Recensione su The Wolf of Wall Street

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25 Gennaio 2014

A 200 all’ora, vivacissimo e distruttivo, non userei “capolavoro” ma sicuramente magnifico, che coglie l’essenza di un personaggio sinceramente cogli**e, vanesio e terribilmente scemo fuori dal suo acquario, The Wolf of Wall Street è il Leonardo Di Caprio fest. Attore venerabile, per quel che mi riguarda, qua è una bomba: corre, urla, piange, striscia, domina, scopa, tutto e di tutto da una scena all’altra, senza mai stancare, senza risultare forzato, con una sicurezza che solo i grandi hanno. Scorsese alla regia è sempre la solita sicurezza e Terence Winter, conoscendolo per Bordwalk Empire, fa ancora una volta un lavorone coi fiocchi: la sceneggiatura è frizzantissima e le immagini di Scorsese anche. Tutto comunica festasoldidrogasesso, tra squallore e lusso ipertrash. Confezionando alcune scene fantastiche, grottesche, assolutamente ridicole ( I can roll! I can roll!) e potenti, si assiste alla discesa mai troppo ripida di Jordan Belfort, che pure alla fine della festa insegna ai poveracci a vincere! Lui che è perdente, ma non troppo, che si è fatto solo 22 mesi di galera e che scrive biografiche milionarie; al tal proposito scena finale eloquente e davvero desolante, per un personaggio a rischio macchietta per quanto è, nella vita vera, imbecille. Jonah Hill bravissimo, Margot Robbie strafiga spaziale con doti recitative (!) e in generale un cast riuscito, più scelte tecniche azzeccatissime ( la OST non originale è giustissima! ) e una storia esagerata hanno come risultato 3 ore che non mi hanno mai scocciata, e dati i pareri letti nel tempo, mi sarei aspettata ancora più scandalo. Poco male dico io, il film gira già benissimo così. Sarò ormai immune, ma masturbazioni, nudi integrali e scopate quotidiane sono poca roba, sono semplicemente il mezzo con cui si racconta una storia del genere, la storia di un cretino essenzialmente. Agli spettatori cogliere o meno la vena critica.

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