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Third Star

/ 20107.929 voti

Il dramma della spontaneità / 3 Ottobre 2014 in Third Star

Forse la valutazione è un po’ esagerata, ma volendo rispettare quello che ho pensato appena è finito il film, è giusto assegnare tutte e 10 le stelline.

Leggendo la trama può capitare che il tema principale della storia, le ultime esperienze di un malato terminale, distolgano dall’intento di guardare questo film, essendo il tema ampiamente trattato in chiavi diverse in decine di film.
Finalmente mi sono decisa a guardare questo film, e con tutto quello che mi ha implicitamente insegnato, vorrei averlo visto anni fa.

Principalmente credo che il valore della trama stia nella umanità, ordinarietà e spontaneità dei personaggi. E’ un inno all’amicizia. Il tema è senz’altro un tema difficile, che si cerca spesso di aggirare, mentre qui ti è lanciato addosso con schiettezza, senza giri di parole, con perennemente sotto gli occhi la paura, il dolore, la confusione.
Per tutta la durata del film si è “sottoposti” a sperimentare insieme la leggerezza e la drammaticità della vita non solo del protagonista, ma di tutti i personaggi, in diverso modo.

Quello che ho trovato straordinario è la concretezza dei dialoghi, l’animo realistico dei personaggi, che per questo si sentono vicini, quando coi loro litigi rovinano il paesaggio idilliaco che li circonda e l’equilibrio della loro amicizia. Ed è proprio con queste premesse che il viaggio finisce per diventare un profondo sguardo, finalmente consapevole, di ogni singolo protagonista nella tragica e personale verità della propria esistenza.

La trama è abbastanza semplice, ma è intensificata da un intreccio di parole non dette e sguardi rivelatori, che ricordano a noi spettatori qualcosa che conosciamo molto bene e che sperimentiamo quotidianamente, ma che non ci è fatto mai notare. Sembra che non ci sia poesia in questa storia così cruda, se non grazie ai fili d’erba e al rumore delle onde, eppure quello che si percepisce è poesia, perché sono poesia la spontaneità, l’istintività la fragilità e la sostanziale imperfezione dell’animo umano.
E quando ti senti vicino ai personaggi, fino a quasi poter dire di conoscerli, la storia si vive più intensamente, più drammaticamente, come è più drammatica di un film la vita reale.
Allo stesso modo, grazie allo stesso fattore, cioè a questa fondamentale semplicità nella confusione dei vari personaggi, si percepisce un senso di leggerezza pur nelle vicende angosciose della trama.
A volte nei dialoghi vengono pronunciate parole pesanti, che forse minano alla solidità delle barriere che tutti ci costruiamo per riuscire a vivere più serenamente; ma è tutto gestito con così reale lucidità, così autentica genuinità, sotto a uno scurissimo cielo stellato, che si finisce per ammettere con quieta gioia che purtroppo o per fortuna le cose stanno così; la poesia della vita si riconosce solo quando siamo pronti ad accoglierla, accettando la sua imperfezione, sapendo che solo l’imperfezione può risvegliare in noi sentimenti davvero vividi e scintillanti.

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Bravissimi gli attori / 9 Febbraio 2014 in Third Star

Bravissimi Cumberbath-Sherlock e JJ Feild, così come tutti gli attori di questo film, che riescono a rendere la trama intensa, con la semplicità di una amicizia di vecchia data. O almeno è questo che si capisce dalla trama, a volte un po’ sfilacciata, lasciata alla natura, al dolore e alla bravura appunto, degli attori.
Comunque un bel film, sarebbe stato indimenticabile, con un pizzico di qualcosa in più, forse.

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10 a Benedict / 16 Gennaio 2014 in Third Star

Sette al film, 10 a Benedict Cumberbatch. L’ho conosciuto pochi mesi fa con Sherlock e ogni volta che mi imbatto in un suo film (il che ultimamente capita spesso, sto cercando di rimediare alle mia “mancanze”) rimango sconvolta dalla sua bravura nel definire i personaggi e Finisco con amare ogni sua interpretazione. Qui è James, giovane malato di cancro e terminale. I suoi tre migliori amici lo aiutano ad intraprendere l’ultimo viaggio della sua vita, attraverso l’Inghilterra e fino alla costa.
La storia non ha niente di speciale (sotto questo lato, in effetti, mi aspettavo qualcosa di più), ma gli attori di contorno sono bravi nell’interpretare gli amici, sconvolti ed ancora increduli per la futura e preannunciata morte del loro amico. Benedict, diciamolo, è ancora una volta il punto di forza della pellicola. Bravo!

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7 Aprile 2013 in Third Star

Davvero commovente, praticamente arrivata alla fine ero in una valle di lacrime.
La recitazione di Benedict Cumberbatch neanche a dirlo, spettacolare come sempre. Il modo in cui si cala in ogni ruolo senza problemi è eccezionale, basta guardare l’ultima trasposizione di Frankenstein al Royal National Theatre (Benedict ha interpretato in modo alternato sia il dottore che il mostro) per capire quanto sia spaventosamente bravo. Mi chiedo come un attore del genere sia stato sottovalutato così a lungo, spero proprio che faccia la carrierona che si merita, ce ne sono pochi di così bravi.
Gli altri attori sono passabili, ma è ovvio che affiancati a Cumberbatch sfigurino.
La trama del film non è particolarmente elaborata, ma trovo che, ad oggi, sia probabilmente uno dei migliori film a tematica “cancro/malattia terminale” che abbia mai visto. Racconta degli ultimi giorni di vita di questo ragazzo e lo fa nei migliore dei modi, con un finale inaspettato e crudo.
Davvero molto bello, sicuramente da vedere.

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Scelte / 1 Aprile 2013 in Third Star

“Avevo di fronte due possibilità, soltanto due. La scelta, purtroppo, era limitata. O prepararmi da solo, in un silenzio di tomba, solo con me stesso e la mia angoscia, al commiato dal mondo o farlo in compagnia, con gli amici di una vita, immerso nella magnifica natura gallese, scherzando, ridendo, cazzeggiando, soffrendo, ma non troppo.
Sì, la vita non aveva più nulla in serbo per me. Non potevo fare nulla. Nessuno poteva fare nulla. Era così. Potevo solo lasciarmi andare, sprofondare lentamente, dolcemente nelle acque della baia, senza dolore, senza rimpianti, finché non esisterà altro tempo che questo istante immutabile, che mi faccia dimenticare la crudele avversità del mio destino”.
Un film drammatico ma non tragico, che parla di morte senza retorica, senza eccessiva pesantezza, anzi in certi momenti in modo spensierato e leggero. Non tutto funziona nella sceneggiatura e spesso i dialoghi sembrano un po’ improvvisati. Nel complesso, però, è un film da vedere.

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