Recensione su Il buio oltre la siepe

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4 Settembre 2012

Stiamo nell’America del 1932 e il razzismo ancora detta legge e condiziona le anime. Atticus Finch, avvocato progressista, tenta di difendere un “negro” (ripetuto alla nausea il termine…) di violenza e stupro verso una ragazza bianca. Pluri decorato, questo film si deve vedere con un ottica di quando è stato girato.
Oggi risulta troppo datato, lento e anche in alcune scene inutile.
Gregory Peck vinse l’Oscar… Forse non c’era molta concorrenza in quell’anno.
🙂

2 commenti

  1. Stefania / 4 Settembre 2012

    Questa è una di quelle recensioni da cui dissento virgola per virgola! 😀

    “Negro” è il termine che veniva usato allora in maniera pressoché esclusiva per indicare le persone di colore, che altro potevano dire?

    Quali sono le scene inutili, secondo te? In tutti i film, direi, ci sono scene superflue, è inevitabile che ve ne siano anche qui. Ma, in questo caso, a parer tuo, quali sarebbero?
    Più o meno, da quel che ricordo, ogni sequenza è finalizzata a definire il carattere dei personaggi e la loro evoluzione (tutti, adulti e bambini, escono cambiati dalla vicenda).

    E, poi, dire che Gregory Peck ha vinto l’Oscar perché non c’era di meglio in giro… 😀 Ma, ragazzo mio, Peck è, qui, impareggiabile per misura ed eleganza, è Atticus Finch fin nell’ultima fibra. Ha battuto il Mastroianni di Divorzio all’italiana, per intenderci, uno strepitoso Fefé! E, tanto per dire, anche Peter O’Toole – Lawrence d’Arabia. Non mi pare ci fosse scarsa concorrenza 😉

    (si capisce che sono una strenua fan del film? 😀 E anche del libro, eh!)

  2. paolodelventosoest / 16 Gennaio 2013

    Totalmente d’accordo con quanto dice sopra Stefania.

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