20 Maggio 2011 in Le tre scimmie

Poderoso, molto, molto bello, a tratti però freddo. Il regista lavora per sottrazioni, eliminando ogni vera azione, al limite evocandola da lontano in campo lunghissimo, un film intriso di violenza, ma pacatissimo.
L’incipit è folgorante, un incidente automobilistico nel buio, la cinepresa che si ferma, la macchina con la sua luce buca e fende l’inquadratura immersa nell’oscurità totale che si richiude al suo passaggio, quasi ad evocare l’inizio di accadamenti rovinosi, l’impatto lo si ascolta nel nulla pieno.
Da quel momento l’incapacità di affrontare questo avvenimento, il tentativo di fuggirlo, fagociterà chi scappa dalle sue responsabilità e chi lo aiuterà.
IL film guarda alla famiglia di chi ha aiutato l’uomo che ha causato l’incidente: dietro compenso il padre è andato in carcere per lui, lasciando il figlio fragile nel pieno di una crisi personale, incapace di trovare una strada in mezzo ad amicizie pericolose, ed una moglie che infine si decide a chiedere un anticipo del denaro loro dovuto per aiutare il ragazzo in difficoltà.
L’incapacità di gestire la vita propria e altrui, l’innamoramento improvviso e totale di questa donna per quest’altro uomo, il disagio rabbioso del ragazzo, l’ira del padre che esce dal carcere, ma che non capisce cosa sia accaduto nel frattempo, tutto è filmato quasi per interposta persona, ogni azione è vista sempre dal punto di vista delle conseguenze e dei riflessi che ha sugli altri, su coloro che ne vengono toccati, cancellando l’azione stessa ai nostri occhi, puntando al rovello interiore, alla gelosia, la paura, il dolore, il desiderio che sempre vengono tenuti dentro.
Molto belle le inquadrature che scelgono primissimi piani di occhi, labbra, mani, profili che si macerano in silenzi lunghissimi, quasi impotenti. E nella disperazione, nel dolore solitario riemerge un fantasma antico che ha segnato soprattutto i rapporti di padre e figlio.
C’è un finale impietoso, nulla, nemmeno la religione, consente di imparare qualcosa da ciò che è accaduto e che ha inesorabilmente stritolato le vite di tutti, un finale che non si concede neppure, coerentemente ogni azione/decisione è fuori dall’argomento del film, se ne aspettano le conseguenze.

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