TRABALLANTE CRIME DRAMA / 25 Aprile 2021 in Cosa fare a Denver quando sei morto

ATTENZIONE su indicazione dell'autore, la recensione potrebbe contenere anticipazioni della trama

Jimmy è un ex criminale che si è reinventato conducendo un singolare business. Registrare video messaggi di malati terminali da lasciare ai parenti e posteri.
Il suo vecchio e moribondo boss gli commissiona un ultimo lavoro ma purtroppo le cose non vanno come pianificate.

“Cosa fare a Denver quando sei morto” è un noir godibile che gioca con la violenza e battute tutto sommato briose. I difetti principali sono da una parte la mancanza di ritmo, e dall’altra l’interesse amoroso del protagonista. Il primo problema sarebbe stato ovviato mettendo il progetto in mano al primo Tony Scott di passaggio, mentre il secondo tagliando via le già esigue quote rosa dalla trama. Tutte le scene col gentil sesso sono veramente inutili e mal concepite tanto da non portare la storia da nessuna parte. Fondamentalmente servono solo per farci capire quanto sia cavaliere bianco Jimmy (la scena dell’ufficio) e per farsi fecondare all’occorrenza (orrido finale).

Buono il cast nella sua interezza, buona la colonna sonora, cinematografia ordinata.

Ad essere onesti non un film riuscitissimo, ma se si guarda sotto il cofano i presupposti c’erano per non sprecarlo.

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