3 Recensioni su

Togo

/ 20197.127 voti

Togo is the new Balto / 18 Giugno 2020 in Togo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

“Balto, sarei stata persa senza il tuo aiu…”
ah no? Scusa…
“TOGO, sarei stata persa senza il tuo aiuto”.

Così cade mito della mia infanzia. Tuttavia ho trovato interessante conoscere la vera storia legata a quel particolare evento.

SPOILER
Ho trovato l’attraversamento del lago ghiacciato troppo irreale. Nettamente in contrasto con il resto del film. Sembra finto. Sarà anche accaduto realmente ma non sono riuscito a crederci. Gli effetti si mangiano completamente la realtà. Come mitizzare eccessivamente un animale attraverso la computer grafica, che ho trovato invadente anche in altri punti del film.

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Una lezione di storia / 5 Aprile 2020 in Togo

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Tutti conoscono Balto ma pochi conoscono Togo, compreso me. Questo film è un’interessante ed emozionante lezione di storia che ci insegna che c’è sempre qualcosa da imparare, soprattutto dagli animali e il loro cuore gentile.
Togo narra la storia di Leonhard Seppala, un addestratore di Husky siberiani che intraprende un lungo viaggio insieme ai suoi cani da slitta per recuperare un siero contro la difterite necessario per curare i malati di un piccolo paesino dell’Alaska.
Ma Togo è anche la storia di un cane, il cane che dà il titolo al film. Togo è un cucciolo di cane Husky siberiano molto difficile, ingestibile e vivace, una piccola peste a quattro zampe, che ben presto si affezionerà al suo padrone che l’ha sempre visto come un guaio, creando così un legame forte e inaspettato. È lui il vero eroe di questa staffetta a cui parteciparono 20 musher (guidatori di cani da slitta) con i loro cani, 19 dei quali percorsero in media 50 km ciascuno, ma solo uno di questi 20 ne percorse più di 400: Seppala con i suoi cani da slitta guidati dal leader Togo.
Di questa staffetta si celebrerà e si ricorderà soltanto uno solo di questi cani, quello che condusse l’ultima slitta: il celebre Balto. Nessuno si ricorderà di Togo, eccetto le persone che gli sono stati vicini e l’hanno amato fino all’ultimo dei suoi giorni. Ma in fondo un cane, animale umile e semplice, non ambisce ad altro perché fama, successo, potere e ambizione sono difetti prettamente rilegati al genere umano.

Una lezione di storia e d’amore animale che ho apprezzato molto, che mi ha fatto emozionare e ridimensionare il mito di Balto, conoscendo un nuovo eroe a quattro zampe: Togo.

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Adesso voglio un husky… / 26 Marzo 2020 in Togo

Per niente passivo-aggressivo verso Balto…
Pacchiana la patinatura di “ghiaccio” sull’immagine, che rende tutto finto e sfoca i magnifici sfondi canadesi (è stato girato in Alberta, anche se è ambientato in Alaska). A parte questo è un bel film.

Una sceneggiatura matura che gioca bene con i flashback dei protagonisti e scandisce con regolarità un racconto che rischiava di essere o troppo misero (un uomo e i suoi cani si spostano da A a B, e ritorno) o troppo retorico (celebrando il successo a scapito delle difficoltà). Coerentemente con la personalità del protagonista, l’eroismo è sempre tenuto a bada dal pragmatismo della missione, non per questo rinunciando al sentimento. Bravi tutti gli attori a uniformarsi a questo tono del racconto e alla semplicità e limpidezza dei loro personaggi. Piccoli ruoli per grandi attori.

Giudizio perfettamente complementare all’altro film Disney di quest’anno sui cani da slitta, Il richiamo della foresta, che valorizzava meglio le immagini ma aveva una messa in scena del tutto squilibrata a favore del sentimentalismo, e con un cane in computer graphics che infesterà a lungo le mie notti…

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