Recensione su Thor: Love and Thunder

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La quarta (classica) avventura in solitaria per Thor / 9 Settembre 2022 in Thor: Love and Thunder

“Thor: Love and Thunder” è il ventinovesimo film del MCU, seconda pellicola uscita quest’anno dopo lo splendido “Doctor Strange nel Multiverso della Follia”.
Già il titolo presenta una novità in quanto al momento Thor è l’unico Avenger ad aver avuto quattro film in solitaria, e non credo che si fermeranno qui.
In questa pellicola, Thor deve affrontare un assassino galattico noto come Gorr il Macellatore di Dei che, dopo aver perso sua figlia e la fede negli Dei, vuole la loro estinzione. Per fare ciò si avvale dell’utilizzo della Necrospada, un’arma potentissima in grado di tenere testa e di più allo Stormbreaker.
Anche questa pellicola ha come regista Taika Waititi, il che comporta una certa somiglianza con il precedente “Thor: Ragnarok” sempre diretto dallo stesso, anche se presenta certe differenze non di poco conto.
La buffonaggine a tratti eccessiva del precedente capitolo non è presente, lasciando spazio invece ad un’ironia più soft che ne consente una visione piacevole, divertente ed appagante.
Anche se a volte l’ironia di Thor è comunque decisamente fuori luogo, a tratti ricorda quel tipo di ironia che caratterizzava il compianto Tony Stark.
Un’altra novità presente è sul fronte della durata della pellicola: abbiamo davanti al momento il più corto film del MCU. La pellicola, che si dipana nei suoi 119 minuti totali, ha nel calderone molto materiale che non viene analizzato tutto dettagliatamente.
Il villain Gorr, interpretato da un sempre bravissimo Christian Bale, letteralmente buca lo schermo e di conseguenza avrei preferito che gli fosse stato dedicato più minutaggio. Il secondo personaggio che avrebbe meritato più spazio è la Potente Thor, che anche lei a tratti sa rubare la scena al Thor stesso grazie allo stile di combattimento che mette in mostra (diciamo grazie anche a Mjolnir).
Nonostante queste imperfezioni, il piano scenografico, il comparto audio e soprattutto visivo è di qualità superiore rispetto al precedente “Ragnarok”.
Le scene d’azione sono moltissime che si susseguono al ritmo del rock, coloratissime e visivamente appaganti, dove stavolta per la prima volta abbiamo uno passaggio dal colore al bianco e nero (quando l’avventura si sposta al Regno delle Ombre) veramente pazzesco.
Anche se l’ironia come già detto è un tratto distintivo dei lavori di Waititi, in questa pellicola vengono trattate tematiche molto delicate, quali la fede, la religione, l’amicizia e soprattutto l’amore. Il film infatti è molto Love, ma anche molto Thunder.
Thor ritornerà (sicuramente) e, forse, non sarà più come prima.

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