuol proprio dire che il film che stai vedendo si muove su binari saldamente prefissati. Si aggiunga che il riscatto (o i riscatti) di Jack Cunningham non arriva dopo una crescita psicologica visibile, apparendo in definitiva abbastanza casuale, e si avrà la misura di un’opera certamente guardabile ma nel complesso modesta.

Altra storia di riscatto sportivo.
Jack Cunningham (Ben Affleck) è un uomo in caduta libera; spesso attaccato alla bottiglia, separato dalla moglie. Un giorno il suo ex liceo gli offre di allenare la squadra di basket locale; Cunningham, ai tempi del liceo, era un promettente cestista. Jack è inizialmente riluttante ma poi accetta l’incarico e pian piano cerca di risalire la china ma non sarà così facile.
Quando uno tocca il fondo si può solo risalire; in questo caso Jack ha qualche difficoltà in più a tenersi
a galla. Scopriremo durante il film le cause della sua dipendenza dall’alcool e forse si riuscirà meglio
a capirlo. La pellicola si focalizza soprattutto su Cunningham mentre la squadra da lui allenata è più sullo
sfondo anche se qualche partita è abbastanza avvincente (anche se, soprattutto l’ultima, dall’esito scontato).
Il film è comunque interessante e avvincente con qualche nota triste qua e là.
A parte Ben Affleck poco conosciuto il resto del cast.