22 Dicembre 2012 in Tomme Tønner

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Il film è, detto in soldoni, la risposta danese (sìssì, proprio danese ho detto) a Lock&Stock. Piccoli furfantelli a Oslo combinano guai. Ali, il capobanda, è un paki capelluto, e poi Nico e un altro di cui non ricordo il nome lo vanno a riprendere all’uscita di prigione, e vogliono entrare nel giro giusto. Ovviamente sono degli asini nati, e tutto quello che cercano di fare disfunzionerà, entrano in ballo un falco impagliato, due camion (uno di eroina e l’altro di abiti superlusso), un sacco di soldi, una lady spietata, un tossico che cerca di vendere un asciugacalzini a rotazione, l’amore, una distilleria e lo zucchero per farla funzionare, un boss molto cattivo e tue tizi altrettanto strafatti ma scemi che posseggono un copribuco del serbatoio dell’auto (non so come dirlo altrimenti) a forma di vagina, in cui infilare la pistola del carburante. E niente, è esattamente come ve lo potete immaginare, disordinato, incasinato e discontinuo, con droga e pistole ecc, è come Lock&Stock ma un filo più noioso, però ha pur sempre il suo perché. E poi dai cazzo, gli altri li spegni tutti quando gli dici di aver visto un film gangsta danese.

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