Il mio vicino Totoro

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Il mio vicino Totoro

Satsuki e Mei si trasferiscono con il padre in campagna per essere più vicini alla madre, costretta in ospedale da una grave malattia. Esplorando la campagna, le due sorelline si imbattono in strane creature come i nerini, degli spiritelli, un Gattobus e Totoro, il guardiano della foresta.
Lúthien ha scritto questa trama

Titolo Originale: となりのトトロ
Attori principali: Noriko Hidaka, Chika Sakamoto, Hitoshi Takagi, Shigesato Itoi, Sumi Shimamoto, Tanie Kitabayashi, Toshiyuki Amagasa, Yuko Maruyama, Masashi Hirose, Reiko Suzuki, Machiko Washio, Naoki Tatsuta, Tomohiro Nishimura, Chie Koujiro, Yuko Mizutani, Shigeru Chiba, TARAKO, Mitsuko Ishida, Daiki Nakamura, Akiko Hiramatsu, Ikue Otani, Mostra tutti

Regia: Hayao Miyazaki
Sceneggiatura/Autore: Hayao Miyazaki
Colonna sonora: Joe Hisaishi
Fotografia: Hisao Shirai
Produttore: Toshio Suzuki, Yasuyoshi Tokuma, Tooru Hara
Produzione: Giappone
Genere: Orientale, Fantasy, Famiglia, Animazione
Durata: 86 minuti

Dove vedere in streaming Il mio vicino Totoro

Trama fresca e ariosa / 6 Agosto 2022 in Il mio vicino Totoro

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Unione, collaborazione, condivisione, creazione di legami genuini permeano la trama del film di animazione “Tonari no Totoro” del regista e sceneggiatore Hayao Miyazaki. I contenuti si mostrano nella freschezza e delicatezza che contraddistingue le pellicole prodotte dallo Studio Ghibli tanto che si fa fatica a credere che l’anno di produzione e distribuzione sia il 1988. La storia ha il suo focus nell’immersione in un mondo di immaginazione e fantasticherie che la piccola Mei-chan e la sua sorellona Satsuki creano come rifugio in cui affrontare – in solitudine e in compagnia l’una dell’altra – le difficoltà connesse alla presenza-assenza di una madre malata di una malattia non meglio specificata; una madre fisicamente assente per cause di forza maggiore legate alla sua condizione di salute ma emotivamente presente, come dimostra la tenerezza della corrispondenza intrattenuta con le sue bambine.
A rifugiarsi nelle fantasticherie sarà per prima la piccola Mei, nel momento in cui si ritroverà sola con le sue emozioni sotto lo sguardo-non sguardo di un padre amorevole; che si divide tra il lavoro come ricercatore universitario e la quotidianità con due figlie con età e dunque esigenze differenti in una grande casa a qualche ora di cammino dall’ospedale in cui la moglie è ricoverata.
Le immagini di animaletti fantastici – i nerini del buio che infestano la casa fino al loro arrivo disabitata, il gattobus e i Totoro che solo chi è ancora in contatto con il mondo dell’infanzia riesce a scorgere – si mescolano armoniosamente con i colori della Natura, a cui Miyazaki dedica uno spazio non trascurabile. Cieli luminosi con nuvole di panna, tramonti dai colori rosa-arancio, campi di pannocchie che “fanno bene al fisico”, piante di canfora si contrappongono a scene di pioggia e strade buie senza mai turbare lo spettatore; anche grazie alla presenza di un soffice, peloso e silenzioso Totoro, che accompagnerà le due bambine e le proteggerà custodendone i sogni e facendo sì che si avverino grazie al potere della fantasia. Sarà lui a offrire loro la possibilità di volare e “diventare vento” sollevandole dal peso delle assenze e del dolore. Sarà lui a far germogliare i loro desideri, dentro e fuori dal mondo dei sogni. Invisibile agli adulti come ogni amico immaginario che si rispetti, il fantasma Totoro diventerà il vicino che – come per magia – appare quando la strada di casa è smarrita o nei momenti di attesa, lunghi ma più tollerabili grazie alla sua morbidezza; un deus ex-machina con il pelo, su cui addormentarsi o grazie al quale raggiungere con il pensiero la madre distante per consegnarle doni.
Ricco di sogni, simbolismi, metafore ed un ventaglio di emozioni piuttosto ampio, il film mostra tematiche che spaziano dalla curiosità infantile incarnata da Mei, che ricorre all’imitazione di ogni parola e movenza della “sorellona”, modello di riferimento fondamentale; alla necessità di assumersi ruoli fin troppo impegnativi per una ragazzina come Satsuki; all’accoglienza da parte di una famiglia allargata che fornirà ristoro e nutrimento, anche e soprattutto affettivo, alle due sorelle nei momenti di spaesamento; alle estenuanti attese di una bambina piccola che si addormenta sul pancione di un enorme Totoro quando le risulta difficile metabolizzare da sola i numerosi cambiamenti nella sua vita o sulle spalle della sorellona quando il papà tarderà a rientrare dal lavoro in una serata di pioggia; passando per l’innamoramento preadolescenziale di Kanta, un ragazzino che si confronta con l’ambivalenza dei sentimenti che si scopre a provare per la prima volta. Teneramente infatuato come può esserlo ogni ragazzino della sua età, l’apparentemente scontroso Kanta si ritrova a sperimentare l’imbarazzo per i suoi stessi gesti di premura nei confronti delle nuove arrivate ed in particolare per la più grande delle due, in un dolce movimento in cui le carinerie vengono celate dietro scambi di linguacce tra i due preadolescenti e bugie raccontate alla mamma e alla nonnina.
Le numerose tematiche affrontate, pur nella loro complessità, non risultano mai faticose per l’intera durata della pellicola, una delle più brevi dello Studio Ghibli. Sorrisi e risate abbondano tanto quanto e forse più delle lacrime. Scherzi e piccoli litigi si alternano a momenti di condivisione e aiuto reciproco tra le due sorelle che appaiono quasi simbiotiche e che nel doppiaggio statunitense sono interpretate proprio da una coppia di sorelle.
I mondi di adulti e bambini, apparentemente distanti ma sempre intrecciati proprio come nella vita reale, si incontrano nella figura ponte della nonnina; che nonostante o forse proprio grazie all’età conserva il ricordo dell’universo di fantasia dell’infanzia, popolato da fuligginini, Totoro di svariate dimensioni e un bus sorridente a forma di gatto con ben sei coppie di zampe al posto delle ruote; un personaggio che sembra strizzare l’occhio al famoso stregatto di Alice nel Paese delle Meraviglie di L.Carroll che l’intera storia pare richiamare in vari elementi come il sonno-sogno di Mei che la trasporta in una dimensione alternativa per renderle più tollerabili i momenti in cui la realtà sarebbe gravosa da tollerare.

