ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama
(Sei stelline e mezza)
Credo che Tomorrowland sia stato vittima di una campagna pubblicitaria onerosa ma poco incisiva che non ha permesso al film di incontrare davvero la curiosità del pubblico: adatto sia ad un’audience adulta che pre-adolescenziale, presentato davvero come un film di avventura sci-fi per ragazzi e non solo come un oggetto misterioso da scoprire, il nuovo lavoro di Brad Bird avrebbe potuto rivelarsi un buon successo.
Personalmente, sono un’appassionata di trailer, li guardo con piacere anche se, ultimamente, sembrano rivelare troppo delle trame dei film: ebbene, quello di Tomorrowland, visto spesso in sala ed intercettato sul web non mi ha mai incuriosita. Mai.
Ammetto che si è rivelato un buon intrattenimento, ben realizzato dal punto di vista estetico, ma che, sicuramente, presenta qualche difetto palese, alcune ingenuità che una produzione Disney con un budget così alto (190 milioni di dollari… e pare che finora ne abbia incassati solo 6 di più) non avrebbe dovuto commettere.
In primis, il minutaggio eccessivo legato alla prolissità della sceneggiatura: le premesse del film, infatti, sono più articolate e complesse del suo sviluppo. Casey impiega un tempo cinematograficamente eterno per coinvolgere Frank e la storia sembra non decollare mai, cosa assai disdicevole in un film che dovrebbe fare del ritmo narrativo uno dei suoi punti di forza.
Anche la trama ha qualche falla: sarò pedante, ma mi sono domandata che fine avesse fatto la madre di Casey, presente nel video amatoriale con lei bambina e poi scomparsa senza colpo ferire dalla vicenda. La mamma di due figli scompare e non se ne parla: mi sembra strano per la Disney (e non solo). Che sia stato fatto qualche brusco taglio in fase di montaggio? (ad un certo punto, ho pensato che anche la donna avesse ricevuto una spilletta che ne avrebbe potuto giustificare la scomparsa nella dimensione parallela 😀 )
Un villain ridicolo: ecco, se non c’è il cattivo ben caratterizzato, non c’è storia, letteralmente. E quello interpretato da Hugh Laurie, in potenza, sembrava un personaggio da manuale. Ma, complici costumi ridicoli (né rétro, né futuristici), un elisir di giovinezza declassato a frullato (è stato inventato davvero un modo per restare eternamente giovani? Parliamone) ed uno spiegone all’acqua di rose… puff, la sua allure si è dissolta.
La soluzione finale, infine, è abbastanza puerile, ma, a conti fatti, rientra nel solco positivo della cinematografia che precede e sostiene il film, a cui Bird attinge da sempre, con risultati però più convincenti (vedi, il delizioso Il gigante d ferro).
Mi è piaciuto immaginare questo Tomorrowland a cartoni animati (non in CGA, comunque): molte soluzioni visive (e non, vedi i continui ruzzoloni praticamente indolori dei protagonisti) sembrano mutuate dai cartoon classici.
Insomma, un film un po’ zoppicante che avrebbe potuto rappresentare un episodio felice della produzione disneyana, ma che lascia un po’ perplessi.
Bravo Clooney: mi domando come mai la sua presenza induca gran parte del pubblico a credere che potrebbe “rovinare” un film. Riflettendoci bene sopra, a memoria mia, non mi viene in mente un titolo in cui egli sia presente così brutto da imputare a Clooney qualsivoglia demerito. Temo che l’attore stia seplicemente scontando il proprio “divismo”.
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