Recensione su Thelma

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Inusuale / 20 Ottobre 2018 in Thelma

Pesantino.
Thelma è caratterizzato dalla freddezza scandinava, che genera sempre un certo distacco con lo spettatore, con le sue ambientazioni così ordinate da sembrare quasi asettiche ed irreali.
Già questo discostamento e la glacialità di un approccio diverso nelle interazioni sociali, il modo di rapportarsi alla società e alla fede (sempre molto Bergmaniano) ci mostra una realtà distante, apparentemente falsata. Eppure, si instaura nello spettatore.
Alcuni momenti sanno essere intensi, forse esaltati dal pathos giunto dopo molte fasi più irrequiete.
Thelma mostra poteri sovrannaturali ma manifestati diversamente da come avete avuto modo di osservare in altri rappresentanti del genere.
Sono scosse emotive, vibrazioni dell’animo, manifestazioni di frustrazione di un’adolescente che vive la conflittualità della sua sessualità e il rapporto con la fede.
Il pentimento giunge immediato in confessioni telefoniche con suo padre, che ha adottato la religione per “curare” questi suoi poteri.
Si alterneranno flashback che mostrano le manifestazioni di questi poteri, di una bimba incompresa che forse aveva bisogno di più affetto e attenzioni rispetto alla freddezza che caratterizza, in questo caso, l’approccio scandinavo.
Sicuramente è un horror inusuale – e si potrebbe dibattere sul fatto se appartenga effettivamente a questo genere -, composto più dalle atmosfere e l’attesa, dal vivere l’incomprensione e i propri timori.

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