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Semplicemente meraviglioso. / 14 Marzo 2021 in Il mio vicino Totoro

Uno dei miei film di Miyazaki preferiti, magia allo stato puro, una poesia dolcissima, malinconica e profonda disegnata magnificamente e con una colonna sonora eccellente.
Lo rivedrei all’infinito, semplicemente meraviglioso.

Dolce favola! / 10 Febbraio 2020 in Il mio vicino Totoro

Un cartone per tutta la famiglia, con dolcezza e leggerezza.
Sto iniziando adesso tutti i film di Miyazaky quindi non so se sarà il mio preferito (spero di vederne di meglio!) ma questo è molto semplice e fiabesco.
6.5.

11 Aprile 2015 in Il mio vicino Totoro

Uno dei capolavori del cinema d’animazione di tutti i tempi, in cui il sentimento del Sacro – un Sacro Altro ma benevolo – e il sentimento della Natura – una Natura riconciliata con l’uomo – si fondono quasi l’uno con l’altro, e rispecchiano l’unità armoniosa del mondo visto dagli occhi dell’infanzia. È un film per bambini (il che a tratti provoca qualche modesta irritazione nel pubblico adulto); non poteva che essere un film per bambini.
Scene e invenzioni visive che sono entrate nella storia del cinema, come l’incontro con Totoro sotto la pioggia, o lo straordinario gatto-autobus, che deve qualcosa al Gatto del Cheshire carrolliano ma testimonia anche di un’inventiva al limite dello psichedelico, cui Miyazaki ci ha nel tempo abituati.

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18 Aprile 2014 in Il mio vicino Totoro

Credevo fosse un cartone diverso, ma poi non è così male come credevo agli inizi. Totoro mi piace molto, e simpatico. In quanto alle due bimbe preferisco la più grande.